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ontology art

ontologia dell'opera d'arte

 

 

gp

Post n°80 pubblicato il 05 Aprile 2012 da hyakynthys
 
Tag: gp

 

  GPDIMONDEROSE GIACINTHOM
 
 
 
  
 

  1.     

g.p. di monderose

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Web »Bing» Giacinto Plescia Qui ci sono 10 risultati più in Icerocket relativi alla tua ricerca 'Giacinto Plescia'


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SITO Artchive: Giacinto Plescia
2009/11/18
Giacinto Plescia Vi trovate in una selezione di 44 opere di Giacinto Plescia. Per ulteriori informazioni su questa persona, visitare SITOme dell'artista.
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SITO Profilo - Giacinto Plescia
2009/11/16
Questa è la pagina Plescia Giacinto casa su SITO.org. Esso contiene informazioni su questo artista, comprese le opere svolto su SITO, indirizzo e-mail, bio, ecc
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www.lulu.com
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SITO Artchive: Giacinto Plescia (abstract)
2009/10/20
Giacinto Plescia (abstract) Vi trovate in una selezione di 5 opere d'arte con il tag astratta Plescia Giacinto. Visualizzare un elenco completo di opere di Giacinto Plescia.
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Ontologia della physis Plescia Giacinto da in Filosofia
2009/10/06
della physis Ontologia di Giacinto Plescia: Ontologia della physis: ermeneutika, epistemica della ontologya poetante della Fisica, della Matesis, della poiesis Quale si eventui...
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books.google.it
home - 2collab
2009/11/19
Giacinto Plescia... Journal of Mathematical Analysis and Applications In Press, Accepted Manuscript...
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Scuola Internazionale di Torino, Turino
2009/10/23
Giacinto Plescia
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gpdimonderose sublime dell'ontologia »Giacinto p.
2009/11/22
Livello bibliografico: Monografia: Tipo di documento: Testo a stampa: Autore: Plescia Giacinto: Titolo: Ontologia della physis / Giacinto Plescia: Pubblicazione
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Giacinto Plescia - aNobii
2009/11/19
Giacinto Plescia recensioni da parte dei lettori. Comprende anche i prezzi dei libri, voti libro, libro discussioni, forum libro, copertina del libro, i dettagli della pubblicazione del libro. Conosciuto anche come Giacinto Plescia.
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Imp Plescia
2009/11/12
IMP Plescia 9-02-2007 14: 18 Pagina 1... IMP Plescia 9-02-2007 14: 18 Pagina 3 GIACINTO Plescia...
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Maureen Plescia Skoblar - Las Vegas, NV | Facebook
2009/11/05
Giacinto Plescia
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[FC-discuss] Inghilterra? !
2009/11/19
Giacinto Plescia gpdimonderose a hotmail.it Tue Apr 17 01: 09: 14 JST 2007. Messaggio precedente: [FC-discuss] Inghilterra? ! Prossimo messaggio: [FC-discuss] alpha Grooveshark
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LizziesTeaRoom: Messaggi: 6078-6107 di 11.819
2009/11/10
Mario Capuano, Daniela Rossignoli, Gennaro Ricci, Giacinto Plescia
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Ontologia della physis - aNobii
2009/11/20
Condividi Organizza Esplora. ha tutto il necessario! Una comunità di amanti dei libri di creare il loro... Blog this item: Ontologia della physis; di Giacinto Plescia; 8860372925 | Details
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gpdimonderose sublime ontopologia »
2009/11/21
Bonjour, Autore..............: Plescia, Giacinto Titolo..............: Ontologia della physis / Giacinto Plescia Pubblicazione.......: Melegnano: Montedit, [2007].
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[FC-discuss] OLPC Cile, Perù
2009/11/13
Giacinto Plescia gpdimonderose a hotmail.it Gio 3 Maggio 21: 48: 06 JST 2007. Messaggio precedente: [FC-discuss] OLPC Cile, Perù Prossimo messaggio: [FC-discuss] OLPC Perù: primi critici
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physis..... ontologia della physis Ontologia di Giacinto Plescia
2009/11/10
ontophysis ID: 289.309 www.lulu.com..... ontologia physis Ontologia della physis Di Giacinto Plescia ontophysis Giacinto Plescia
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Scienza: l'ontologia Gruppo Care2
2009/11/18
ontologia: Ontologia della physis · Ontologia della physis Autore: Plescia Giacinto Plescia Giacinto Ontologia della physis, Ontologia della physis Plescia Giacinto, Montedit...
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mail.com - message board
2009/11/13
Ontologia della physis / Giacinto Plescia Pubblicazione.....: Melegnano: Montedit, [2007]. Descriz. Fisica.....: 38 p.; 21 centimetri Collezione.....:
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krea

Post n°79 pubblicato il 02 Aprile 2012 da hyakynthys
 
Tag: krea
Foto di hyakynthys

 nascosta orditura.

Dietro le pareti sospettose

 il Sud custodisce un pugnale e una chitarra.

Quella raffica, il tango, quella diavoleria,

gli anni affannati sfida;

fatto di polvere e tempo, l’uomo dura meno della leggera melodia,

che solo e’ tempo.

Il tango crea un buio passato irreale

che in qualche modo e’ certo,

 un ricordo che non può esser  Jorge Luis Borges
                                                                                                                                                





giacint@leonardo.it giacint@leonardo.it

 
 
 

unifi

Post n°78 pubblicato il 24 Febbraio 2012 da hyakynthys
 
Tag: unifi

 

 

VALUTAZIONE COMPARATIVA PER LA COPERTURA DI N. 1 POSTO DI RICERCATOREUNIVERSITARIO DI RUOLO PER IL SETTORE SCIENTIFICO-DISCIPLINARE M-FIL/07DELLA FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA DELL'UNIVERSITA' DEGLI STUDI DIFIRENZED.R. n. 1241 del 26/11/2010, il cui avviso è stato pubblicato nel supplemento ordinario alla G.U. -4° serie speciale - n. 99 del 14/12/2010VALUTAZIONE DEI TITOLI E DELLE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHEGIUDIZI INDIVIDUALICANDIDATO: The Cratylus of Plato : Elena GrittiCommissario prof. Carlo NataliA. Curriculum: Laurea in Lettere Università di Milano (2000). Dottorato in Filosofia Università diMilano (2004) con una tesi sul pensiero di Proclo. Assegni di ricerca presso l'Università di Milanodal 2004 al 2007. Collaborazione con l'Accademia Colombaria di Firenze. Dal 2006 al 2011 hatenuto seminari di Storia della filosofia antica presso l'Università di Milano come cultore dellamateria. Ha tenuto venticinque tra lezioni e conferenze di cui una all'estero e ha collaboratoall'organizzazione di due incontri. Temi principali Platone, Plotino, Proclo. La candidata ha unsolido profilo di studiosa di Proclo e del Neoplatonismo. Salvo un'eccezione, non ha presentato irisultati delle sue ricerche in convegni all'estero e non ha lavorato molto presso istituzioni di ricercafuori d'Italia.Pubblicazioni:Volumi: Tesi di dottorato su Esegesi e dialettica nel pensiero di Proclo. Studio molto competente eben argomentato. Molto impegnato nell'esegesi di testi e di posizioni critiche contemporanee. Latesi finale non è chiaramente evidente.- Proclo, dialettica, anima, esegesi, (2008). Il volume deriva dalla tesi di dottorato ma con nuovomateriale e un punto di vista parzialmente differente. Non è evidente il punto in cui si propone unatesi nuova ed originale.Articoli:- Mito e tempo nell'esegesi neoplatonica (2002): Studio informato e competente che coglie lacomplessità del pensiero di Olimpiodoro.- La scienza teologica di Proclo (2003) sul rapporto tra scienza, dialettica, esegesi e noesi.- Una risposta neoplatonica alle critiche cristiane ai miti greci (2004): Studio accuratodell'argomento; l'autrice insiste sulla complessità del tema.- La phantasia plotiniana (2005): Studio molto informato e aggiornato sulla discussione di certipunti del De anima da parte di Plotino.- Salvezza dell'anima in Plotino (2005): Studio accurato del significato dell'estensione del terminesoteria in Plotino. Ne spiega il doppio significato. Contributo spiccatamente originale.- P.Stras. 92 florilegio di brani etico-educativi (2007): Studio molto tecnico su un papiro contenenteun florilegio etico. Ne mostra l'interesse filosofico. Mostra buona competenza filologica.- La legittimità filosofica.. del matrimonio (2009) Articolo sul matrimonio nella filosofia antica daPlatone in poi. Importanza di Plutarco come snodo nell'articolazione del tema. Buon contributo.- Echi dal Timeo nelle aporie..., (2010): Lettura del trattato Enn. II 6, 1-5. alla luce del Timeo diPlatone. Lavoro molto informato e con buoni spunti.- Tradurre i miti plutarchei... (2010): Presentazione generale dell'uso plutarcheo dei miti, unito conun tentativo di delineare lo sfondo platonico. Originale il confronto tra Plutarco e Plotino. Buoncontributo.- Dossografia della percezione nell'Antologium di Stobeo (presentato in dattiloscritto).La candidata presenta contributi significaitivi e niente affatto superficiali sul neoplatonismo e lealtre tradizioni filosofiche. Gode di buona reputazione nel campo. La sua ricerca mostra notevolicontinuità e intensità. Le ricerche della candidata sono tuttavia concentrate principalmente su unafase del SSD, il pensiero tardo antico.Commissario Prof. Franco FerrariLa dott.ssa Gritti si è laureata in Lettere classiche presso l’Università di Milano dove ha conseguitoanche il titolo di dottore di ricerca in Filosofia. Sempre presso l’università milanese ha usufruito diun assegno di ricerca. Ha poi collaborato con l'Accademia Colombaria di Firenze. Il suo profilo 

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curriculare si presenta nel complesso buono, sebbene un po’ carente dal punto di vistadell’esperienza internazionale. La candidata presenta una monografia e una cospicua serie di saggi pubblicati in sedi di un certoprestigio. La monografia, che rielabora le tesi di dottorato, affronta con competenza e pienapadronanza di tutti gli strumenti filologici e storico-filosofici richiesti un tema complesso, comequello del ruolo del razionalismo nel pensiero di Proclo. Si tratta di un intelligente ecomplessivamente riuscito tentativo di riaffermare in questo autore la centralità del pensierofilosofico nei confronti delle pratiche teurgiche. In tale contesto vengono esaminati con puntualità eprecisione gli aspetti più significativi dell'opera di Proclo, e in particolare il nesso che si stabiliscetra dialettica, noetica, scienza ed esegesi. Il punto discriminante del pensiero post-plotiniano, edunque anche di quello procliano, viene giustamente individuato nel rifiuto della dottrina dell'animanon discesa, ma contestualmente viene messo in luce come tale rifiuto non comporti in Procloun'immediata fuga nel misticismo e tantomeno l'accettazione acritica di pratiche extra-filosofiche. Inumerosi saggi presentati dalla candidata vertono in gran parte su tematiche neoplatoniche, ma nonmancano contributi su altri periodi del pensiero antico. In particolare l'articolo dedicato al ruolo delmito in Plutarco contiene spunti di notevole interesse e originalità. In tutta la sua produzione lacandidata mostra una solida competenza filologica accompagnata da una notevole capacità diorientarsi con acume e senso critico nel complesso campo della filosofia tardo antica. Commissario prof. Franco TrabattoniIl curriculum della candidata contiene il dottorato di ricerca in filosofia, conseguito pressol'Università degli Studi di Milano (valutazione: eccellente), due assegni di ricerca (della duratacomplessiva di 5 anni) decretati dalla stessa Università, e una costante attività didattica seminariale.Come pubblicazioni la dott.ssa Gritti presenta, oltre alla tesi di dottorato, una monografia, dieciarticoli pubblicati e dodici recensioni. Dunque la produzione scientifica della candidata apparenotevole sia per quantità che per continuità di lavoro. Sia pure con il parziale limite che sono quasitutti dedicati al neoplatonismo, i lavori della dott. Gritti sono scientificamente validi, sempre moltoben documentati, e a volte anche originali. Ciò vale ovviamente anche per il contributo maggiore,ossia la monografia (dedicata alle nozioni di dialettica, anima ed esegesi nel pensiero di Proclo). L'esegesi riguarda il rapporto della filosofia di Proclo con il testo platonico, e con il suo particolaremodo di interpretarlo (in costante confronto critico con Plotino e Giamblico). Lo studio dell'anima edelle sue facoltà riveste un ruolo essenziale per comprendere la natura e la qualità della conoscenzadi cui secondo Proclo l'uomo sarebbe capace. Essenziale, in quest'ambito, è non tanto ladeterminazione del carattere esclusivamente dianoetico del pensiero umano, che è sostenuta ancheda Plotino, ma soprattutto la negazione della dottrina plotinana dell'anima non discesa, mediante laquale il filosofo di Neapoli finisce per concedere all'uomo, in determinate condizioni, unaconoscenza puramente noetica ed intuitiva paragonabile a quella dell'intelletto. Ciò non è possibile,per Proclo, perché a suo parere neppure l'intelletto ha carattere noetico. In questo modo lo scolarcadi Atene sottolinea in modo assai più deciso di Plotino la relativa debolezza e limitazionedell'intelletto umano. Il che non gli impedisce, tuttavia, di conseguire una conoscenza valida edaffidabile delle realtà metafisiche. L'A. ricostruisce con molta accuratezza il difficile tentativo dimediazione che guida l'indagine di Proclo in rapporto a queste tematiche. Il lavoro della dott.ssaGritti è filosoficamemte interessante e impeccabile sul piano metodico, in particolare per quantoriguarda l'analisi delle fonti primarie e della letteratura secondaria. Ed anche se forse avrebbe potutoessere a tratti più incisivo limitando alcune vaghezze e prolissità, si tratta indubbiamente di un'operache contribuisce in modo efficace ad una migliore comprensione del filosofo studiato. La valutazione, comprensiva di curriculum e pubblicazioni, è decisamente positiva.CANDIDATO: Gianluigi Pasquale.Commissario prof. Carlo Natali 

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A. Curriculum: Baccalaureato in teologia (1993) presso il Pont. ateneo Antonianum con una tesi suVita consacrata e chiesa locale; Laurea presso la Pont. Università Gregoriana (1997) con una tesi suLa teologia della storia in O. Cullmann. Dottorato in filosofia morale, Università di Venezia (2008)con una tesi sull'ontologia escatologica di Pannenberg e la sua dipendenza da Hegel. Prof.incaricato presso l'Ateneo Marcianum del Patriarcato di Venezia e presso la Pontificia UniversitàLateranense.Ha pubblicato molti volumi di interesse religioso, tra cui vari studi su Padre Pio del quale ha editola raccolta delle lettere. E anche autore di molti articoli (137) su Padre Pio, sull'educazione, sullavita dei cappuccini italiani e temi connessi, insieme a varie traduzioni di autori cattolici.Pubblicazioni: Volumi: Il principio di non-contraddizione in Aristotele in origine pubblicato in inglese (2006 IIed.) e poi tradotto in italiano (2008). Analizza il PDNC come principio primo dell'essere e delpensiero, mostra ampia conoscenza del dibattito contemporaneo, e discute con competenza le tesi diBerti, Barnes, Cassin etc. Il principio secondo cui nulla di ciò che è, è contraddittorio, fonderebbel'ontoteologia aristotelica. Analisi filosoficamente avvertita nella tradizione di studi del PDNCcome fondamento della non autosufficienza del mondo del divenire ed apertura a un principiotrascendente, iniziata da Bontadini a metà del secolo XX.Gli altri volumi presentati non riguardano il SSD:Oltre la fine della storia. La coscienza cristiana dell'occidente, (2004), sulla visione cristiana dellastoria, con un annesso su Vent'anni di confronto con l'esistenzialismo.La teologia della storia della salvezza nel secolo XX (2001), studio sulla teologia della storia nelsecolo XX. Come il concetto di 'storia della salvezza ' venga inserito nella teologia sistematica.Lo studio sul PDNC è un valido contributo alla discussione sul valore ontologico del principioaristotelico. Ma l'impegno del candidato è evidentemente rivolto in modo prevalente verso temi difilosofia morale, filosofia della storia, teologia e religiosità contemporanea.Commissario Prof. Franco FerrariIl dott. Pasquale ha conseguito il baccalaureato in Teologia presso il Pontificio Ateneo Antonianumnel 1993, quindi si è laureato presso l’Università Gregoriana (1997) Si è poi addottorato in Filosofiamorale presso l’Università di Venezia nel 2008. Ha svolto attività didattica a Venezia pressol’Ateneo Marcianum e a Roma presso la Pontificia Università Lateranense. Complessivamente ilsuo percorso curriculare appare abbastanza estraneo al settore scientifico-disciplinare oggetto divalutazione. Il candidato presenta quattro monografie e una nutrita quantità di articoli, la stragrande maggioranzadei quali non attinente all'ambito scientifico-disciplinare oggetto di valutazione. Delle quattromonografie due costituiscono in realtà il medesimo studio, essendo l'una la traduzione italiana (conpoche modifiche) della versione apparsa in lingua inglese. Si tratta di uno studio sul Principio dinon-contraddizione di Aristotele che ha il pregio di una certa chiarezza, ma che apparecomplessivamente piuttosto superficiale. In esso risulta del tutto assente ogni riferimento al testogreco. Il significato del principio di non contraddizione risulta, secondo il candidato, di caratteremetafisico e ontologico. Il volume su Oltre la fine della storia costituisce un'indagine sul tema dellasecolarizzazione e della escatologia che lambisce solo occasionalmente l'ambito scientifico-disciplinare oggetto di valutazione. Il volume La teologia della storia non è attinente all'ambitoscientifico-disciplinare in questione. Commissario prof. Franco TrabattoniIl curriculum del candidato.CANDIDATO: Giacinto PlesciaCommissario prof. Carlo NataliA. Curriculum: Laureato in architettura 1979 al Politecnico di Torino, ha partecipato ad un concorsoper associato ad Architettura ICAR/14 a presso l'Università di Firenze. Ha seguito due corsi diperfezionamento in filosofia "Estetica ed ermeneutica delle forme simboliche" Id. "Temi diEpistemologia generale ed applicata" 2004 e 2007, organizzati dai prof. Parrini e Givone. elencauna lunga lista di pubblicazioni relative all'architettura, urbanistica etc. dal 1979 al 1992. Nonrisulta nulla di interessante rispetto al SSD.B. Pubblicazioni: Ha pubblicato un breve opuscoletto di 38 pagine su Ontologia della physis, 2003-4, frutto di una tesi di Perfezionamento in Filosofia diretta da S. Givone. L'ampia ed esotericapanoramica tocca temi ed autori di filosofia contemporanea, specie di corrente ermeneutica equalche filosofo della scienza dei più noti negli anni '70 (Heidegger, Feyerabend, Gödel, Thom,Derrida). L'unico aggancio con il SSD è il riferimento alla nozione di physis nei lavori di G. Colli.Le altre opere, spesso di difficile decifrazione, non sembrano avere molto a che fare con il SSD. Ciòvale per un altro opuscoletto del 2010 su L'epistemica, il nulla e l'arte, e per vari articoli dedicati atemi, se così di può dire, di ermeneutica ed ontologia dell'architettura: Spazialità hi-tech.Technocities, highways, valleys (1986); Archematica della distopia desideranza spaziale post-industriale, s.a.; La linea elastica: formalizzazione/decidibilità (1980), oppure di teoria dellamatematica applicata all'architettura, come il saggio su Allosteresi industriali e sinecismomorfogenico (1980).Il candidato non mostra affatto un profilo degno di essere preso in considerazione nell'ambito delSSD. Non è possibile per noi valutare l'importanza delle sue ricerche per la teoria dell'architettura eil dibattito teoretico contemporaneo su di essa.Commissario prof. Franco FerrariIl dott. Plescia si è laureato nel 1979 in architettura presso il Politecnico di Torino. Successivamenteha seguito due corsi di perfezionamento di carattere filosofico presso l’Università di Firenze. Il suoprofilo curriculare appare complessivamente estraneo al settore scientifico-disciplinare oggetto divalutazione. Il candidato presenta alcuni contributi che non risultano attinenti al settore scientifico-disciplinareoggetto di valutazione. Commissario prof. Franco TrabattoniNé il curriculum né le pubblicazioni del candidato sono congrui al settore scientifico disciplinare"Storia della filosofia antica".GIUDIZI COLLEGIALICANDIDATO Francesco Ademollo 

