SU STRADE LIBERE

Auguri Italia


Il 2 Giugno si celebra la Festa della Repubblica Italiana.L'unica festa nazionale italiana, che vuole ricordare il referendum istituzionale a suffragio universale, svoltosi il 2 e 3 Giugno 1946, con il quale gli italiani furono portati a decidere quale forma di governo dare all'Italia, dopo un ventennio di regime fascista e cinque anni di guerra.Tutti i cittadini (per la prima volta anche le donne, grazie ad un decreto emanato nel 1945) poterono esprimere il proprio parere scegliendo se rimanere sotto il regno dei Savoia o passare alla forma governativa repubblicana.
In quell'occasione vennero eletti anche i componenti dell'Assemblea costituente che doveva redigere la nuova Carta Costituzionale (di cui proprio quest'anno ricorre il sessantesimo) e che fino all'elezione del primo parlamento della Repubblica svolse anche le funzioni di assemblea legislativa.L'esito del referendum tutti noi lo conosciamo: il 18 Giugno 1946 avvenne quindi la proclamazione ufficiale della Repubblica Italiana.Ad oltre sessant'anni da quegli avvenimenti, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel messaggio agli italiani per la festa della Repubblica, esprime la sua preoccupazione, in quanto i principi della Costituzione sembrano essere travolti da un'ondata di "violenza" ed intolleranza e chiede a tutti, cittadini ed istituzioni, di arginare il rischio di una "regressione civile".«Su quali basi un rinnovato sforzo della nostra comunità nazionale debba poggiare, lo dicono i principi e gli indirizzi della Costituzione che la Repubblica si diede sessant’anni fa, in meno di due anni dal referendum e dalle elezioni del giugno 1946. Ma non posso tacere la mia preoccupazione, in questo momento, per il crescere di fenomeni che costituiscono invece la negazione dei principi e valori costituzionali: fenomeni di intolleranza e di violenza di qualsiasi specie, violenza contro la sicurezza dei cittadini, le loro vite e i loro beni, intolleranza e violenza contro lo straniero, intolleranza e violenza politica, insofferenza e ribellismo verso legittime decisioni dello Stato democratico»