ON THE ROAD

Post N° 411


TALKIN' NEW YORK BLUES 2( la prima parte al post 393 )"Sì, io sono un ladro di pensieri non, prego, un ladro di anime. Ho costruito e ricostruito  su ciò che è in attesa perchè la sabbia sulle spiagge  scolpisce molti castelli su ciò che era già stato iniziato prima dei miei tempi una parola, una melodia, una storia, un verso chiavi nel vento per aprire la mia mente e per dare ai miei pensieri chiusi l'aria del cortile" (11 outlined epitaphs) -Come fai a vivere in questo posto?-Robert si guardò in giro:era un  unica stanza eufemisticamente ‘arredata’ con pochi mobili di quarta mano;una lampadina pendeva appesa ad un filo che aveva l’aria di essere lì da decenni-per 25 dollari non puoi trovare altro a New York.Se vuoi farti una doccia,quella c’è e funziona--altrimenti ti contagio?--non puoi prendere le cose in modo più rilassato?-il messaggio non era questo?-Cominciò a preparare un caffè mentre lui si spogliava dietro l’anta scrostata di un armadio a muro--hai un senso del pudore ben sviluppato--la verità è che nudo non sono un gran che,voglio dire...molto lontano  dagli standard--non credevo che avessi di questi problemi-disse mentre versava il caffé nelle tazze-Infatti non ne avevo.E’ stata Cora..mi ha mollato per il solito biondo idiota da copertina patinata..ci sono certi campi in cui non puoi competere--beh non sei male ,non svenderti così!-Si sporse di poco afferrando un’anta dell’armadio e la guardò mentre stava accendendo la radio-hai intenzione di rimanere lì dietro per tutta la notte?--non hai qualcosa per coprirmi?-Gli fece cenno sopra la sua testa.su uno scaffale erano impilati degli asciumani di vari colori-accidenti!fai collezione o hai tanti ospiti?--è  tutto quello che mi ha lasciato Mattew per asciugarmi le lacrime,una storia da 50 dollari-Mentre lei era di spalle sgaiattolò nella doccia ma rimase lì a tentare di chiudere l’anta scorrevole di plastica.-ah...dimenticavo..non si chiude,bisogna aggiustarla--e io.. uhm…pretendi che faccia la doccia così?--occielo mi benderò gli occhi....che educazione puritana!da dove diavolo arrivi?--da uno stupido posto di merda a quaranta chilometri dal confine canadese...cerco di dimenticarmelo...il Midwest...Non guardarmi fino alla fine di questa via crucis..non ci mettero’ molto-Rimase di spalle a sfogliare un magazine fino a quando senti’ le mani di lui appoggiarsi delicatamente sui suoi occhi.Ebbe un brivido sottile lungo le vertebre.Il corpo non mente mai,ma col pensiero poteva ricacciare indietro quella sensazione.lui eraun tipo impermeabile eppoi non ci pensava assolutamente a collezionare un’altra delusione.-perchè fai tutto questo per me?-sussurrò appoggiando il mento sulla sua spalla.Il profumo della sua pelle le si infilò nelle narici come una folata di etere-perchè...perchè...non c’è sempre una risposta!-Lui stava cercando di sintonizzarsi ma era ancora presto.Si fermò davanti a lei.aveva gli occhi lucidi e si rispecchiava nel suo dolore alla perfezione.Quando si sforzava di non piangere serrava gli occhi e i muscoli gli si irrigidivano a tal punto che dopo poco lo assaliva un gran mal di testa che lo teneva sveglio tutta la notte.-se vuoi piangere puoi farlo senza problemi-le disse in un sospiro-Mattew non si merita più neanche una lacrima-Le battè goffamente sulla spalla e si chinò su di lei.Quando la sentì irrigidirsi fra le sue braccia si rimise subito ritto e si aggiustò i riccioli sulla nuca-volevo solo coccolarti un po’...non avrai pensato che....-indagò quasi risentito di essere stato frainteso-certo che l’ho pensato!.non dovevo?- sollevò lo sguardo e incontrò i suoi occhi sgranati di un blu intenso.era come se lo vedesse per la prima volta con la sua fragilità-mi piaci...sei sincera....-Andò a prendere il suo zaino in un angolo della stanza,ci frugò dentro per qualche secondo e ritornò verso di lei agitando in una mano la sua armonica e nell’altra un buffo reggiarmonica sui generis fatto di filo di ferro -ti va di ascoltare qualcosa che ho scritto?- Kruna annuì.Mentre la guardava si sistemò sul collo il supporto,poi andò a prendere la chitarra e la sfilò dal fodero di finta pelle consunta ,si schiarì la voce e cominciò a cantare:I traveled into your eyesand saw the pain you hideI grasped your dreamnot to be seeenthe silence of your soulthose scars tha howlmade me freeze in a moment in timeand your voice like a chimewhispers a rhymeI forgot long time agoLo  guardò assorto.La musica lo rendeva affascinante.dentro quel corpo senza clamore abitava un’anima che mandava bagliori di diamante-ti piace?..devo finirla...-Kruna rimase immobile sulla sedia.Ogni parola era banale in quel momento.Lo guardò dritto negli occhi con un sorriso diafano come se volesse entrare in punta di piedi nel suo mondo.Si alzo’.Si chino’ lentamente,abbasso’ il reggiarmonica e gli prese il viso fra le mani- sei sicuro di essere nella dimensione giusta?-Robert abbassò gli occhi.Sapeva di essere diverso.La sua musica non era solo musica ma poesia di strada.Voleva farcela,non voleva tornare in quel posto dove si nasceva e si moriva ripetendo sempre lo stesso copione.-ne ho scritte diverse-si schermì timidamente-sto solo aspettando il momento--beh..ce la farai,hai la faccia ostinata del vincente--grazie per l’incoraggiamento,non è facile trovare qualcuno che ti incoraggi.Suonero’ al Purple per diceci dollari a sera.Meglio che niente per incominciare-