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Il candidato presenta un profilo curriculare e una produzione scientifica di ottimo livello.CANDIDATO Milena BontempiLa candidata presenta un profilo curriculare complessivamente buono. Quanto alle pubblicazioniesse appaiono di buon livello ma non prive di qualche limite.CANDIDATO Giuseppe FeolaIl curriculum del candidato si presenta solido e promettente. A fronte di una produzionerelativamente esigua, il candidato mostra ottime attitudini alla ricerca.CANDIDATO Elena GrittiLa candidata presenta un curriculum decisamente buono. Mostra un solido e riconosciuto profilo distudiosa nell'ambito del neoplatonismo.CANDIDATO Gianluigi PasqualeNonostante una interessante incursione nell'ambito del pensiero aristotelico, né il curriculum né lepubblicazioni appaiono particolarmente rilevanti in rapporto al settore scientifico disciplinareCANDIDATO Giacinto PlesciaNé il curriculum né le pubblicazioni sono degne di rilievo in rapporto al settore scientificodisciplinare.DISCUSSIONE DEI TITOLI E DELLE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE GIUDIZI INDIVIDUALICANDIDATO Francesco AdemolloCommissario prof. Carlo NataliIl candidato nella discussione dimostra ampia padronanza delle tematiche affrontate nel corso dellaricerca e prospetta un progetto di indagine futuro sul De interpretatione di Aristotele; appareevidente l'ottima impostazione e la consapevolezza metodologica di tale progetto.Commissario prof. Franco FerrariIl candidato dimostra di padroneggiare con assoluta sicurezza gli argomenti trattati. Risponde conprecisione alle questioni che vengono poste sia di argomento platonico sia aristotelico.Commissario prof. Franco TrabattoniIl candidato risponde in modo efficace ed esaustivo alle domande che gli vengono rivolte,dimostrando una piena padronanza degli argomenti affrontati nel corso dei suoi studi e di possedereun chiaro e promettente progetto di ricerca. 

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CANDIDATO Milena BontempiCommissario prof. Carlo NataliLa candidata conferma l'impressione iniziale secondo la quale la sua ricerca ha come interlocutoripiù gli studi di storia del pensiero politico che la storia della filosofia antica. Appare alquantoesitante nelle risposte ai rilievi ed alle osservazioni dei commissari.Commissario prof. Franco FerrariLa candidata delinea con sufficiente precisione le direttrici della sua ricerca. Palesa alcuneincertezze a proposito di qualche rilievo inerente alle sue indagini sul pensiero platonico. Commissario prof. Franco TrabattoniLa candidata risponde alle domande della commissione mostrando una buona padronanza dellamateria, ma senza essere sempre in grado di intervenire con la dovuta puntualità e chiarezza.CANDIDATO Giuseppe FeolaCommissario prof. Carlo NataliIl candidato mostra intelligenza vivace e buona conoscenza dei testi. Non arretra di fronte allapossibilità di affrontare percorsi molto originali e inusitati nella ricerca futura. Da lui ci si possonoaspettare ulteriori risultati di notevole interesse.Commissario prof. Franco FerrariIl candidato dimostra di padroneggiare in maniera sicura le tematiche relative alla psicologiaaristotelica. Anche le linee direttrici della sua ricerca appaiono nel complesso promettenti. Commissario prof. Franco TrabattoniDurante il colloquio il candidato dimostra di conoscere molto bene gli argomenti che studia, e anchedi essere in grado di allargare la prospettiva, ai fini delle sue ricerche future, verso tematiche ad essicorrelate.CANDIDATO Elena GrittiCommissario prof. Carlo NataliLa candidata mostra grande padronanza del periodo studiato, ammette di dover rendere piùperspicue le proprie posizioni teoriche e di dover ampliare al di là dei confini patrii il propriodialogo scientifico. Nella discussione delle pubblicazioni mostra capacità di difendere le proprie tesicon buoni argomenti. 

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Commissario prof. Franco FerrariLa candidata dimostra di padroneggiare in maniera sovrana gli argomenti sui quali vertono le suepubblicazioni. Il colloquio conferma le buone qualità della candidata ma anche l'esigenza di unparziale allargamento dei suoi interessi scientifici.Commissario prof. Franco TrabattoniLa candidata dimostra, durante il colloquio, ottime conoscenze di carattere disciplinare insieme auna buona capacità di esplicitare caratteristiche e finalità del proprio lavoro.CANDIDATO Gianluigi PasqualeCommissario prof. Carlo NataliIl candidato riconosce l'importanza della conoscenza del pensiero greco – sostanzialmente diPlatone e Aristotele – per una fondazione ontologica di una filosofia della storia. Quanto all'aspettotecnico della disciplina le sue idee appaiono abbastanza vaghe e generali.Commissario prof. Franco FerrariIl candidato discute con sufficiente competenza gli argomenti affrontati nel colloquio. Si rileva unacerta marginalità dei suoi interessi rispetto all'area scientifico-disciplinare oggetto di valutazionecomparativa.Commissario prof. Franco TrabattoniIl candidato dimostra, durante il colloquio, una notevole conoscenza di varie tematiche di caratterefilosofico, ma non appare specificamente dotato delle competenze richieste allo studioso di storiadella filosofia antica.CANDIDATO Giacinto PlesciaCommissario prof. Carlo NataliIl candidato presenta il progetto di una storia dell'ontologia di ispirazione heideggeriana; le sue ideerelative al pensiero filosofico antico risultano insieme vaghe e molto personali.Commissario prof. Franco FerrariGli interessi del candidato risultano estranei all'area scientifico-disciplinare oggetto di valutazione.Commissario prof. Franco TrabattoniIl candidato non risponde in modo adeguato alle domande della commissione e non dimostra alcunacompetenza specifica nella storia della filosofia antica.GIUDIZI COLLEGIALICANDIDATO Francesco Ademollo 

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Il candidato dimostra di padroneggiare con assoluta sicurezza gli argomenti trattati. Il giudizio dellacommissione sul suo profilo scientifico è ottimo.CANDIDATO Milena BontempiLa conoscenza della materia palesata dalla candidata è nel complesso buona, anche se nelladiscussione emerge qualche incertezza. CANDIDATO Giuseppe FeolaIl candidato dimostra buona attitudine alla ricerca. I suoi primi risultati sono largamentesoddisfacenti. Si attendono da lui ulteriori conferme.CANDIDATO Elena GrittiLa candidata dimostra di conoscere in modo impeccabile gli argomenti sui quali ha lavorato. Ilgiudizio della commissione sul suo profilo scientifico è molto buono.CANDIDATO Gianluigi PasqualeLe buone conoscenze filosofiche generali mostrate dal candidato non appaiono accompagnate dauna sufficiente competenza nell'ambito della disciplina oggetto di valutazione.CANDIDATO Giacinto PlesciaIl candidato non manifesta competenze e attitudini alla ricerca nel campo della storia della filosofiaantica.INDIVIDUAZIONE DEL VINCITOREIl giorno 20 gennaio 2012 alle ore 09.30 nei locali del Dipartimento di Filosofia dell'Universitàdegli Studi di Firenze i commissari della valutazione comparativa in epigrafe si riuniscono perl’individuazione del vincitore e per concludere la procedura.La commissione riesamina i giudizi collegiali espressi sui candidati e dopo lunga, attenta eapprofondita discussione nella quale sono comparati tra di loro tutti i candidati, la commissioneindividua all’unanimità vincitore della valutazione comparativa il sig. Francesco Ademollo per leseguenti motivazioni:Dopo lunga ed attenta discussione dei titoli scientifici presentati e delle prove sostenute daicandidati durante questa procedura di valutazione comparativa la commissione decide,all'unanimità, che il sig. Francesco Ademollo è il candidato in possesso dei migliori requisiti perricoprire il ruolo in oggetto.Alle ore 11.00 termina la seduta.Letto, approvato e sottoscrittoLA COMMISSIONEprof. Carlo Natali, presidenteprof. Franco Ferrari, membroprof. Franco Trabattoni, segretario 

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RELAZIONE RIASSUNTIVALa commissione nominata dal Rettore dell'Università degli studi di Firenze con proprio decreto n.D.R. 698 del 29 luglio 2011 e composta dal prof. Franco Ferrari, ordinario, dal prof. Carlo Natali, ordinario e dal prof. Franco Trabattoni, ordinario, si è riunita nei locali del Dipartimento di Filosofiadell'Università degli Studi di Firenze nei giorni 18 e 19 e 20 gennaio 2012 per l'espletamento dellavalutazione comparativa a n. 1 posto di ricercatore universitario di ruolo per il settore scientifico-disciplinare M-FIL/07 della Facoltà di Lettere e Filosofia bandito con D.R. n. 1241 del 26.11.2010il cui avviso è stato pubblicato nel supplemento ordinario alla G.U. - 4° serie speciale - n. 99 del 14di cembre 2010.La commissione, presa conoscenza delle disposizioni normative concernenti l'espletamento dellevalutazioni comparative, ha individuato presidente il prof. Carlo Natali e segretario il prof. FrancoTrabattoni.La commissione, nella seduta del 6.12.2011 ha deliberato i seguenti criteri di valutazione: Circa la valutazione dei criteri scientifici, la Commissione si atterrà ai criteri indicati nell'art. 6 delbando di concorso, specificandoli come segue:1. originalità, innovatività ed importanza di ciascuna pubblicazione scientifica nonché varietà degliargomenti trattati in ciascuna di esse, 2. congruenza di ciascuna pubblicazione con il settore scientifico-disciplinare per il quale è banditala procedura, ovvero con tematiche interdisciplinari ad esso correlate;3. rilevanza scientifica della collocazione editoriale di ciascuna pubblicazione;4. intensità (quantificata in rapporto al periodo di attività post-laurea) e continuità temporale dellaproduzione scientifica;5. per quanto concerne i lavori in collaborazione, ove l'apporto del candidato non siaimmediatamente deducibile dalla firma di specifici capitoli e/o paragrafi, non si procederà allavalutazione della pubblicazioneStabilisce, altresì, criteri di valutazione della discussione dei titoli e delle pubblicazioni scientifichee della verifica delle competenze linguistiche richieste:Durante la prova orale sarà data al candidato la possibilità di discutere le proprie esperienze diricerca e le pubblicazioni, approfondendo, se necessario, gli argomenti affrontati.Durante il colloquio la Commissione dovràa. appurare la maturità scientifica del candidato, partendo dalla discussione dei titoli e dellepubblicazioni presentate;b. valutare le capacità analitiche e di sintesi storica e teoricac. appurare il possesso delle competenze linguistiche richieste dal bando, attraverso la lettura e latraduzione di un brano di letteratura scientifica relativa al SSD.La commissione dichiara che nella disciplina oggetto della presente valutazione non esistonostrumenti informativi riconosciuti ed accettati che prevedano numero totale delle citazioni, numerodelle citazioni per pubblicazione, "impact factor" totale e medio per pubblicazione, indice di Hirsche simili, e che pertanto non risulta possibile tenere conto di tali elementi in sede di valutazione.La valutazione dei titoli si è svolta i giorni 18.1.2012 e 19.1.2012.Per la discussione, svoltasi il giorno 19.1.2012 sono risultati presenti i seguenti candidati: FrancescoAdemollo, Milena Bontempi, Giuseppe Feola, Elena Gritti, Gianluigi Pasquale, Giacinto Plescia. 

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Sui titoli, sulle pubblicazioni e sulla discussione di ciascun candidato sono stati espressi giudiziindividuali e collegiali.La deliberazione ha individuato vincitore il sig. Francesco Ademollo.Letto, approvato e sottoscrittoFirenze, 20 gennaio 2012LA COMMISSIONEprof. Carlo Natali, presidenteprof. Franco Ferrari, membroprof. Franco Trabattoni, segretario. 

 

 
 
 

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Post n°77 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da hyakynthys
 
Tag: skema

 

schema-giuoco-Heidegger i. "Cum ipsi (majores homines) appellabant rem aliquam, et cum

secundum earn vocem corpus ad aliquid movebant, videbam, et

tenebam hoc ab eis vocari rem illam, quod sonabant, cum earn vellent

ostendere.   Hoc autem eos veile ex motu corporis aperiebatur: tamquam

verbis naturalibus omnium gentium, quae fiunt vultu et nutu oculorum,

ceterorumque membrorum actu, et sonitu vocis indicante affectionem

animi in petendis, habendis, rejiciendis, fugiendisve rebus. Ita verba in

variis sententiis locis suis posita, et crebro audita, quarum rerum signa

essent, paulatim colligebam, measque jam voluntates, edomito in eis

signis ore, per haec enuntiabam." (Augustine, Confessions, I. 8.)  Ricerche filosofiche di Ludwig Wittgenstein — giochi linguistici. È  ci dà da pensare l’essenza del fenomeno crea  consente spazio spazio essenza che si dispiega evento eventa nulla,  consente consenta già  qui e là costruzione gioco È  nello spazio sublimE Nulla  sublimitàNulla’evento che fonda un gioco linguistico il gioco linguistico “qui” o “là”:

 «là» qui  essere là, nel vuoto, là  Li “giochi linguistici” (ivi, § 7) è  evento nulla nulla evento è evento evento-gioco nulla evento«gioco linguistico» SprachspielWittgenstein «giochi linguistici» gioco linguistico (ivi, § 7) gioco linguistico“gioco linguistico”  «giochi linguistici» dinamiche dei giochi linguistici è già ontologica struttura dello spazio musicale, nello spazio musicale Ricerche-filosofiche-Wittgenstein ’essenziale del gioco linguistico“giochi”, giochi di palla, giochi? — esserci giochi“giochi’ concetto di gioco gioco di costruzioni schema-crea-mondo giochi c’è, l’esserci  nulla È nulla. — Ma è giocoQui senz’altro È  VOCE E IL FENOMENO crea-spazio spaziatura

decostruzione spazio-spaziatuta, deserto della forma

vuota phoné-spazialità è “in-scritto” infinita esserci

metafisica della presenza decostruzione de-costruttiva logica - metafisica della presenza presente a sé. È  voce fenomenica a sé presente, È si dà si dà, si dà È catastrofica all'infinito, presenza a sé all'infinito, infinita di infinita dal presente presenza a sè del presente. È crea infinito infinito È  phonè, storia della metafisica, voce fenomenica, essere presente a sé

– spaziale metafisico-musicale della voce, la spazialità della phonè dell'essere È spaziale spazia lo spazio crea la

presenza del presente là svelà  Lo spazio spazializza-spaziatura  È nulla non ha nulla nulla senza nulla È nulla ontologica, È presenza-del-presente infinito infinito'eventua fuor di sé. verità d'essere spazio-temporalità dispiega  voce

fenomenica della phoné.

crea spazializza spazio, È sé di sé con sé del presente infinitesimale  monade fenomenica  presenza a sé: infinitamente  infinita

ricettività.

La voce fenomenica è essere  presente,  esser a sé

presente, trascendenza a sé, la voce si

ascolta. Nulla phonè, voce fenomenica svela il suono che è nel

mondo, anzi la decostruzione della voce fenomenica della phonè svela la temporalità in sé phonè dà  crea spazio l'essere  È. È la phonè nel nulla,  nulla sovraevenienza, È ricettività. È  È già da sé “spaziatura” si spazia-spazio,  spazio è

tempo,  è fuori da sé, è  fuori-da-sé esserci nel mondo, nulla'infinitesimo crea infinito, eventua l'evento vuoto. Qui lo spazio È spaziatura, spaziale spazialità spaziatura spazialità-temporalità o spazio-tempo evento infinito vuota risonanza, spazio vuoto al di là nulla,È  spazia'infinità risonanza È esserci spatiotempo spazio-temporalinfinito, l'infinito essere o infinito nel finito"decostruzione"decostruzione  è evento essere-spazio nello spazio spazio-fonda-metafisica Qui,  fondamento metafisico vuoto "gioco"si gioca"Decostruzione", è"Infinito" nulla, decostruzione sentiero verso il nulla, risuona l'essere ousia, physis,parusia, nous, decostruzione Decostruzione decostruzione-metafisica.

È qui decostruzione della metafisica, c'è vuoto-nulla in gioco dell'essere di per sé  essere-infinito c'è nulla decostruzione, è di per sé gioco di fondamento "al di fuori e al di là" esserciCHORA-in sé senza-sostanza (ousia), è instabile, al di là chora“ricettacolo” TimeoDemiurgo “Chora’evento chora È I n-der-Welt-rein eventi dell’Essere Essere-Essenziale dell'Essere Essenziale (Wesen)Essere-spazio crea Eventi Dasein-Ereignis-Ontologie Dasein-Radura Dasein-dell’essere-nel-mondo, già essere-nel-mondo Dasein essere-nel-mondo-esser-già-in-radura GrundDaseins Dasein-Evento nulla “già” ontologico. Dasein-"gia”-ontologico dell’essere ontologico del Dasein è Dasein-«sempre-già»-Dasein del Dasein è  Dasein È già nel Dasein  il Dasein essenzia è.  Dasein già-sempre Dasein è Ereignis-senzA-ousìa> Ereignis-crea-chora chora la chora platonica non possiede un’essenza chora è l’essere dell’essere. Essere-chora, perchénon c’è nessuna essenza stabile instabilità-chora  decostruzione della metafi-sica classica presenza” stabile chora chora È chorà  È chorà-scheMetys “impensata” schematesis’essere, “metafisica della presenza”“nuova ontologia”Chora non possiede un’essenza struttura della chora-chora  la chora l’essere si sottrae. Chora dà la chora gioca Dà la chora con la chora  chora sulla chora.È chora, sfugge alle categorie della logica la chora non è paradigma(Timeo).La chora-chora-chora sfugge prossima alla teologia negativa, ontologica aldi là dell’essente chora-ricettacolo-spazialità della chora-chora-spazia-lità nella chora:  pensiero dellachora, la chora  al di qua e/o al di là“ricettacolo”chora-essere non è 

fondamento stabile la chora-infinita“ricettacolo” chora. La chora chora-che-“fonda sprofondando” e che “si sottrae  fonda”la chora chora è senza-ousia-fonda la chora ontologica. La chora c’è, chora chora-ricettacolo in sé è senza fondo, sfugge è in-fondata perché è “fondante-ousia-spazia spazio spazia-lità  spazio-chora-spazialità chora-dello-spazio-Evento dell’essere ‘spazio’ che si sottrae” è la chora. È dà la chora della chora-onto-logia: disvela È schemetis del nulla, chora dell’essere-chora chora-essere, chora-spaziatura chora-senza-ousia “chiasma-chora” chora-schema crea la chora  la chora-evento dell’essere-spazio, la chora-spazio-crea-lo-spazio dello spazio, ousia-spazio spaziali-tà-chiasma: lo spazio È spazialità-chora, spazialità  intrisa di spaziotempo dello spazio-spaziale-chora-scheMetys si dà Essere-vuoto-chora crea la chora fondante crea infinita chora arché che fonda La Chora della chora-“ricettacolo” o chora-chiasma. È  chora, è noumeno che sfugge nulla della chora,  chora della chora Khôra ChoraMETYs della chora. La chora spaziatura  della choramaTESIS È schemachora-ricettacolo chora“Chorainstabile della chora singolarità”. È spazialità della chora-che-crea dà, È Abscondita  eventa si è già singolarità ontologia-Khôra Khor-Chora-ontologia chorachora chora non è nulla nulla nulla che dà non è sostanza-ousia. È Abisso in essere, spazio vuoto, ma che non è vuoto. Nel Timeo È Khora è un gioco instabile,abisso, dà sé  eventa spaziatura, erranza. Qui o là, eventua l'infinito l'infinita eventa vuota. È dà è di per sé  c'è che dà  l'infinità o l'infinito-essere è la presenza di 

 

nulla all'infinito, gioco di presenza-assenza. È nulla, niente, senza nulla, ontologica per nulla, nulla nella monade monade-skema-del-nulla nulla nulla-che-è-senza-ousia, senza essente, nulla senza fenomena crea è infinito nulla nulla È Essere nulla è già evento  È È musica.Tale spazio è singolarità, essere singolarità,  essere singolarità spaziale essere-spazio ontologia dellà creatura-esserci. Grund-daseyn,  spazio-esserci flusso”lì vi si getta, si getta nel suo fondo è già, si dà  è ontologia dell'essere trascendenza, lo spazio spazio-Esserci, Esserci-cronotopia di esserci per la morte,

essere-per-la fine (Sein zum Ende). Dasein-spaziotempo topologico del Dasein: “Dasein-Tode ist”. Dasein-spaziotempo 

ontologico Esserci-Dasein-spaziotempo Esserci-È-Grund-abgrund Esseretempo,  Dasein-cronotopia-Dasein-È-l'Esserci, Dasein-exstasi, Dasein

ontologia, Dasein è già Essere-spaziotempo ermeneutico-ontologico: già da sempre È Dasein-esserci, è già sempre

progetto-spaziotempo: è spaziotempo, o

spazio-Dasein-spaziotempo, Esseretempo, è  creata ontologia-dell' estasi-ontologica è  Essere già di per sé in gioco è  ontologia essere-Dasein-spaziotempo. È  Cronotopia dell'essere si dà nel vuoto,  presenza-assenza,  ontologia È si sottrae ontologia-Exstasi’infinita. È pensiero  dell'essere spazio, essere in cammino o essere nel tempospazio  è  spazio degli spazi Raum, spazio, Raum, Rum,  sgombro, spazio  essere-spazio-???a spazio-t?p?? spazio Gegenstandlose è senza-ousia, spazioRaum è nientaltro-essere/nulla-schema-  essere-spazio-che-dà  sé  presenza infinità all'infinito, è la presenza del nulla all'infinito, gioco di presenza-assenza, senza nulla, senzanulla  Senza fenomenica ontologica-nulla, nulla non è altro. Non è  nulla  nulla senza la verità senza essere nulla senza essere fenomenico.  crea nulla, perché È nulla spazio È ontologico in ontologia è ontologia senza essere  metafisica e ontologia dell'ontologia  ontologia è là infinitaldilà" essere pensante " subsistenza Dasein nell'essere che si dà Dasein evento al di là aldilà qui e ora eventaldilà in sé, sé-sé  è eventa-oltre-sé in sé è già  fino in fondo, c'è eventità  crea: Evento (Ereignis) è  Esseretempo. L'evento: Evento (Ereignis) è Esseretempo dell'essereEreignisevento è  Ereigniseventità   Ereignis è  Ereigniseventità  EssereTempo per l'evento.Qui Erezgnis"evento" l'eventessere  l'essere è eventità  Ontosofïa e Ontologia dell'eventità  ontologica: la metafisica è onto-teo-logia onto-teo-logia'essenza della metafisica è  l'evento onto-teologico: La metafisica è teologia, essere vuoto? Essere pensiero è l'evento schematesis è Ontologia,  è  "essere fondamento". L'Essere degli esseri ontologico:è ontologica. È onto-teologico della metafisica  ontologico di Esseretempo ontologica eventità  ontologica o ontologia: Essere degli esseri eventità   Essere degli esseri è fondamento dell'essere, schema-in-essere, Essere è   l'essere eventità  che non ha alcun fondamento. La fondazione è già Lichtung-eventità-evento. Crea l'evento: La stessa eventità  è pensare e essere si dà l'essere-eventità  "Essere""di essere" dell'essere è eventità  abissAle si dà nell'abisso, è lì  Ge-stell eventità  Ge-stelleventità   Ge-stell  è Ge-stelleventità  Ge-stell è Ge-stelleventità  Ge-stell è  l'evento.  Ge-stell'eventoEreignis o eventoGe-stell: Ge-stell'evento, Ge-stell è evento, evento-eventità  evento preludio: Ge-stell è evento  Ge-stell'evento. L'evento Ge-stell sulla Ge-stell è l'evento È evento: L'evento è eventessere Ge-stellevento l'evento di Evento della fondazione già in essere. Qui vi è  schemetys di fondazione dell'Essere è l'evento/ Da-sein dell'Essere di essere Essere di esserci Crea già essere evento  in sé è Da-sein'evento. L'evento già Da-sein'evento è evento-schemaGe-stell, l'evento è essere: Essereventità   Essere è già è evento. Esserevento fonda Da-sein'evento l'eventessere schemetis abissale abisseventità  schemabissale'evento vuoto fondamento dell'essere c'è nulla  vuoto: L'eventoEr-eignis nihileventità  nihil-nulla-eventità  evento. Evento dell'essere è  evento si crea evento è l'evento  eventoEreignis  l'eventoErejgniseventità. L'eventoeventità   l'evento-nulla in sé Da-sein crea evento è l'evento eventità   è l'evento nulla. L'evento eventità   evento che dà c'è nient'altro l'evento. L'evento è di "là" è l'evento "là" fonda l'evento e nulla più. Non c'è nient'altro oltre l'evento l'eventoeventità: L'evento è l'essere è l'evento evento'evento. Qui essere evento qui è evento'evento, l'evento è evento è l'evento"là"  l'evento si dà. All'evento qui l'evento evento-evento dà La Musica È già l'evento, l'evento è l'evento che la eventua. In evento in sé evento eventotempoessere l'evento è tempessere evento di Esseretempo, spazio-tempo-evento.  È DASEyN non è niente. È spazio è creatura è creatura di eventitàQui evento evento senza tempo che dà l'essere, Dà l'essere,esserci"là"  c'è "è"  l'evento-Dell'essere'evento: l'evento è evento eventessere è l'evento evento-eventità che ci sia, c'è è l'evento mistero è l'evento. Crea l'evento, essere l'evento. O essere-l'evento di esseretempo che dà l'evento di essere l'evento evento-è-essere. Esserevento di essere: "Essere evento", in fondo nulla spaziale eventità-spazialità nulla. Niente da nulla.

 

 
 
 

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Post n°76 pubblicato il 05 Gennaio 2012 da hyakynthys
 
Tag: skema

...........................................Spazio...spaziotempo... spazio-interspazio...spazio-è-lo-spazio-essere-spazio-χώρα... È essere-spazio-χώρα...È musica. Tale spazio è singolarità, essere singolarità,  essere singolarità spaziale essere-spazio ontologia dellà creatura-esserci. La fenomenica o epistemica, R. Lanfredini, Intenzionalità, La Nuova Italia 1997, p.36. “passaggio dal caos al cosmo” R. Lanfredini, “Coscienza e flusso della vita: il

dato opaco della fenomenologia” in Coscienza e realtà, Clinamen, Firenze 2010, pp.63-77. o entità:essere è  trascendenza,  spazio-Grund-daseyn, essere in cammino già in essere infinito. Heidegger, In cammino verso il linguaggio,  spazio-esserci nelle parole di Roberta Lanfredini: “profondità del suo flusso”lì vi si getta, si getta nel suo fondo è già un privilegio, si dà  è ontologia dell'essere trascendenza, lo spazio spazio-Esserci, Esserci-cronotopia di esserci per la morte,

essere-per-la fine (Sein zum Ende).

Il passaggio  è quello di Heidegge Dasein-spaziotempo topologico del Dasein: “Dasein-Tode ist”. Dasein-spaziotempo 

ontologico Esserci-Dasein-spaziotempo Esserci-È-Grund-abgrund Esseretempo,  Dasein-cronotopia-Dasein-È-l'Esserci, Dasein-exstasi, Dasein

ontologia, Dasein è già Essere-spaziotempo ermeneutico-ontologico: già da sempre È Dasein-esserci, è già sempre

progetto-spaziotempo: è spaziotempo, o

spazio-Dasein-spaziotempo, Esseretempo, è  creata ontologia-dell' estasi-ontologica è  Essere già di per sé in gioco è  ontologia essere-Dasein-spaziotempo. È  Cronotopia dell'essere si dà nel vuoto,  presenza-assenza,  ontologia È si sottrae ontologia-Exstasi’infinita. È pensiero  dell'essere spazio, essere in cammino o essere nel tempospazio  è  spazio degli spazi Raum, spazio, Raum, Rum,  sgombro, spazio  essere-spazio-χώρα spazio-τόπος M. Heidegger, “Costruire abitare pensare” Mursia, Eraclito, Mursia. La χώρα-spazio Gegenstandlose è senza-ousia, spazioRaum è nientaltro-essere/nulla-schema-essere-spazio-χώρα ...com...schema-giuoco-Heidegger  "Cum ipsi (majores homines) appellabant rem aliquam, et cum

secundum earn vocem corpus ad aliquid movebant, videbam, et

tenebam hoc ab eis vocari rem illam, quod sonabant, cum earn vellent

ostendere.   Hoc autem eos veile ex motu corporis aperiebatur: tamquam

verbis naturalibus omnium gentium, quae fiunt vultu et nutu oculorum,

ceterorumque membrorum actu, et sonitu vocis indicante affectionem

animi in petendis, habendis, rejiciendis, fugiendisve rebus. Ita verba in

variis sententiis locis suis posita, et crebro audita, quarum rerum signa

essent, paulatim colligebam, measque jam voluntates, edomito in eis

signis ore, per haec enuntiabam." (Augustine, Confessions, I. 8.)  Ricerche filosofiche — giochi linguistici. È  ci dà da pensare l’essenza del fenomeno, crea,  consente spazio spazio essenza che si dispiega evento, eventa nulla,  consente consenta già  qui e là costruzione gioco È  nello spazio sublimE Nulla  sublimitàNulla’evento che fonda un gioco linguistico il gioco linguistico “qui” o “là”:

 «là» qui  essere là, nel vuoto, là  Li “giochi linguistici” è  evento nulla nulla evento è evento evento-gioco nulla evento«gioco linguistico» Sprachspiel-Wittgenstein «giochi linguistici» gioco linguistico o  «giochi linguistici» dinamiche dei giochi linguistici è già ontologica struttura dello spazio musicale, nello spazio musicale essenziale del gioco linguistico“giochi”, giochi di palla, giochi? — esserci giochi“giochi’ concetto di gioco gioco di costruzioni schema-crea-mondo giochi c’è, l’esserci  nulla È nulla. — Ma è giocoQui senz’altro È  VOCE FENOMENO crea-spazio spaziatura

decostruzione spazio-spaziatuta, deserto della forma

vuota phoné-spazialità è “in-scritto” infinita esserci

metafisica della presenza decostruzione de-costruttiva logica - metafisica della presenza presente a sé. È  voce fenomenica a sé presente, È si dà si dà essere-spazio-χώρα, si dà È catastrofica all'infinito, presenza a sé all'infinito, infinita di infinita dal presente presenza a sè del presente. È crea infinito infinito È  phonè, storia della metafisica, voce fenomenica, essere presente a sé

– spaziale metafisico-musicale della voce, la spazialità della phonè dell'essere È spaziale spazia lo spazio crea la

presenza del presente là svelà  Lo spazio spazializza-spaziatura  È nulla non ha nulla nulla senza nulla È nulla ontologica, È presenza-del-presente infinito infinito'eventua fuor di sé, verità d'essere spazio-temporalità dispiega  voce

fenomenica della phoné.

crea spazializza spazio, È sé di sé con sé del presente infinitesimale  monade fenomenica  presenza a sé: infinitamente  infinita

ricettività.

La voce fenomenica è essere  presente,  esser a sé

presente, trascendenza a sé, la voce si

ascolta. Nulla phonè, voce fenomenica svela il suono che è nel

mondo, anzi la decostruzione della voce fenomenica della phonè svela la temporalità in sé phonè dà  crea spazio l'essere  È. È la phonè nel nulla,  nulla sovraevenienza, È ricettività. È essere-spazio-χώρα È già da sé “spaziatura” si spazia-spazio,  spazio è

tempo,  è fuori da sé, è  fuori-da-sé esserci nel mondo, nulla'infinitesimo crea infinito, eventua l'evento vuoto. Qui lo spazio È spaziatura, spaziale spazialità spaziatura spazialità-temporalità o spazio-tempo evento infinito vuota risonanza, spazio vuoto al di là nulla,È  spazia'infinità risonanza È esserci spatiotempo spazio-temporalinfinito, l'infinito essere o infinito nel finito"decostruzione"decostruzione  è evento essere-spazio nello spazio spazio-fonda-metafisica Qui,  fondamento metafisico vuoto "gioco"si gioca"Decostruzione", è"Infinito" nulla, decostruzione sentiero verso il nulla, risuona l'essere ousia, physis,parusia, nous, decostruzione Decostruzione decostruzione-metafisica.

È qui decostruzione della metafisica, c'è vuoto-nulla in gioco dell'essere di per sé  essere-infinito c'è nulla decostruzione, è di per sé gioco di fondamento "al di fuori e al di là" esserciCHORA-in sé senza-sostanza (ousia), è instabile, al di là chora“ricettacolo” TimeoDemiurgo “Chora’evento chora È I n-der-Welt-rein eventi dell’Essere Essere-Essenziale dell'Essere Essenziale (Wesen)Essere-spazio crea Eventi Dasein-Ereignis-Ontologie Dasein-Radura Dasein-dell’essere-nel-mondo, già essere-nel-mondo Dasein essere-nel-mondo-esser-già-in-radura GrundDaseins Dasein-Evento nulla “già” ontologico. Dasein-"gia”-ontologico dell’essere ontologico del Dasein è Dasein-«sempre-già»-Dasein del Dasein è  Dasein È già nel Dasein  il Dasein essenzia è.  Dasein già-sempre Dasein è Ereignis-senzA-ousìa> Ereignis-crea-chora chora la chora platonica non possiede un’essenza chora è l’essere dell’essere. Essere-chora, perché non c’è nessuna essenza stabile instabilità-chora  decostruzione della metafi-sica classica presenza” stabile chora chora-essere-spazio-χώρα È chorà  È chorà-scheMetys “impensata” schematesis’essere, “metafisica della presenza”“nuova ontologia”Chora non possiede un’essenza struttura della chora-chora  la chora l’essere si sottrae. Chora dà la chora gioca Dà la chora con la chora  chora sulla chora.È chora, sfugge alle categorie della logica la chora non è paradigma(Timeo).La chora-chora-essere-spazio-χώρα-chora sfugge prossima alla teologia negativa, ontologica aldi là dell’essente chora-ricettacolo-spazialità della chora-chora-spazia-lità nella chora:  pensiero della chora, la chora  al di qua e/o al di là“ricettacolo”chora-essere non è 

fondamento stabile la chora-infinita“ricettacolo” chora. La chora chora-che-“fonda sprofondando” e che “si sottrae  fonda”la chora chora è senza-ousia-fonda la chora ontologica. La chora c’è, chora chora-ricettacolo in sé è senza fondo, sfugge è in-fondata perché è “fondante-ousia-spazia spazio spazia-lità  spazio-chora-spazialità chora-dello-spazio-Evento dell’essere ‘spazio’ che si sottrae” è la chora. È dà la chora della chora-onto-logia: disvela È schemetis del nulla, chora dell’essere-chora chora-essere, chora-spaziatura chora-senza-ousia “chiasma-chora” chora-schema crea la chora  la chora-evento dell’essere-spazio, la chora-spazio-crea-lo-spazio dello spazio, ousia-spazio spaziali-tà-chiasma: lo spazio È spazialità-chora, spazialità  intrisa di spaziotempo dello spazio-spaziale-chora-scheMetys si dà Essere-vuoto-chora crea la chora fondante crea infinita chora arché che fonda La Chora della chora-“ricettacolo” o chora-chiasma. È  chora, è noumeno che sfugge nulla della chora,  chora della chora Khôra ChoraMETYs della chora. La chora spaziatura  della choramaTESIS È schemachora-ricettacolo chora“Chorainstabile della chora singolarità”. È spazialità della chora-che-crea dà, È Abscondita  eventa si è già singolarità ontologia-Khôra Khor-Chora-ontologia chora-essere-spazio-χώρα-chora chora non è nulla nulla nulla che dà non è sostanza-ousia. È Abisso in essere, spazio vuoto, ma che non è vuoto. Nel Timeo È Khora è un gioco instabile,abisso, dà sé  eventa spaziatura, erranza. Qui o là, eventua l'infinito l'infinita eventa vuota. È dà è di per sé  c'è che dà  l'infinità o l'infinito-essere è la presenza d'essere-spazio-χώρα-nulla all'infinito, gioco di presenza-assenza. È nulla, niente, senza nulla, ontologica per nulla, nulla nella monade monade-skema-del-nulla nulla nulla-che-è-senza-ousia, senza essente, nulla senza fenomena crea è infinito nulla nulla-essere-spazio-χώρα È Essere nulla è già evento-χώρα...    ...............................................

 
 
 

skemurgia

Post n°75 pubblicato il 23 Dicembre 2011 da hyakynthys
 
Tag: skema

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Cur ergo errat anima quam fecit Deus?substantia 

chaos Fonda Demiurgo che ordina il mondo 

Zaradhust o classico di Dionisio fatto a brani dai Titani 

gnosticismo o manicheismo o neoplatonismo o neo- 

pitagorismo Platone  

metafisica Fedone e nel Fedro di- 

scordia pura Bellezza-stabile Gorgia Plotino, Jam- 

blico, Proclo  magia  crea il mondo  monaDio creatore 

 risuona Cur ergo errat anima quam fecit 

Deus? Dionigi-Proclonella Magia dell' Essere il nulla, crea panteismo crea ex nihilo dal nulla  Metafisica  ricet- 

tacolo crea nulla crea crea ab inizio  crea l'Anima del Mondo crea essere nel Nulla  1'essere nulla Crea la creazione. 

 Proclo: Crea1'essere sia la sostanza che la forma oltre bellezza nulla substantia nullo o nulla in  essere  il nulla. Perchè nulla?  nulla, sono nulla il 

nulla la morte,crea la creaturaEsserel' Essere crea ex nixilo crea creata consustanzia crea dell'essereousia 1' Essere da Proclo Proclo o essere 

nulla nel mondo essere  nell'Isole dei Beati PROCLO-Timeo- PROCLO crea la mistica O essere nullum nullum  nullum  nihil del Demiurgo dei Manichei crea  estatico bellezze  risonanze  di nulla  nulla al mondo 

di nulla  crea nulla nulla crea qui fin qui qui sunt nonnul- 

lus v'e nullus crea creature  neopitagorica  spaziale C'e la bellezza  spaziale, supera lo spa- 

zio, vince lo spazio,crea la musica. 

 musica-modello degli Dei creatori crea trascende bellezza si presenta  si manifesta Nulla

prerazionale-super-razionale intuizione pura modello

Crea bellezza Demiurgo di Platone modello che crea infinito. Crea Timeo 1'infinita Bellezza nel mondo 

Tale  Demiurgo  metafisica della essenza Proclo  modello della potenza creatrice o 

meglio delle potenze creatrici  PHOCLO, Elementi di Teologia, Proclo crea creando crea modelli e schemi  insiti schemi senza 

ragione, 1' Essere increata nel mondo crea crea'essere  creature creatura nihilNihil nihil dissonare crea la creazione  nulla c'e Essere, creaVerita creatrice enti aventi  ontologica'esistenza della metafisica platonica nihil  spazia contemplal'essere puro svela  spaziotempo  

Creato nihilnihil crea  il nulla crea la figura crea la verita di pensiero nel creatore e nella creatura. 

 crea creatura creata nulla nulla svela Crea nulla  nihil  sublimi.  nulla in se nulla, nulla est nulla crea Senz'altro  PENSIERO nihil anzi  crea  nihil  crea singolarita  pen- 

siero pensante e pensiero pensato  

crea CreaNulla,  creatrix 

dell'essere l'essere nihil nihilessere nell'es- 

sere nulla,  crea nihil  creatura  Crea C'e Crea 

la creatura Creanulla 

Nihil  Nulla crea consente di es- 

sere che il nulla, vuota nulla, nullaQui creaCrea nihil crea creature vuote, crea vagheggia vagheggia crea vagheggia crea crea creata crea creato nulla vuoto crea  nulla nulla nulla dell'essere che crea e che crea 1'architettura 

e le arti, il linguaggio e le lettere, il calcolo, la musica, la filosofia,  crea eventi in nulla che crea nulla 

L'essere sublime  

C'e crea. La natura crea creatura gettata  crea crea crea 

crea crea creacrea-creacreasublime crea l'infinito. di Dio (1). Cosi per Ago- 

stino, come abbiamo visto, in rapporto alle cose terrene 

esse sono gli interpret!, per quanto in maniera umana, 

cioe imperfetta, della razionalita eterna. Ed in questa 

inerpretazione esse devono essere seguite quando non 

sorge il contrasto fra la loro voce e quella della Chiesa. 


Ci sono poi tutte le altre forme di autorita umana, 

quella degli uomini sapienti, quella di chi per qualsiasi 

motivo e degno di fede, o ha acquistato dimestichezza 

in una determinata arte o disciplina (secondo il con- 

cetto socratico) in modo da dovere essere in quel campo 

ascoltato e seguito, fino a quella piu comune e modesta 




(1) Rom., Xin, 1-2, 




282 


del genitori verso i figli, delle quali abbiamo gia par- 

lato. 


In tutti questi casi il fondamento del concetto di 

autorita e la impossibilita di conoscere tutto per espe- 

rienza propria e quindi la necessita di credere per quella 

degli altri : sicut ergo de visibilibus quae non videmus, 

eis credimus qui viderunt... de invisibilibus, quae haec 

a nostro sensu exteriore remota sunt, iis nos oportet 

credere, qui haec in illo incorporeo lumine disposita 

didicerunt vel manentia contuentur (1). 


Autorita e testimonianza di cose conosciute, massi- 

ma e indiscutibile nella Ghiesa, in cui la testimonianza 

dei martiri rende certo quanto essi hamio affermato di 

aver visto e conosciuto, minore negli altri casi fino a 

quella vaga della pubbliea opinione, soggetta in questi 

casi ad esser discussa e idonea soltanto a far riflettere 

a quanto poi la ragione potra spiegare. L'autorita e in- 

fatti guida della ragione e non altro, ma non di meno 

guida necessaria. fi luce che mette in condizione di ve- 

dere 1'occhio della mente e, per quanto Agostino ne 

dimostri la insufficienza razionale nel <c De Libero Ar- 

bitrio a proposito delle leggi umane alle quali si crede 

ma per le quali non si conosce (2), esso ne afferma 

risolu.tamente il valore nel De Ordine dove se ne fa 

una ampia trattazione e si distingue in divina e uma- 

na (3), nel cc De quantitate animae (4), nel cc De Vera 

Religione (5), in altri passi del Libero arbitrio e 




(1) De Civ. Dei, 1. XI, cap. III. 


(2) De Libero Arbitrio, 1. I, cap. IV, 9. 


(3) De Ordine, 1. II, cap. IX, 26 e 27. 


(4) De quantitate animae, cap. VII, 12. 


(5) De vera Religione, cap. VIII, 14. 




283 


nei suoi scritti posteriori, tra cui nel De Trinitate e 

soprattutto nel cc De utilitate credendi (1) in cui afferma 

risolutamente e definitivamente, come abbiamo gia vi- 

sto : melius profecto stulti omnes viverent si servi pos- 

sent esse sapientum (2). 


Cosi attraverso il concetto dell'autorita come prin- 

cipio di conoscenza viene in campo di nuovo la questione 

della liberta, di quel problema che ha assunto una for- 

ma parossistica e forse patologica nei tempi moderni: 

la liberta del pensiero, che per Agostino si presentava 

sotto nn altro aspetto: la liberta dell'errore. Agostino 

la nega. 


Se Lattanzio aveva di fronte agli imperatori romani 

invocato la liberta del pensiero in nome del tempio 

della coscenza individuale, in nome della superiore na- 

tura della ragione umana che deve essere rispettata, 

Agostino, partendo dalla sua concezione volontaristoca 

dell'errore, invoca, di fronte agli imperatori cristiani, 

la repressione dell'errore, auspica la Santa Inquisizione 

dei tempi futuri. 


L'ardente polemica con i donatisti gli da la materia 

per 1'affermazione del suo principio dinamico : cogite 

intrare o cc compelle intrare . 


Se 1'errore e un atto di volonta contrario al pensiero 

che si puo dir veramente tale soltanto se e pensiero 

vero, e necessario che 1'uomo sia condotto dall'autorita 

colla ragione o colla forza a pensare le cose vere, a ri- 

nunziare all' opera della fantasia. Costringere 1'uomo 

che erra a pensare interamente, a cercare la verita, a 




(1) De Trinitate, 1. XV, cap. XII, 21. 


(2) De utilitate credendi, cap. XII, 27. 




284 


trovare la verita e, in chi e rivestito di aitforita, non un 

diritto, ma un dovere. Se 1'errore nasce dal legame di 

una consuetudine nociva e necessario che questo legame 

sia spezzato. 


Neil'epistola XGIII cc ad Vincentium Agostino po- 

ne i suoi argomenti fondamentali su questo punto. 


Si puo perniettere che un pazzo frenetico corra li- 

beramente al precipizio? O si deve in tal caso ritrar- 

nelo anche colla forza? cc Si enim quisquam inimicum 

suum periculosis febribus phreneticum factum, currere 

videret in praeceps, nonne tune potius malum pro ma- 


10 redderet si eum sic currere permitteret, quam si cor- 

ripiendum ligamdumque curaret? (1). Quale e dunque 

un male, la violenza contro il pazzo o la rovina del 

pazzo? Indubbiamente la violenza e un bene se sottrae 


11 pazzo alia propria rovina. 


E subito dopo : cc Cum vero terrori utili doctrina sa- 

lutaris adiungitur, et non solum tenebras erroris lux 

veritatis expellat, verum etiam malae consuetudinis 

vincula vis timoris abrumpa't, de multorum sicut dixi 

salute laetamur (2). cosi la violenza in questi casi un 

atto di liberazione, non e di ostacolo alia liberta uma- 

na, ma e 1'azione che libera il pensiero dai vincoli della 

consuetudine che ha asservito la volonta dell'uomo. 


La violenza non e di per se un male come non e 

un giusto, cioe un martire chi la subisce. La violenza 

la usano i buoni e i cattivi e la subiscono i buoni e i 

cattivi. Essa e 1'esplicazione di una potenza naturale di 

per se indifferente al bene e al male se non addirittura 




(1) Ep. XCIII ad Vincentium, 2. 


(2) Ivi, 3. 




285 


buona in quanto per natura e destinata al bene: Ali- 

quando ergo et qui cam patitur, injustus est, et qui 

earn facit iustus est. Sed plane semper et mail persecuti 

sunt bonos, et boni persecuti sunt malos: illi nocendo 

per injustitiam, illi consulendo per disciplinam, illi inu- 

maniter, illi temperanter, illi servientes cupiditati, illi 

caritati. Nam qui trucidat non considerat quemadmo- 

dum secet; ille enim persequitur sanitatem, ille putre- 

dinem. Occiderunt impii prophetas, occiderunt impios 

et propbetae. Flagellaverant judaei Christum, judaeos 

flagellavit et Christus. Traditi sunt apostoli ab homi- 

nibus potestati bumanae, tradiderunt et apostoli homi- 

nes potestati Satanae. In his omnibus quid adtenditur, 

nisi quis eorum pro veritate, quis pro iniquitate, quis 

nocendi caussa, quis emendandi? (1). fi dunque il 

principio animatore della violenza che la giustifica o la 

condanna. Ne e vittima o martire chi la subisce per 

una causa giusta. Inf atti : Si semper esset laudabile 

persecutionem pati, sufficeret Domino dicere, Beati qui 

persecutioneni patiuntur; nee adderet, propter justi- 

tiam (2). fi chi si sottopone alia persecuzione per la 

verita che e martire e giusto; 1'altro e un empio che 

subisce la giusta pena del suo peccato. 


Cosi colla pena gli uomini sono ricondotti a se stessi, 

sono spinti alia necessita di pensare, sono spinti verso 

la verita oc ut coercitione exiliorum atque damnorum, 

admoneantur considerare quid, quare patiantur (3). 

Cosi la persecuzione dell'errore come ogni altra cosa puo 

essere medicina dell'anima secondo il concetto socratico. 




(1) Ep. XCHI ad Vincentium, 8. 


(2) M. 


(3) Ivi, 10. 




286 


Con essa 1'uomo e costretto a considerare il perche di es- 

sa, e portato a conoscenza del male, ha la rivelazione del 

bene. Essa e la cura della volonta la quale, traviandosi, 

ha errato e, punita, deve tornare alia propria integrita 

naturale di volonta di bene. Essa e giustificata appunto 

dalla volontarieta dell'errore appunto perche cc nee er- 

ror esset si nihil 8nulla La creazione  

bellezza: Cicerone bellezza bellezza  Proclo 

e altri neoplatonicimistica ontologica dell'esistenza di Dio Plotino...................................

 
 
 

proklus

Post n°74 pubblicato il 04 Luglio 2010 da hyakynthys
 
Tag: proklus

Egli [ vale a dire Proclo ] parla prima circa le differenze che separano i cosiddetti Poteri divini , come alcuni sono più materiali e di altri più immateriale , alcuni gioiosa (hilarai) e altri solenne (embritheis), Alcuni arrivano insieme a demoni e gli altri arrivano puro. Subito dopo si passa alle condizioni adeguate per invocazione : i luoghi in cui si verifica , di quegli uomini e quelle donne che vedono la Luce Divina , e circa il gesti divina (schêmatôn) E segni (sunthêmatôn) che mostra. In in questo modo si ottiene intorno alla Theagogies di ispirazione divina (tas entheastikas theagôgias) [a theagôgia è un disegno o un disegno in giù su] divina. " Di cui , "dice "alcuni agire su oggetti inanimati e altri a animare esseri : alcuni di quelli che sono razionali , altre su quelli irrazionali. Inanimato oggetti, "continua "sono spesso pieni di Luce Divina , come le statue che danno oracoli sotto l'ispirazione (epipnoias) Di uno degli dei o di buona Demoni . Così pure , ci sono uomini che sono in possesso e che ricevono uno spirito divino (pneuma theion). Alcuni lo riceve spontaneamente , come quelli che si dicono di essere ' preso da Dio '(theolêptoi), Sia in momenti particolari , o intermittente e sul occasione. Ci sono altri che si lavori, fino ad uno stato di ispirazione (entheasmôn) da azioni deliberate , come la profetessa di Delfi , quando lei si siede sopra il baratro , e altri che bere acqua divinatoria ". successiva , dopo aver detto ciò che hanno a che fare [ i. e. per guadagnare ] ispirazione divina , egli continua : "Quando si verificano queste cose , poi in Perché una Theagogy e un'ispirazione (epipnoian) abbiano effetto , devono essere accompagnato da un cambiamento di coscienza (tes parallaxia dianoias). Quando divino ispirazione (entheasmôn) Proviene ci sono alcuni casi in cui il posseduto (tonnellata katochôn) Diventano completamente oltre a se stessi e inconsapevole di se stessi (existamenôn ... kai oudamôs heautois parakolouthountôn). Ma ci sono altri in cui , in alcuni notevoli modo, essi mantengono la coscienza. In questi casi è possibile per il soggetto al lavoro il Theagogy su se stesso, e quando riceve l'ispirazione (epipnoian), è consapevole di ciò che [ vale a dire il Divino Power] fa e ciò che dice , e quello che ha a che fare release il [ meccanismo di] possesso (pothen dei apoluein a kinoun). Tuttavia, quando il perdita di coscienza (ekstaseôs) è totale, è indispensabile che qualcuno nel pieno comando delle sue facoltà assiste il " posseduto. Poi, dopo molti dettagli sul diversi tipi di Theagogy , conclude infine : "E 'necessario innanzi tutto rimuovendo tutti gli ostacoli che bloccano l'arrivo degli Dei e di imporre una calma assoluta intorno a noi stessi in modo che la manifestazione degli spiriti (pneumata) Abbiamo invocare avviene senza tumulto e in pace (atarachos kai meta galênês) ". E aggiunge ulteriore " Le manifestazioni degli Dei sono spesso accompagnate da materiale Spiriti che arrivano e si muovono con un certo grado di violenza , e che il più debole medium non può resistere . "

 
 
 

gp

Post n°73 pubblicato il 07 Marzo 2010 da hyakynthys
 
Tag: gp
Foto di hyakynthys

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teet

Post n°72 pubblicato il 21 Gennaio 2010 da hyakynthys
 

Platone Teeteto
18
(42) non siamo schiavi dei discorsi, ma sono i discorsi a essere come servi nostri e ciascuno di essi attende di essere
concluso quando paia a noi.
Del resto non c'è giudice o spettatore a sovrintendere presso di noi, come presso i poeti, a muovere critiche e a darci
ordini.
SOCRATE: Parliamo dunque, come è naturale, poiché a te così piace, dei corifei: per qual motivo infatti uno
dovrebbe parlare di quelli che con ogni leggerezza si occupano della filosofia. Quelli invece che sono veramente filosofi
anzitutto fino da giovani non conoscono la strada per la piazza, né dove si trova il tribunale, la sede del consiglio, né di
alcun altro consesso della città. Non studiano nè ascoltano leggi o provvedimenti divulgati oralmente o scritti.
Intrallazzi di associazioni per le cariche pubbliche, riunioni, pranzi e feste con le auletridi non avviene loro di fare
neppure in sogno. Se uno in città ha origini nobili o meno, se uno ha qualche ombra come nascita da parte dei
progenitori, sia del padre come della madre, sono cose che a lui, filosofo, sfuggono di più di quelli che siano i bicchieri
d'acqua che, si dice, si trovano nel mare. E non sa nemmeno di non saperle tutte queste cose. E non si tiene neppure
lontano da esse per ottenere buona fama: soltanto il suo corpo abita nella città e qui ha la sua residenza, ma la sua
anima, considerando tutte queste cose meschine e da nulla e considerandole con disprezzo, si lascia portare, secondo il
detto di Pindaro,(43) ovunque, fino «nelle profondità della terra» e ne misura le superfici: ora invece «in alto nel cielo»,
a scoprire le leggi del firmamento, e indaga per intero tutta la natura degli esseri, ciascuno nella sua interezza, senza mai
ripiegare se stessa su alcuna delle cose vicine.
TEODORO: Come mai dici questo, Socrate?
SOCRATE: Come anche di Talete si racconta, o Teodoro, che mentre mirava gli astri e guardava in su, cadde nel
pozzo: e una servetta di Tracia, piuttosto in gamba e carina, prendendolo in giro gli disse che lui desiderava conoscere i
fenomeni celesti, ma si lasciava sfuggire quelli che aveva davanti a sé e sotto ai suoi piedi.
Questo motteggio è ben appropriato a tutti coloro che si occupano di filosofia. In realtà a chi è tale non solo sfugge
chi è presso di lui, e cosa fa il vicino, ma quasi è incerto se è un uomo o qualche altra creatura. Ma cosa mai è l'uomo e
cosa a una tal natura conviene fare o subire, a differenza degli altri esseri, egli ricerca e di tale attività si occupa. Mi
segui, ora, Teodoro, o no?
TEODORO: Io sì e tu dici bene.
SOCRATE: Dunque, amico mio, quando un simile individuo, in privato o in pubblico, come dicevamo all'inizio, si
imbatte in qualcuno, e quando in tribunale o altrove è costretto a parlare di quello che ha tra i piedi o sotto gli occhi,
offre materia di riso non solo alle donne di Tracia e a tutta la restante moltitudine, ma cade nel pozzo e in ogni sorta di
difficoltà per inesperienza, perché la sua balordaggine è inusitata e offre l'immagine di ogni inettitudine. Infatti nelle
ingiurie, poiché non conosce nessuna macchia di nessuno, per il fatto che non se n'è mai occupato, non ha alcuna
capacità di ingiuriare direttamente nessuno, e trovandosi così incerto, diviene ridicolo. Ma durante le lodi ed esaltazioni
attribuite ad altri, non per simulazione, ma facendosi vedere ridere schiettamente, sembra essere un motteggiatore. E
quando viene elogiato un tiranno o un re come un pastore, egli ritiene di udire che costui venga lodato perché come
allevatore di porci, o di pecore o di mucche, munge molto latte: egli pensa però che essi mungano e pascolino un
animale più difficile a trattarsi e più pericoloso di quelli e che è necessario che questo tale diventi rozzo e incolto per
tutti i suoi traffici non meno dei pastori, proteggendosi tutto intorno da un muro, come da un recinto i pastori in
montagna. E quando sente dire che uno è proprietario di una quantità immensa di terra, perché ne possiede diecimila
peltri (44) e anche di più, crede di sentir parlare di una inezia, abituato com'è a considerare tutta la terra. E quando
compongono inni sulle stirpi sostenendo che uno è nobile perché può mostrare sette antenati ricchi, egli ritiene che
questo elogio è proprio di coloro che vedono poco e ottusamente, e che per la loro ignoranza non sono in grado di
abbracciare con lo sguardo il tutto, né di considerare che ciascuno di avi e di progenitori ne ha un numero sterminato,
nel quale si trovano i ricchi e i poveri, i re e gli schiavi, i Greci e i barbari, e ciascuno può averne ripetutamente un
infinità. Ma per quelli che si esaltano per un catalogo di venticinque antenati e che riportano la loro ascendenza a Eracle
figlio di Anfitrione (45) tutto questo a lui appare alquanto strano e di grande piccineria, e se la ride di costoro che non
riescono a comprendere che il venticinquesimo rampollo da Anfitrione in su e quello dei cinquanta di quelli venuti da
lui furono tali e quali la sorte li combinò, e così non sono neanche in grado di allontanare la vuota alterigia della loro
anima dissennata. In tutte queste situazioni dunque un uomo come questo viene deriso dai più, sia perché, come sembra,
ha un atteggiamento insolente, sia perché ignora quel che ha tra i piedi e perde la bussola in ogni circostanza.
TEODORO: Tu dici proprio quel che avviene, o Socrate.
SOCRATE: Ma quando lo stesso ha la capacità di elevare in alto qualcuno, e questo qualcuno vuole, per tenergli
dietro, portarsi lontano da problemi come «in che cosa io ho fatto ingiustizia a te e tu a me?», per volgersi invece alla
considerazione della giustizia in sé e dell'ingiustizia, che cosa è peculiare dell'una e dell'altra, e in che cosa differiscono
da tutte le cose e fra di loro, o si tiene lontano da problemi quale «se il re è felice» e se lo è «chi ha accumulato molto
oro», per volgersi a considerare la condizione regale e più in generale la felicità e l'infelicità umana, quali mai sono
l'una e l'altra, e in che modo giova alla natura dell'uomo avere parte dell'una e tenersi lontano dall'altra, quando su tutte
queste questioni debba a sua volta dar conto quello che abbiamo definito piccolo d'animo, scaltro e cavilloso, a sua
volta rende al filosofo il controcanto. Perché, appeso dall'alto e in preda alle vertigini, e guardando così sospeso dall'alto
in giù, per mancanza di abitudine è spaventato e si trova in difficoltà e incespica nel parlare e offre materia di riso non
alle Tracie, nè a un altro qualunque ignorante, che non si rendon neppure conto, ma a tutti coloro che sono cresciuti in
condizione diversa da quella degli schiavi. Questo, Teodoro, è il tenore di vita dell'uno e dell'altro, l'uno, quello che
chiami filosofo, per essere in realtà stato tirato su nella libertà e nell'ozio può dare l'apparenza di essere senza vergogna,

 
 
 

idea-ombra

Post n°71 pubblicato il 21 Novembre 2009 da hyakynthys
 

 
 
 

hk

Post n°70 pubblicato il 31 Ottobre 2009 da hyakynthys
 
Tag: ikon

De

 
 
 

gi@8

Post n°69 pubblicato il 27 Ottobre 2009 da hyakynthys
 
Tag: gi@

 
 
 

gi@

Post n°68 pubblicato il 26 Ottobre 2009 da hyakynthys
 
Tag: gi@

 
 
 

stringontology

Post n°66 pubblicato il 01 Ottobre 2009 da hyakynthys
 

 uno spazio "interno". Il fotone (il Bosone di gauge) ? la Risposta a ripristinare l'aspetto ", Che significa matematicamente l'invarianza della" azione "con questa rotazione interna. I fisici teorici sono appassionato di oggetti simili Mettere insieme CHIAMATO gruppo. Per il caso di interazione elettromagnetica, vi ? un solo tipo di oggetti - Le Due dimensioni rotazione interna. Gli Spostamenti Diversi rotazione formare un gruppo, questo gruppo particolare ? CHIAMATO U (1). Il simbolo U indica Che la TRASFORMAZIONE (la rotazione interna) ? unitaria, Che conserva la Normalizzazione (Probabilit?). Questa U (1) Gruppo ha la propriet? di Che le Operazioni interne di rotazione sono commutativa - matematici chiamano questo tipo di gruppo di un Gruppo Abeliano. Invarianze calibro simili ESISTONO per le interazioni forti e deboli, la rotazione "interno" Dipende da pi? di un Parametro In questi casi. Gruppo di oggetti PU? Essere formata da queste generalizzata "Spostamenti di rotazione". Tuttavia, QUESTI elementi non sono pi? commutativa. Tali gruppi sono Chiamati non abeliane. La teoria di gauge per La U (1) si chiama L'Elettrodinamica quantistica (QED).

Il Gruppo non Abeliano Chiamata SU (2) ? applicabile al caso di interazione debole. La rotazione interna ? generalizzata a tre parametri Corrispondenti a tre Bosoni di gauge Diversi - W +, W -, E Z0. Le particelle partecipanti sono il mancino coppia di leptoni. Nel modello di Weinberg-Salam, il mancino leptoni possono subire SIA le interazioni elettromagnetiche e deboli, Mentre la mano destra elettrone PU? Partecipare solo in electronmagnetic interazione. Cos? il modello unificazione queste interazioni dovute. Questa asimmetria di chiralit? ? legato al fenomeno della Violazione di parit? di interazione debole, ed ? Stata verificata definitivamente nel 1950. L'Unificazione elettrodebole si verifica al di Energia Superiore uno Gev 102. Una complicazione deriva per Quanto Riguarda la massa dei Bosoni di gauge per le qualifiche, l'originale teoria di Yang-Mills ha omesso di tener Conto. Nella versione moderna, la massa Viene generato con un processo CHIAMATO Il Meccanismo di Higgs, Che Propone Alcuni Campi Scalari CHIAMATO i campi di Higgs ESISTE nel vuoto. Nel formalismo matematico QUESTI campi di Higgs sono aggiunti alla "azione" per l'interazione elettrodebole. Alla temperatura di transizione (? accaduto nei primi mesi del Big Bang), QUESTI campi di Higgs passare per gli Stati pi? stabili del livello di energia pi? bassa. Una Volta Che Accade questo, tutte le particelle (SIA Bosoni e fermioni) avrebbe Acquisito Massa interagendo con i condensati di Higgs. Vi ? ora un consenso convincente dei risultati sperimentali uno sostegno di questa teoria elettrodebole.

Quando la rotazione interna ? generalizzata uno SU (3), La teoria di gauge PU? Essere applicata al caso di interazione forte. Ci sono otto parametri per questo gruppo di Corrispondenti a otto Bosoni di gauge Chiamati gluoni. Le particelle partecipanti sono i quark con 3 diverse cariche di colore - rosso (R), Verde (G) e blu (b). Tre quark con diverse cariche di colore si combinano per formare un barione. Ogni quark possono svolgere diverse cariche di colore in tempi Diversi, uno Che Condizione La Combinazione di colori ? "bianco". A differenza del caso della U (1) Gruppo, dove il Bosone di gauge (il fotone) non portano carica, i gluoni esegue Egli stesso le spese di colore. Tale differenza di produrre fenomeni come la libert? asintotica e confinamento dei quark. La teoria di gauge SU (3) Gruppo si chiama cromodinamica quantistica (QCD). Il formulism per e QCD l'interazione elettrodebole insieme ? conosciuto come il Modello Standard, Che descrive tutti i fenomeni connessi con leptoni e quark.


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La libert? asintotica
In interazione elettromagnetica del Coulomb Legge dell'inverso del quadrato diventa sempre pi? inadeguato uno Piccola separazione tra le cariche dovuta, Perch? Cominciano uno penetrare l'elettrone virtuale scudo positrone come mostrato Nella parte (a) della Figura 15-07 e 15-08. Un fenomeno parallelo ESISTE in interazione forte. Tuttavia, vi ? il gluone in pi? virtuale di schermatura, Che ha l'effetto Opposto E PRODURRE La forza apparente della carica di colore, come mostrato Nella parte (b) di Figura 15-08. Che questa mostra la forza di interazione diminuisce con la separazione della Diminuzione. Una separazione molto piccoli i quark appaiono come Libero - non interagiscono tra di Loro. Cos? uno separazione piccola, i metodi della Teoria delle Perturbazioni ? applicabile per calcolare le quantit? di interesse fisico. 
Figura 15-07 Vacuum Polarization
Figura 15-08 libert? asintotica

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Quark Confinement
In interazione elettromagnetica, le linee del campo elettrico si sviluppa Quando le accusano si allontanano gli uni Dagli altri, come indicato Nello schema di sinistra della Figura 15-09. LA STESSA Situazione in QCD provoca una risposta diversa, Perch? i gluoni Stessi trasportano anche le spese di colore. Le linee di campo (delle sorgenti in movimento) sono disegnate insieme Dalla reciproca attrazione, invece di diffondere fuori. (Vedi diagramma di destra della Figura 15-09.) Quanto l'attrazione sempre pi? forte con Ulteriore separazione, il sistema di guadagno abbastanza energia per Promuovere una coppia di quark-antiquark virtuale dal vuoto Nella realt? fisica. Questo dara luogo alla Creazione di un nuovo mesone come mostrato nel diagramma in basso a destra della Figura 15-09. Cos? l'energia 
Figura 15-09 Quark Confinement

spesi nel Tentativo di separare i quark ha portato alla produzione di un altro mesoni, quark libero non ? Stata prodotta.

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Teoria della Grande Unificazione (GUT)
Anche se il Modello Standard ha avuto molto successo Nella contabilizzazione di tutti i fenomeni sperimentali, essa non Dovrebbe Essere La teoria definitiva uno causa della sua grande Complessit? e le Numerose Questioni ancora senza risposta. Queste obiezioni Sembrano suggerire Che ci Possa Essere simmetrie pi? profonda alla base del modello standard, Che portera forse per l'unificazione delle interazioni forti ed elettrodeboli in un unico "grande teoria unificata", o intestino. Tale sistema ? infatti possibile se il gruppo interno di rotazione ? ulteriormente generalizzata uno SU (5) con 24 parametri. Tutte le particelle elementari Vengono assegnate in

grazie a 5 multipletti E a causa di 10 multipletti. Figura 15-10 mostra uno dei 5 - multipletti con l'Assegnazione 24 Bosoni di gauge disposti in una matrice. QUESTI Di, 12 sono uno Conoscenza (il fotone, W +, W -, Z0 e 8 gluoni). I 12 rimanenti sono Bosoni nuovi denotato da X; svolgere queste nuove FORZE in grado di trasformare i quark in leptoni e viceversa. La massa dei Bosoni X Sono stati calcolati in base al Meccanismo di Higgs, e Risulta Essere di circa 1.015 Gev. Questi super-particelle pesanti si trovano MOLTI ordini di grandezza al di l? delle gamme di energia di un acceleratore immaginabile. Tuttavia, ESSI Saranno presenti in grande Abbondanza nei primi 10-35 secondi Dopo il Big Bang. 
Figura 15-10 SU (5) Symmetry Figura 15-11 Teoria della Grande Unificazione

Ad energie ben al di sopra 1.015 Gev, tutti i Bosoni di gauge (comprese le X) possono Essere Liberamente prodotti e tutte le interazioni Hanno LA STESSA Forza e quark PU? trasformarsi in leptoni Stessa Facilita con CUI cambia i colori, e il Grand SU ( 5) La simmetria ? manifesto. Ad una energia di circa 1.015 Gev, SU (5) simmetria si rompe per separare SU (3) e SU (2) XU (1) simmetrie e il Grand separazione interazione Unificato le interazioni forti ed elettrodeboli. A circa 102 Gev, SU (2) XU (1) simmetria diventa Rotto, Che riflette la separazione delle interazioni elettrodeboli le interazioni deboli ed elettromagnetiche Distinti. Questo quadro di unificazione delle interazioni Incorpora anche la variazione dei punti di forza delle tariffe, a seconda della distanza Dalla Quale sono attuate come mostrato Nella Figura 15-11. La conseguenza pi? drammatica di grande unificazione E che il protone non ? pi? stabile, ha una piccola Probabilit? di decadimento in un Pione neutro e un positrone (con un tempo di dimezzamento di circa 1031 anni). Decadimento non SIA Stata finora rilevata.


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Supersimmetria
Supersimmetria si differenzia da tutte le altre simmetrie Che si riferisce a causa classi di particelle elementari, Che sono cos? radicalmente Diversi - Il fermioni e Bosoni. Secondo la supersimmetria, tutti i "normali" Particella ha una Particella Compagna - Che spin Nella differiscono da mezza unit?, ma con propriet? altrimenti identiche. Inoltre, i punti di forza delle interazioni del Superpartner sono identiche uno Quelle della Particella Corrispondente ordinaria.

L'ultima colonna Nella Figura 15-12 mostra i nomi e simboli per tutte le Superpartner - "s" di fronte alla Superpartner fermione, "ion" Dietro il Bosone Superpartner, e una "~" sulla cima di un simbolo per designare i Superpartner . 
Vieni Nella indicato GUT, X le particelle Hanno una massa dell'ordine di 1.015 Gev, Mentre i Bosoni elettrodeboli Hanno una massa dell'ordine di 102 Gev. Questa enorme differenza di Massa Richiede Sintonia fine dei parametri numerici di meglio di una parte su 1012, Ed. Spesso ? indicato come il problema "Gerarchia". Supersimmetria, tuttavia, porta a Cancellazioni delicato nel calcolo Di queste masse in modo del tutto naturale. Quindi, l'enorme differenza tra la scala elettrodebole e la scala GUT ? una Caratteristica non artificiosa di modelli supersimmetriche, vale a dire, la supersimmetria fornisce una spiegazione.

Un'altra motivazione per la supersimmetria ? la sua intima Connessione con la gravit?. Se la supersimmetria ? uno Promosso una simmetria locale di gauge, la teoria Riprende Automaticamente la teoria di Einstein della relativit? generale. Teorie con supersimmetria Chiamate locali sono super-gravit? della teorie. Anche se Tali Tentativi di unire la relativit? generale con la meccanica quantistica in ultima analisi, ? Incontrato con il fallimento, l'applicazione pi? promettente ? associata con Dieci teorie di stringa dimensionale. Super-gravit? ? il limite di bassa energia in CUI il punto senza struttura delle particelle 

Figura 15-12 Supersimmetria

? una buona approssimazione. Supersimmetria affronta anche una serie di altri misteri della fisica moderna, come la Concentrazione enorme di energia dell'universo (Il problema della costante cosmol?gico), l'origine dell'inflazione cosmica, la materia / antimateria asimmetria, la natura della materia oscura fredda, E le forme speciali delle interazioni Higgs.

Se la supersimmetria Fosse una esatta, la simmetria ininterrotta, il Superpartner avrebbe LA STESSA massa delle particelle ordinarie. Tuttavia, Tali particelle non sono mai osservate Stato, e di particelle supersimmetriche, quindi, SE SI TRATTA di una vera simmetria della fisica delle particelle, DEVE Essere spezzato. Se la rottura della supersimmetria in modo Che racconto la spiegazione per il problema della Gerarchia ? ancora valido, allora la massa del Superpartner SAREBBE nell'ordine di 103 Gev - proprio nel range di massa accessibile la nuova generazione di acceleratori.


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Superstringhe
Secondo la teoria delle superstringhe, i costituenti Fondamentali del mondo materiale non sono punto-come particelle elementari, ma tiny uno stringhe di dimensioni AVENTI una lunghezza di circa 10-33 cm (la lunghezza di Planck). Come la corda di un violino, Che PU? vibrare In molti modi diversi (Diversi modi), Che corrispondono alle diverse particelle elementari osservate in natura. SI TRATTA di una teoria quantistica Che Incorpora la gravit? naturalmente. Nel suo quadro pi? AMPIO di M-teoria, i punti di forza di tutte le quattro FORZE Fondamentali si fondono a distanza molto ridotta (~ 10-33 cm.) Provengono mostrato Nella Figura 15-13.

Ci sono dovute classi di stringhe, Quelli con le Estremit? (aperte corde), e quelle senza (Chiuse stringhe - un ciclo), come mostrato Nella Figura 15-14. Le particelle associate con le corde aperte sono le spin-1 Bosoni di gauge e fermioni. Il Loro Movimento e limitata sulla superficie di una membrana da Alcune condizioni al contorno. Gravitone con spin-2 ? un esempio di stringa chiusa, Che possono viaggiare Liberamente in tutte le dimensioni spaziali. Questi sono gli ingredienti per la teoria della manyfold universo. 
Figura 15-13 Super-UNIFI --
zione Figura 15-14 String, aperto e chiuso

Quando una Particella si muove punto Attraverso lo spazio-tempo, segue una geodetica (un percorso di lunghezza minima) e Spazia su una curva tridimensionale, Che Viene indicato come il Suo Mondo-line. Tuttavia, Quando una stringa si propaghino Attraverso lo spazio-tempo, Che spazza una superficie bidimensionale, per analogia, Viene CHIAMATO Il suo mondo Fogli, e si muove lungo una superficie di superficie minima. (Vedi Figura 15-14).

Quando la supersimmetria ? incorporato Nella teoria Stringa originale, si risolve il problema con Tachyon (piazza di Massa e negativo), ospita il modello vibrazionale ferminonic, e unire la relativit? generale con la meccanica quantistica. La teoria delle stringhe diventa la teoria delle superstringhe.

Il "eterotica" teoria delle superstringhe ? una teoria di stringhe chiuse. In aperto contrasto con le stringhe con oneri misuratore gli endpoint, qui le accusano calibro sono "spalmato" su tutta la stringa eterotica. Vibrazioni (Onde) possono viaggiare intorno a Qualsiasi stringa chiusa in Direzioni dovuto, ma la Particolarit? della stringa eterotica E che le onde in movimento In ogni direzione, sono completamente differenti. Le Onde Che si spostano in senso orario, sono le onde del 10-dimensionale delle superstringhe, Mentre le onde si spostano in senso antiorario, sono Quelli dei 26 originali-bosonica stringa dimensionale. Per Ottenere una Coerente teoria dimensionale 10, 16 delle dimensioni extra sono interpretati come gradi di libert? interni, Che si trovano ad Essere Legati alla simmetria di gauge locale.




Figura 15-15 Compattificazione 

Figura 15-16 Calabi-Yau Space

 

A Dieci spazio tridimensionale ? necess?rio al fine di Eliminare i Fantasmi (Probabilit? negativo) nel formalismo. Per specificare un punto in questo spazio tridimensionale 10 Richiede i soliti quattro (x, y, z, t), maggiorato di un Ulteriore sei pi? coordinate. Supponiamo Che UNO DI QUESTI extra coordinamento ? rannicchiata in un piccolo cerchio, 

(Si veda la Figura 15-15). Il suo valore e l'angolo nel cerchio. Perch? il raggio del cerchio ? cos? piccolo (~ 10-33 cm), Il valore dell'angolo ? completamente invisibile. Di conseguenza, le leggi della fisica devono Essere invarianti sotto sposta in un angolo. Questo comportamento ricorda la rotazione interna detto in precedenza U (1) simmetria e possono Essere Identificati con CIASCUNO degli altri. Di conseguenza, la distorsione di questo accartocciate dimensione corrisponde alla Presenza di spin-1 Bosoni di gauge. In realt? la compattazione si trova su un sei-spazio tridimensionale, la teoria delle superstringhe limitare severamente la forma geometrica. E 'stato dimostrato Che una particolare classe di sei-dimensionali forme geometriche CHIAMATO Calabi-Yau spazi in grado di Soddisfare queste condizioni. Figura 15-16 mostra lo spazio ordinario (in dimensioni dovuta) con accartocciate il Calabi-Yau spazio In ogni punto. E 'solo redatto Sulle linee di intersezione della griglia per la chiarezza visiva.

Topologia diventa uno Strumento importante per superstringhe Quando ? trattata come oggetto della meccanica quantistica. Questo ramo della matematica si occu di REGOLARE, Graduale e continuo cambiamento di forma geometrica. Ad esempio, un quadrato PU? Essere Continuamente Deformato in un circolo spingendo NEGLI angoli e arrotondamenti ai lati. La Regola Fondamentale E che nessun nuovo buco possono Essere Creati Nella nuova forma di strappi. Alcuni oggetti topologici equivalenti sono mostrati Nella Figura 15-17. 
Figura 15-17 Topologia Figura 15-18 String Storia

E 'stato citato inArgomento 12che il passaggio dal classico al quantistica dei campi ? Tramite la somma su tutti i percorsi possibili per Valutare la Azione. In superstringhe, ci sono dovuti parametri Lungo il worldsheet (nell'integrale Che definisce l'azione) e la somma ? superiore a tutti collegati possibili superfici. In particolare, Esso comprende tutte le superfici formata da stretching, trazione, torsione e la deformazione in caso contrario (senza strappare), il mondo classico-sheet. Cos? Incluso nella somma con superfici sono molto lunghi, sottili tentacoli venire mostrato Nella Figura 15-18. Tali tentacoli PU? Essere interpretato come molto piccole stringhe chiuse Che appaiono da fuori il vuoto e di Partecipare alla stringa originale, o venire chiuso stringhe Che si staccano Dagli originali e poi sparire nel vuoto.

Interazione tra stringhe dovuta PU? Essere rappresentato da uno schema Simile a Quello Diagramma di Feynman per l'interazione di particelle dovute punto. Al posto di linee e punti in quest'ultimo caso, i percorsi delle corde diventano tubi. Le stringhe non dovuta si incontrano in un punto, Che interagiscono mediante la fusione (dal arrivo) e la divisione (uscita al). Tale sbavature dell'Interazione evita la singolarit? nel punto in CUI Le Due particelle si incontrano E quindi la teoria delle stringhe non ? afflitto da infiniti al punto di particelle 
Figura 15-19 stringhe di interazione

Teorie quantistiche di campo. Perturbazione teoria Viene utilizzato per Ampliare l'interazione in una somma di diagrammi individuali come mostrato Nella Figura 15-19. Il primo ? la principale parte Chiamata albero diagramma dei Livelli. Gli altri con crescente numero di fori sono Chiamati diagrammi di ciclo, sono i contributi di coppie di particelle virtuali. Se la forza di interazione ? di piccole dimensioni, la serie SAREBBE convergono Rapidamente, altrimenti il calcolo diventa sempre pi? difficile in Quanto il numero di cicli cresce.


Figura 15-20 Superstrings Teorie

Secondo le Differenze di simmetria di gauge, i tipi di stringhe o brane, ecc Ci sono cinque versioni differenti teorie delle superstringhe come mostrato Nella Figura 15-20. Esse sono collegate con la S-dualit?, Che Riguarda il limite di accoppiamento forte di una teoria del limite di debole accoppiamento di Un'altra teoria, e la T-dualit?, Che Riguarda una teoria Che ? compattificata su un cerchio di raggio R, Un'altra teoria compattificata su un cerchio di raggio 1 / R. 

Nel 1995, Edward Witten ha dato prova di un nuovo tipo profondo della dualit?. Egli ha suggerito Che Le Cinque teorie, anche se Apparentemente Diversi Nella Loro struttura di base, sono solo Diversi modi di descrivere LA STESSA fisica di base. Le Cinque teorie sono solo cinque diverse finestre su questo unico quadro teorico (in 11 dimensioni), Che oggi si chiama l'M-teoria. M-teoria Contiene oggetti estesi di una grande quantit? di differenti dimensioni spaziali Chiamati p-brane (un oggetto di dimensioni spazio p, fino a nove). Sembra Che gli ingredienti Fondamentali della M-teoria sono "brane" di una Variet? di dimensioni. Gli oggetti in Teorie Cinque visualizzate solo come stringhe (o delle membrane raggomitolato uno guardare come stringhe), Che sono la luce Sufficiente per entrare in contatto con la fisica come noi la conosciamo. Le analisi perturbativa non sono abbastanza raffinati per scoprire anche l'Esistenza del super-massiccia oggetti estesi di altre dimensioni; stringhe Dominato le analisi e le teorie fu dato il nome di "teorie delle stringhe".

Attualmente non ci sono previsioni verificabili da superstringhe. Tuttavia, si puo dimostrare Che ad energie Inferiori uno GeV 1016, la teoria delle stringhe eterotiche Porta Effettivamente uno un normale grande teoria unificata. Nel frattempo, in questo momento, le superstringhe ? l'unica teoria valida in grado di unificare le quattro interazioni (vedi Figura 15-04), e Hanno il Potenziale per FORNIRE spiegazioni per tutti i fenomeni fondamentali. Si potrebbe Prendere il posto alla fine del lungo viaggio verso la teoria definitiva come illustrato Nella Figura 15-05 e 15-06.


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Molteplice, l'energia del vuoto, e Multiverse 
Ricerca nel primi anni del 2000 indica Che la teoria delle stringhe possono FORNIRE le spiegazioni per "l'energia oscura" E l'origine delle "Bing Bang". Vieni accennato in precedenza, le sei dimensioni extra curl in sei piccolo spazio tridimensionale conosciuto come collettore di aspirazione (si veda la Figura 15-21). Le equazioni della teoria delle stringhe specificare la sistemazione del collettore di configurazione, insieme con i Loro Associati brane (verde) e linee di forza conosciuta come linee di flusso (arancione). La fisica Che si osserva Nelle tre grandi dimensioni Dipende dalle dimensioni e la struttura del collettore: ciambella venire MOLTI venuto "Maniglie" ha che, la lunghezza e la circonferenza di Ogni Gestire, il numero e Le posizioni dei Suoi brane, e il numero di Linee di flusso avvolto Attorno Ad ogni ciambella. 
Figura 15-21 Manifold 

Ogni collettore ha un Potenziale di energia unica, Hanno contribuito per flussi, brane e la curvatura della accartocciate dimensioni. Questa energia Viene Chiamata energia del vuoto, Perch? ? l'energia dello spazio-tempo, Quando le quattro grandi dimensioni sono completamente pri di materia o campi. La geometria del collettore di piccole cercher? di adattarsi uno minimizzare questa energia. Venire

Di conseguenza, Ogni configurazione stabile stabilirsi in un minimo di l'energia del vuoto, come mostrato dal Alfabeti in Figura 15-22, dove l'energia negativa ? tracciata in blu. Il diagramma mostra una versione semplificata di soli parametri dovuto. In realt?, il numero di parametri regolabili ? enorme. Ci sono soluzioni con un massimo di circa 500 manici e il numero di linee di flusso PU? Essere ben 10. Cos?, il numero di Configurazioni possibili Molteplici SAREBBE intorno al 10.500, E CIASCUNO di ESSI occupano una posizione stabile Nella mappa di energia di pi? parametri. Il nostro universo (vedi Us nel diagramma) Sembra Essere uno di questi, con una piccola costante cosmol?gico (Corrispondente all'Energia piccola ma positiva sotto vuoto), Che sta ora guidando l'accelerazione osservata Cosmica. Grande energia del vuoto positivo produrr? un'accelerazione troppo, e l'energia del vuoto negative inducono il Collasso. Secondo il principio antropico, siamo anche vivere in un collettore di aspirazione (delle sei piccole dimensioni) Che le leggi fisiche sono Adatti per lo Sviluppo della vita. 
Figura 15-22 Energia del vuoto 

La possibilit? di decadenza da un vuoto stabile ad un altro suggerisce un quadro radicalmente nuovo dell'universo. Figura 15-23 mostra l'AMPIO dimensione spazio a colori. La Regione blu rappresenta un universo inizialmente seduto in energia del vuoto minimo A (come mostrato Nella Figura 15-22). Decadimento di una linea di flusso in A Crea un Diverso collettore, Che Le Gallerie uno un nuovo minimo in B (si veda la Figura 15-22 e la bolla rossa Nella Figura 15-23). Poi Un'altra linea di decadimento del flusso di B crea un altro collettore, tunnel Che a un altro nuovo minimo in C (si veda la Figura 15-22 e la bolla verde Nella Figura 15-23), e cos? via all'infinito. L'intero universo E quindi una schiuma di espansione All'interno di Bolle Bolle, ognuna con PROPRIE leggi della fisica. Pochissime delle bolle sono Adatti 
Figura 15-23 Multiverse 
per la formazione di strutture complesse come le galassie e la vita. L'universo osservabile ? una regione relativamente piccola in una Di queste bolle, come mostrato Nella Figura 15-23. Il Big Bang Stato ? solo l'inizio di un nuovo collettore All'interno di un universo pi? anziani.

Quantum Foam e Loop Quantum Gravity
Combinando le leggi della meccanica quantistica e della relativit? generale, si deduce Che in una regione delle dimensioni della lunghezza di Planck (10-33 cm.), La fluttuazioni di vuoto sono cos? enormi Che lo spazio come noi lo conosciamo "bolle" e diventa una spuma di schiuma quantistica.

In uno scenario del genere, lo spazio Appare completamente liscia alla Scala di 10-12 cm., Una certa ruvidit? inizia uno Mostrare fino a livello di 
10-30 cm. E alla Scala dello spazio lunghezza di Planck diventa una spuma di schiuma quantistica probabilistici (come mostrato Nella Figura 15-24) e La nozione di un semplice spazio diventa continuo Incoerente. Secondo l'ultima idea in teoria delle superstringhe, lo spazio uno cos? piccola non PU? Essere descritto dalle coordinate cartesiane, x, yez, Che Dovrebbe Essere sostituito da "la geometria non commutativa", in CUI Le coordinate sono rappresentate da diagonale non Matrice. Questo ? essenzialmente l'espressione di principio di indeterminazione Nella meccanica quantistica. 
Figura 15-24 Quantum Foam

Una teoria per descrivere lo spazio con la dimensione della lunghezza di Planck Stato ? sviluppato recentemente. Si chiama teoria della gravit? quantistica un ciclo, Che postula Che la dimensione minima lineare dello spazio ? dell'ordine della lunghezza di Planck. Spazio con grande distesa sono costruiti su queste dimensioni pi? Tali Che la superficie e il volume sono quantizzati come mostrato Nella Figura 15-25. Nel quantistica un ciclo

Formulazione di gravit?, la lunghezza non ? l'attributo Fondamentale. La teoria si basa su quantizzato momento angolare, Che corrisponde ad un elemento Orientata zona. Cos? l'area ? pi? importante della lunghezza. Vi ? una assoluzione zero il volume minimo di circa 10-99 centimetro3, E SI limitazione la serie di volumi uno una discreta serie di numeri. Questi Stati quantistici sono simili ai Livelli energetici dell'atomo di idrogeno. L'idea ? Simile a Quella vista macroscopica e microscopica della materia, per i Quali la continua comparsa ? TRASFORMATO gradualmente in un insieme di atomi discreti su piccola scala. 
Figura 15-25 Quantum Space Figura 15-26 Net Spin-lavoro

Descrizione di un quantum di spazio PU? Essere semplificato Che rappresenta il volume con un punto o nodo, e la zona (il volume Che racchiude) con una linea perpendicolare alla faccia (si veda la Figura 15-26 AEB). I numeri per il nodo o la linea (in Figura 15-26 b) indica la dimensione del volume o della zona. In questo caso, il quantum del volume ? Dotato di otto unit? della lunghezza di Planck Cubi. Figura 15-26 C e D mostra il collegamento a causa di volumi e la sua rappresentazione in nodi e linee. La rete di Figura 15-28 mostra la Connessione di MOLTI volumi discreti, ma ? Chiamata la rete di "spin". Particelle, come gli elettroni, corrispondono uno determinati tipi di nodi, Che sono rappresentati con l'aggiunta di etichette pi? sui nodi. Campo, come ad esempio il campo elettromagnetico, sono rappresentate da etichette supplementari Sulle linee del grafico.


Proprio come lo spazio ? definito da una geometria discreta di una rete di spin, il tempo ? definito da una sequenza di mosse diverse Che riorganizzare la rete, come mostrato Nella Figura 15-27. Il tempo non scorre come un fiume, ma come il ticchettio di un orologio, con le "zecche" che sono circa fino a quando il tempo di Planck: 10-43 secondo. O, pi? precisamente, nell'universo Il tempo flussi dal ticchettio degli orologi innumerevoli - in un certo senso, In ogni punto della rete in CUI UNO quantum spin "Mossa" si svolge, un orologio In quella posizione ha spuntato una volta. Nella Figura 15-27, le linee della rete di spin aerei diventano, ed i nodi diventano linee. Il risultato ? CHIAMATO una schiuma di spin. Prendere una fetta con una schiuma di spin in un momento particolare di produrre una rete di spin, tenendo una serie di fette in tempi diversi (saltando da una linea tratteggiata ad un altro) pu? produrre Fotogrammi di un filmato Che mostra la rete evoluzione nel tempo di spin. La sequenza sul lato destro della Figura 15-27 mostra un gruppo collegato di tre volumi quanti si fondono per diventare una sola. 
Figura 15-27 Quantum Spacetime

Previsioni e test:


Una prova importante E se classica, la relativit? generale possono venire recuperati Essere quantistica della gravit? approssimazione di un ciclo. E 'stato dimostrato Che a lungo-lunghezza d'onda di onde Gravitazionali di Moltiplicazione degli spazi altrimenti piatto PU? Essere descritto come eccitazioni degli Stati quantici Specifiche Nella teoria della gravit? quantistica un ciclo. La teoria PU? anche riprodurre le radiazioni blackhole e il rapporto tra entropia blackhole e la sua superficie. 
La scala di Planck ? di 16 ordini di grandezza al di sotto della Scala sondato nel pi? alto dei acceleratori di particelle di energia Attualmente previsto (di energia pi? Elevata ? Necessaria per sonda distanza scala pi? breve). Cos? Sembra esserci speranza per la conferma delle teorie di gravit? quantistica.

 
 
 

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Post n°65 pubblicato il 22 Settembre 2009 da hyakynthys
 
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Paolo Parrini

La scienza come ragione pensante1

Dice Heidegger alla fine del saggio del 1943 dedicato a “La parola di Nietzsche „Dio è

morto‟”: “Il folle [ossia chi proclama la morte di Dio] … è colui che cerca Dio gridando „Dio‟ a

gran voce. Forse un pensante ha realmente gridato qui de profundis? E l‟orecchio del nostro

pensiero? Il grido continuerà a non essere udito finché non si inizierà a pensare. Ma il pensiero

inizierà solo quando avremo esperito che la ragione, glorificata da secoli, è la più accanita

avversaria del pensiero” ([2: vol. 5, p. 267 = p. 246 sg.] = [6, p. 315 sg.]; cfr. [5, p. 245 sg.]).

Compare in queste parole, in maniera particolarmente nitida, una contrapposizione fra

pensiero e ragione che, in vario modo, caratterizza l‟itinerario intellettuale di Heidegger ed acquista

maggiore forza dopo la svolta avvenuta negli anni immediatamente successivi al quinquennio 1927-

1932 - un quinquennio di importanza cruciale in cui si collocano, in rapida successione, la

pubblicazione di Essere e tempo e di Kant e il problema della metafisica (rispettivamente 1927 e

1929), l‟ormai famoso incontro di Davos con Cassirer e Carnap (1929) e l'attacco mosso dallo

stesso Carnap alla filosofia heideggeriana nel saggio Il superamento della metafisica attraverso

l’analisi logica del linguaggio (1932). La contrapposizione vede, da un lato, un pensiero pensante,

che sembra essere appannaggio della filosofia speculativa e, dall‟altro, una ragione che sembra

esaurire l‟attività intellettuale della scienza e della razionalità scientifica, confinate entrambe

nell‟ambito algoritmico o calcolistico delle procedure formali e astratte della logica, della

matematica e delle discipline esatte in generale. È da tale antitesi che maturano le considerazioni

heideggeriane sulla scienza e sulla tecnica esposte nelle lezioni dei primi anni Cinquanta su Che

cosa significa pensare, lezioni nelle quali compare la famosa (e per alcuni famigerata) frase che “la

scienza non pensa” ([2: vol. 8, p. 9] = [7, p. 41]).

È stato osservato che, esprimendo questo giudizio, Heidegger intendeva non tanto criticare la

scienza, quanto piuttosto indicare e circoscrivere l‟ambito in cui essa consapevolmente e

metodicamente si muove. Per il filosofo tedesco, cioè, sarebbe la scienza stessa a porsi il compito di

indagare qualcosa che essa assume come oggetto senza metterlo in questione come tale. La fisica,

per esempio, si occuperebbe a livello ontico della natura di certi enti (o essenti), ma non si porrebbe

la questione ontologica del modo d‟essere che compete a quegli enti e che va loro riconosciuto. La

1 Lectio magistralis tenuta a Firenze il 15 Novembre 2008, nella Sala Gonfalone del Consiglio Regionale della

Toscana, in occasione della consegna del Premio Giulio Preti 2008. Il testo è apparso nel volume Pianeta Galileo

2008, a cura di Alberto Peruzzi, Centro Stampa del Consiglio Regionale della Toscana, Firenze, 2009, pp. 235-242.

2

scienza dunque non pensa, perché il compito peculiare del pensiero sarebbe proprio quello di

andare al di là del procedere metodico sia della scienza in generale sia di qualunque disciplina

particolare per portare alla luce e mettere in questione i presupposti, accettati per lo più come ovvi e

scontati, che ne stanno alla base.

Può essere superfluo precisare che chi vi parla, e che ha avuto l‟onore di ricevere il premio

intitolato al suo maestro Giulio Preti, non può che muoversi in un orizzonte di idee assai diverso da

quello heideggeriano. Ma proprio la lezione di Preti invita ad assumere nei confronti del filosofo

Heidegger (e sottolineo la parola “filosofo” per indicare che non intendo parlare dell‟uomo

Heidegger e, tanto meno, del rettore Heidegger!) una posizione più cauta e in qualche modo più

articolata di quella che in genere è stata presa, soprattutto da noi, tanto dai suoi detrattori quanto dai

suoi estimatori. Io credo certamente - come risulterà chiaro al termine di questo mio breve discorso

– che l‟affermazione che la scienza non pensa sia da contestare in base ad una visione più

aggiornata della razionalità scientifica e di quello che fin da subito vorrei chiamare pensiero

scientifico; nondimeno ritengo che tale “scandalosa” idea - come Heidegger stesso la qualifica ([2:

vol. 8, p. 9] = [7, p. 41]) - vada inquadrata all‟interno di una concezione generale nella quale spunti

che potevano essere utilizzati (e saranno da altri utilizzati) per una assai diversa valutazione

dell‟attività scientifica non erano del tutto assenti.

Ciò che intendo dire, insomma, è che sono stati gli attacchi di Heidegger alla scienza e alla

ragione a calamitare in modo pressoché esclusivo l‟attenzione di gran parte di coloro che, in

positivo o in negativo, si sono confrontati con la sua posizione. Per questo, prima di dire come e

perché io ritenga che essa non renda giustizia alla scienza, vorrei brevemente mostrare che su questi

stessi argomenti Heidegger ha sostenuto anche tesi più sfumate e non prive di acutezza. Nei suoi

testi, infatti, si possono trovare considerazioni di notevole interesse, dalle quali traspare una certa

sensibilità nei confronti degli accesi dibattiti epistemologici del tempo, dibattiti suscitati dalle

profonde trasformazioni scientifiche dei primi decenni del Novecento. Ho in mente, in particolare,

quelle discussioni sulle implicazioni filosofiche della fisica relativistica e della meccanica

quantistica che, nei primi anni Venti, conducono un esponente della filosofia scientifica come Hans

Reichenbach a difendere un‟epistemologia che, pur critica nei confronti del kantismo e del

neokantismo, tiene ferma l‟idea di un a priori costitutivo. Ciò che porta Reichenbach a riassumere il

senso dei radicali mutamenti intervenuti nella scienza con la frase, splendidamente sintetica: “La

filosofia viene messa di fronte al fatto che la fisica crea nuove categorie non rinvenibili nei

dizionari tradizionali” ([10: vol. 3, p. 382 = p. 356]).

L‟affermazione reichenbachiana che ho appena citato risale al 1922. Cinque anni più tardi

Heidegger pubblicherà Essere e tempo introducendo – come si sa - la celebre differenza (qui già

3

richiamata) fra il problema ontologico dell‟essere e i problemi ontici riguardanti gli enti, e

denunciando al tempo stesso l‟errore capitale della metafisica tradizionale e dell‟onto-teologia. Esse

avrebbero inteso erroneamente l‟essere o come semplice presenza, o come l‟ente interpretato in

senso generalissimo o come l‟ente supremo. E due anni dopo, nel 1929, con la monografia su Kant

e il problema della metafisica, Heidegger comincerà a servirsi proprio di tale tesi cosiddetta della

differenza ontologica tra essere ed ente per offrire una nuova lettura della rivoluzione copernicana

compiuta da Kant. Ora, è appunto da questa lettura che si può evincere come anche all‟attività

scientifica egli riconosca la possibilià di giungere alla problematizzazione delle modalità di essere

degli enti di cui essa via via si occupa.

Prendiamo attenta nota delle parole con cui fin da Essere e tempo Heidegger fissa la linea

interpretativa che seguirà, in modo dettagliato (e non senza gravi forzature), nel testo su Kant.

“L‟apporto positivo della Critica della ragion pura – dice nell‟opera del „27 - non consiste in una

„teoria‟ della conoscenza, ma nel suo contributo all‟elaborazione di una ricerca intorno a ciò che

appartiene a una natura in generale. La sua logica trascendentale è una logica a priori delle cose che

cadono in quell‟ambito d‟essere che è la natura” ([2: vol. 2, p. 14 = p. 10 sg.] = [3, p. 27]. E infatti,

nella monografia kantiana, egli affermerà che Kant ha avuto il merito di comprendere che “La

manifestazione dell'ente (verità ontica) si impernia sul disvelamento della costituzione dell'essere

dell'ente (verità ontologica)” ([2: vol. 3, p. 13 = [4, p. 25]). Kant insomma, in primo luogo, si

sarebbe interrogato, heideggerianamente, non sul problema gnoseologico, ossia sul problema della

possibilità della conoscenza, ma sul problema ontologico, ossia sul problema dell‟essere e del

rapporto di tale essere con gli enti sia pure limitatamente all‟essere degli enti di natura.

A mio parere, un autore che è stato in grado di tradurre nel proprio linguaggio in modo così

speculativamente creativo la gnoseologia trascendentale di Kant, non può non essersi misurato con

l‟idea che se la scienza – come dice Reichenbach nel testo sopra citato - è in grado di creare

categorie nuove non reperibili nei dizionari tradizionali, e in particolare nel dizionario della

filosofia kantiana, ciò potrebbe significare – detto in termini heideggeriani – che essa è in grado di

approntare modi nuovi di pensare l‟essere degli enti di cui parla. Certamente, se andiamo a leggere

i paragrafi introduttivi di Essere e tempo ci imbattiamo in un Heidegger che è tutto teso a

rivendicare l‟assoluta priorità fondazionale dell‟indagine ontologica sulla natura dell‟essere in

generale; priorità che viene reclamata non solo rispetto alle indagini scientifiche particolari le quali,

muovendosi sul piano ontico, accantonano il problema dell'essere degli enti di cui parlano e si

concentrano esclusivamente sulle proprietà e le relazioni di essi, ma anche rispetto a quelle indagini

ontologiche di carattere più specifico (come sarebbe, appunto, la ricerca condotta dal Kant del

4

periodo critico) le quali si interrogano non sulla nozione generale di essere, ma sul particolare modo

d'essere delle entità di cui si occupano le singole scienze.

Ma questa vibrante rivendicazione di priorità non rende Heidegger del tutto sordo a ciò che

nella scienza può avvenire, e che di fatto in quel momento stava avvenendo sotto i suoi stessi occhi

con i profondi mutamenti che investivano soprattutto la fisica. In Essere e tempo, infatti, egli mostra

di sapere bene, per dirlo proprio con le sue parole, che “L‟autentico „movimento‟ delle scienze - e

sottolineo la parola 'scienze‟ - ha luogo nella revisione, più o meno radicale e a se stessa

trasparente, dei loro concetti fondamentali. Il livello di una scienza si misura dall‟ampiezza entro

cui è capace di ospitare la crisi dei suoi concetti fondamentali. In queste crisi immanenti delle

scienze, entra in oscillazione lo stesso rapporto fra il procedimento positivo di ricerca e le cose che

ne costituiscono l‟oggetto” ([2: vol. 2, p. 13 = p. 9] = [3, p. 25]), ossia, nel linguaggio della

differenza ontologica, viene a porsi il problema dell'essere da riconoscere agli enti di cui ci si sta

occupando.

Se quindi ritorniamo alla contrapposizione heideggeriana tra ragione e pensiero da cui siamo

partiti, si potrebbe ben dire che per lo stesso Heidegger, nelle scienze, non è all‟opera solo un

procedimento razionale, o empirico-razionale, il quale mira a stabilire a livello ontico un complesso

di ipotesi e teorie riguardanti le proprietà e le relazioni degli enti che cadono sotto il loro dominio.

Accanto a ciò – almeno stando ad alcuni suoi passi - può presentarsi anche quel pensiero che porta

ad indagare, e se del caso a sovvertire, i confini, le modalità d‟essere e lo statuto ontologico degli

enti di cui le scienze si occupano.

Si potrebbe forse pensare che considerazioni di quest‟ultimo tipo compaiano nell‟opera

heideggeriana solo prima della svolta che porterà il filosofo a sottolineare, con forza via via

crescente, l‟ascolto del linguaggio e della parola poetica come risposta privilegiata, se non

addirittura unica, alla domanda sull‟essere in quanto contrapposta alle domande sugli enti. Alcuni

interpreti hanno sostenuto, infatti, che da un certo momento in poi Heidegger non riprende più “il

discorso sulla portata ontologica delle altre attività dell‟uomo, oltre all‟arte, […] se non per ciò che

riguarda il pensiero nella sua vicinanza con la poesia” ([11, p. 117]). Non per niente nella “Lettera

sull‟„umanismo‟” risalente al 1946-47 egli si rifarà ad Aristotele per affermare che “il poetare è più

vero dell‟indagine dell‟ente” [2: vol. 9, p. 363 = p. 193] = [8, p. 313]).

Lascio naturalmente queste questioni alle attente analisi degli esegeti del pensiero

heideggeriano tra i quali di certo io non posso essere annoverato. Vorrei far notare, però, che ancora

nel saggio su “L‟origine dell‟opera d‟arte”, risalente alla metà degli anni Trenta e in seguito

ristampato nella raccolta del 1950 Holzwege, Heidegger mostra di non aver abbandonato l‟idea che

nella scienza possa esservi spazio per un genuino movimento di pensiero. È vero che, quando parla

5

della verità come apertura originaria e del suo accadere nell‟opera dell‟uomo, non pone la scienza

fra le attività umane (come la fondazione di uno stato, la religione o l‟arte) in cui tale accadimento

può realizzarsi. Di più: se si prosegue poco oltre nella lettura, è addirittura esplicito nel negare

all‟attività scientifica ciò che riconosce all‟arte e ad altri modi di operare dell‟uomo. Al contrario di

quanto avviene in questi ambiti – egli scrive – la “scienza […] non è affatto un accadere originario

della verità, ma è di volta in volta la strutturazione di un ambito veritativo già aperto, e invero una

strutturazione attuata attraverso il comprendere e il fondare ciò che, nella sua cerchia, si mostra

come possibilmente e necessariamente corretto, esatto” ([2: vol. 5, p. 49 sg. = p. 50] = [6, p. 60];

cfr. [5, p. 46 sg.]). E tuttavia, subito dopo una caratterizzazione così decisamente negativa, torna a

farsi avanti la consapevolezza che ci sono aspetti dell‟operare scientifico cui tale caratterizzazione

non può venire applicata: “Quando e nella misura in cui – aggiunge e conclude Heidegger – una

scienza va al di là dell‟esattezza e perviene a una verità, cioè all‟essenziale disvelamento

dell‟essente in quanto tale, essa è filosofia” ([2: vol. 5, p. 49 sg. = p. 50] = [6, p. 60]; cfr. [5, p. 46

sg.]).

Anche nell‟attività scientifica può esservi dunque spazio per l‟esercizio del pensiero e quindi,

nella visione di Heidegger, per la filosofia. Certo, può suscitare qualche legittima ironia un simile

riconoscimento, il quale vede la scienza, nel suo momento più alto, trasformarsi in qualcosa di

diverso da sé. Non posso discutere in questa sede il complesso rapporto scienza/filosofia né la

questione – ammesso e non concesso che di una vera questione si tratti – se certe drastiche

trasformazioni concettuali che possono verificarsi, e si sono di fatto verificate, nell‟ambito delle

scienze debbano essere etichettate come scientifiche o filosofiche. Tuttavia, quello che qui mi sta a

cuore mostrare è che proprio la riflessione su tali radicali mutamenti di impianto categoriale – al

centro della meditazione del Reichenbach degli anni ‟20 ma, come abbiamo visto, percepiti anche

da Heidegger – ha condotto l‟epistemologia di oggi a una concezione della razionalità scientifica

lontana dalla visione che per lo più ne dà Heidegger e che costantemente troviamo in gran parte

degli heideggeriani. In altre parole: il fatto che nella scienza, come essa storicamente si sviluppa,

siano presenti momenti di pensiero nel senso heideggeriano del termine – momenti, cioè, in cui una

scienza o la scienza, sempre heideggerianamente, scopre l‟ente come tale e ripensa i suoi propri

fondamenti - ha posto con prepotenza la questione se la razionalità scientifica possa ancora essere

identificata con una ragione confinata all‟applicazione automatica di regole astratte univocamente

determinate e formalmente specificabili.

Benché oggi siano in molti a pensare che il contrasto fra scienza rivoluzionaria e scienza

normale non sia così netto come Thomas Kuhn lo ha presentato, resta comunque vero che è stata

soprattutto l‟indagine sulla struttura delle rivoluzioni scientifiche che ha condotto gli epistemologi a

6

ripensare la visione tradizionale della razionalità scientifica. Dalla riflessione sui cambiamenti dei

paradigmi (nel senso di matrici disciplinari) che si verificherebbero nelle fasi cosiddette

„rivoluzionarie‟ è nata una concezione come suol dirsi „a tessitura aperta‟ di tale razionalità, una

concezione che non la esaurisce più - come fa Heidegger quando la contrappone al pensiero – in

procedure di tipo logico e algoritmico e neanche, più in generale, in una razionalità di tipo

criteriale, e cioè basata sull‟uso di concetti ritenuti chiaramente definibili e circoscrivibili nelle loro

applicazioni. La razionalità, lungi dall‟essere solo conformità a regole più o meno compiutamente

formalizzabili, si estrinseca anche attraverso l‟attività del giudizio e della deliberazione, ossia

attraverso un processo che non è guidato da principi di natura generale e i cui esiti non sono il

risultato di un modo di ragionare di tipo esclusivamente „calcolistico‟. Una parte cospicua delle

nostre valutazioni e decisioni razionali viene compiuta non mediante la "disputa", ma mediante la

discussione critico-razionale la quale dipende dall‟applicazione di procedure discorsive peculiari

che vanno da quelle studiate da Aristotele quando parla della saggezza al sistematico impiego di

metafore ed analogie, dalla denuncia delle contraddizioni performative ai giudizi casistici presenti

in molte parti della giurisprudenza, della medicina clinica e della critica artistica (da quella

letteraria a quella musicale e figurativa). Vi è insomma una razionalità che procede con modalità

diverse da quelle che Kant attribuiva al giudizio determinante, ma che resta, nondimeno, una

razionalità.

Può un simile allargamento del concetto di ragione essere considerato una sorta di

„avvicinamento‟ delle prospettive dell‟epistemologia contemporanea a certe istanze

dell‟impostazione ontologico-ermeneutica di Heidegger? Da un lato certamente sì (v. [9, § 6]), ma

dall‟altro non bisognerà dimenticare – come ha osservato uno dei più profondi interpreti statunitensi

del filosofo tedesco – che il metodo mediante cui, fin da Essere e tempo, Heidegger ha mirato alla

comprensione dell‟essere dell‟ente intende porsi come “un'alternativa alla tradizione delle

riflessione critica in quanto [tale metodo] cerca di porre in rilievo e di descrivere la nostra

comprensione dell'essere dall'interno di tale comprensione senza tentare di rendere il nostro cogliere

le entità teoricamente chiaro” ([1, p. 4]). Laddove invece la chiarezza e l‟intersoggettività restano

un requisito ideale di primaria importanza anche entro la concezione „allargata‟ della razionalità che

esce dalla riflessione epistemologica odierna.

In ogni caso, di fronte a un concetto di razionalità divenuto così ampio, „mobile‟ e „aperto‟,

bisognerà quanto meno riconoscere che sembra difficile continuare a contrapporre scienza e

filosofia, ragione e pensiero in termini così drastici come quelli prevalentemente utilizzati da

Heidegger e ancor più difficile confinare o relegare la scienza al regno del non pensiero. Con buona

pace delle formulazioni heideggeriane che vanno in questa direzione (e senza nulla togliere

7

all'importanza di Heidegger nella filosofia del Novecento), pare più opportuno riconoscere che la

scienza non è solo ragione calcolante, ma anche, e soprattutto, ragione pensante.

8

Riferimenti bibliografici

[1] Dreyfus, Hubert L., Being-in-the-World. A Commentary on Heidegger’s “Being and

Time”, Division I, The MIT Press, Cambridge (Mass.), 1991

[2] Heidegger, M., Gesamtausgabe, Klostermann, Frankfurt am Main, 1975-

[3] Heidegger, M., Sein und Zeit, trad. it. di P. Chiodi, Essere e tempo (1970), Longanesi,

Milano, VI edizione 1986

[4] Heidegger, M., Kant und das Problem der Metaphysik, trad. it. di M. E. Reina, Kant e il

problema della metafisica, Silva, Milano, 1962

[5] Heidegger, M., Holzwege, trad. it. di P. Chiodi, Sentieri interrotti, La Nuova Italia,

Firenze, 1968, V ristampa anastatica 1990

[6] Heidegger, M., Holzwege, trad. it. di V. Cicero, Holzwege. Sentieri erranti nella selva,

Bompiani, Milano, 2002

[7] Heidegger, M., Was heisst Denken?, trad. it. di U. Ugazio e G. Vattimo, in M. Heidegger,

Che cosa significa pensare? * Chi è lo Zarathustra di Nietzsche?, Sugarco, Milano, 1979

[8] Heidegger, M., Brief über den «Humanismus» (1946), in M. Heidegger, Wegmarken, in

M. Heidegger, Gesamtausgabe, vol. 9; trad. it. di F. Volpi, “Lettera sull‟«umanismo»”, in M.

Heidegger, Segnavia, Adelphi, Milano, 1987

[9] Parrini, P., “Hermeneutics and Epistemology: A Second Appraisal. Heidegger, Kant and

Truth” (relazione in corso di pubblicazione nei Proceedings of the 8th Meeting of Pittsburgh-

Konstanz Colloquium in the Philosophy of Science: Interpretation, Pittsburgh, University of

Pittsburgh, The Cathedral of Learning, 3-4 October 2008)

[10] Reichenbach, H., “Der gegenwärtige Stand der Relativitätsdiskussion” (Logos, X 1922,

pp. 316-378), ora in H. Reichenbach, Gesammelte Werke, Band 3: Die philosophische Bedeutung

der Relativitätstheorie, Friedr. Vieweg & Sohn, Braunschweig/Wiesbaden, 1979, pp. 342-404

[11] Vattimo G., Introduzione a Heidegger, Laterza, Roma-Bari, 1971

 
 
 

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Post n°64 pubblicato il 22 Settembre 2009 da hyakynthys
 
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Kant ha avuto il merito di comprendere che “La

manifestazione dell'ente (verità ontica) si impernia sul disvelamento della costituzione dell'essere

dell'ente (verità ontologica)” ([2: vol. 3, p. 13 = [4, p. 25]). Kant insomma, in primo luogo, si

sarebbe interrogato, heideggerianamente, non sul problema gnoseologico, ossia sul problema della

possibilità della conoscenza, ma sul problema ontologico, ossia sul problema dell‟essere e del

rapporto di tale essere con gli enti sia pure limitatamente all‟essere degli enti di natura.

A mio parere, un autore che è stato in grado di tradurre nel proprio linguaggio in modo così

speculativamente creativo la gnoseologia trascendentale di Kant, non può non essersi misurato con

l‟idea che se la scienza – come dice Reichenbach nel testo sopra citato - è in grado di creare

categorie nuove non reperibili nei dizionari tradizionali, e in particolare nel dizionario della

filosofia kantiana, ciò potrebbe significare – detto in termini heideggeriani – che essa è in grado di

approntare modi nuovi di pensare l‟essere degli enti di cui parla. Certamente, se andiamo a leggere

i paragrafi introduttivi di Essere e tempo ci imbattiamo in un Heidegger che è tutto teso a

rivendicare l‟assoluta priorità fondazionale dell‟indagine ontologica sulla natura dell‟essere in

generale; priorità che viene reclamata non solo rispetto alle indagini scientifiche particolari le quali,

muovendosi sul piano ontico, accantonano il problema dell'essere degli enti di cui parlano e si

concentrano esclusivamente sulle proprietà e le relazioni di essi, ma anche rispetto a quelle indagini

ontologiche di carattere più specifico (come sarebbe, appunto, la ricerca condotta dal Kant del

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periodo critico) le quali si interrogano non sulla nozione generale di essere, ma sul particolare modo

d'essere delle entità di cui si occupano le singole scienze.

Ma questa vibrante rivendicazione di priorità non rende Heidegger del tutto sordo a ciò che

nella scienza può avvenire, e che di fatto in quel momento stava avvenendo sotto i suoi stessi occhi

con i profondi mutamenti che investivano soprattutto la fisica. In Essere e tempo, infatti, egli mostra

di sapere bene, per dirlo proprio con le sue parole, che “L‟autentico „movimento‟ delle scienze - e

sottolineo la parola 'scienze‟ - ha luogo nella revisione, più o meno radicale e a se stessa

trasparente, dei loro concetti fondamentali. Il livello di una scienza si misura dall‟ampiezza entro

cui è capace di ospitare la crisi dei suoi concetti fondamentali. In queste crisi immanenti delle

scienze, entra in oscillazione lo stesso rapporto fra il procedimento positivo di ricerca e le cose che

ne costituiscono l‟oggetto” ([2: vol. 2, p. 13 = p. 9] = [3, p. 25]), ossia, nel linguaggio della

differenza ontologica, viene a porsi il problema dell'essere da riconoscere agli enti di cui ci si sta

occupando.

Se quindi ritorniamo alla contrapposizione heideggeriana tra ragione e pensiero da cui siamo

partiti, si potrebbe ben dire che per lo stesso Heidegger, nelle scienze, non è all‟opera solo un

procedimento razionale, o empirico-razionale, il quale mira a stabilire a livello ontico un complesso

di ipotesi e teorie riguardanti le proprietà e le relazioni degli enti che cadono sotto il loro dominio.

Accanto a ciò – almeno stando ad alcuni suoi passi - può presentarsi anche quel pensiero che porta

ad indagare, e se del caso a sovvertire, i confini, le modalità d‟essere e lo statuto ontologico degli

enti di cui le scienze si occupano.

Si potrebbe forse pensare che considerazioni di quest‟ultimo tipo compaiano nell‟opera

heideggeriana solo prima della svolta che porterà il filosofo a sottolineare, con forza via via

crescente, l‟ascolto del linguaggio e della parola poetica come risposta privilegiata, se non

addirittura unica, alla domanda sull‟essere in quanto contrapposta alle domande sugli enti. Alcuni

interpreti hanno sostenuto, infatti, che da un certo momento in poi Heidegger non riprende più “il

discorso sulla portata ontologica delle altre attività dell‟uomo, oltre all‟arte, […] se non per ciò che

riguarda il pensiero nella sua vicinanza con la poesia” ([11, p. 117]). Non per niente nella “Lettera

sull‟„umanismo‟” risalente al 1946-47 egli si rifarà ad Aristotele per affermare che “il poetare è più

vero dell‟indagine dell‟ente” [2: vol. 9, p. 363 = p. 193] = [8, p. 313]).

Lascio naturalmente queste questioni alle attente analisi degli esegeti del pensiero

heideggeriano tra i quali di certo io non posso essere annoverato. Vorrei far notare, però, che ancora

nel saggio su “L‟origine dell‟opera d‟arte”, risalente alla metà degli anni Trenta e in seguito

ristampato nella raccolta del 1950 Holzwege, Heidegger mostra di non aver abbandonato l‟idea che

nella scienza possa esservi spazio per un genuino movimento di pensiero. È vero che, quando parla

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della verità come apertura originaria e del suo accadere nell‟opera dell‟uomo, non pone la scienza

fra le attività umane (come la fondazione di uno stato, la religione o l‟arte) in cui tale accadimento

può realizzarsi. Di più: se si prosegue poco oltre nella lettura, è addirittura esplicito nel negare

all‟attività scientifica ciò che riconosce all‟arte e ad altri modi di operare dell‟uomo. Al contrario di

quanto avviene in questi ambiti – egli scrive – la “scienza […] non è affatto un accadere originario

della verità, ma è di volta in volta la strutturazione di un ambito veritativo già aperto, e invero una

strutturazione attuata attraverso il comprendere e il fondare ciò che, nella sua cerchia, si mostra

come possibilmente e necessariamente corretto, esatto” ([2: vol. 5, p. 49 sg. = p. 50] = [6, p. 60];

cfr. [5, p. 46 sg.]). E tuttavia, subito dopo una caratterizzazione così decisamente negativa, torna a

farsi avanti la consapevolezza che ci sono aspetti dell‟operare scientifico cui tale caratterizzazione

non può venire applicata: “Quando e nella misura in cui – aggiunge e conclude Heidegger – una

scienza va al di là dell‟esattezza e perviene a una verità, cioè all‟essenziale disvelamento

dell‟essente in quanto tale, essa è filosofia” ([2: vol. 5, p. 49 sg. = p. 50] = [6, p. 60]; cfr. [5, p. 46

sg.]).

Anche nell‟attività scientifica può esservi dunque spazio per l‟esercizio del pensiero e quindi,

nella visione di Heidegger, per la filosofia. Certo, può suscitare qualche legittima ironia un simile

riconoscimento, il quale vede la scienza, nel suo momento più alto, trasformarsi in qualcosa di

diverso da sé. Non posso discutere in questa sede il complesso rapporto scienza/filosofia né la

questione – ammesso e non concesso che di una vera questione si tratti – se certe drastiche

trasformazioni concettuali che possono verificarsi, e si sono di fatto verificate, nell‟ambito delle

scienze debbano essere etichettate come scientifiche o filosofiche. Tuttavia, quello che qui mi sta a

cuore mostrare è che proprio la riflessione su tali radicali mutamenti di impianto categoriale – al

centro della meditazione del Reichenbach degli anni ‟20 ma, come abbiamo visto, percepiti anche

da Heidegger – ha condotto l‟epistemologia di oggi a una concezione della razionalità scientifica

lontana dalla visione che per lo più ne dà Heidegger e che costantemente troviamo in gran parte

degli heideggeriani. In altre parole: il fatto che nella scienza, come essa storicamente si sviluppa,

siano presenti momenti di pensiero nel senso heideggeriano del termine – momenti, cioè, in cui una

scienza o la scienza, sempre heideggerianamente, scopre l‟ente come tale e ripensa i suoi propri

fondamenti - ha posto con prepotenza la questione se la razionalità scientifica possa ancora essere

identificata con una ragione confinata all‟applicazione automatica di regole astratte univocamente

determinate e formalmente specificabili.

Benché oggi siano in molti a pensare che il contrasto fra scienza rivoluzionaria e scienza

normale non sia così netto come Thomas Kuhn lo ha presentato, resta comunque vero che è stata

soprattutto l‟indagine sulla struttura delle rivoluzioni scientifiche che ha condotto gli epistemologi a

6

ripensare la visione tradizionale della razionalità scientifica. Dalla riflessione sui cambiamenti dei

paradigmi (nel senso di matrici disciplinari) che si verificherebbero nelle fasi cosiddette

„rivoluzionarie‟ è nata una concezione come suol dirsi „a tessitura aperta‟ di tale razionalità, una

concezione che non la esaurisce più - come fa Heidegger quando la contrappone al pensiero – in

procedure di tipo logico e algoritmico e neanche, più in generale, in una razionalità di tipo

criteriale, e cioè basata sull‟uso di concetti ritenuti chiaramente definibili e circoscrivibili nelle loro

applicazioni. La razionalità, lungi dall‟essere solo conformità a regole più o meno compiutamente

formalizzabili, si estrinseca anche attraverso l‟attività del giudizio e della deliberazione, ossia

attraverso un processo che non è guidato da principi di natura generale e i cui esiti non sono il

risultato di un modo di ragionare di tipo esclusivamente „calcolistico‟. Una parte cospicua delle

nostre valutazioni e decisioni razionali viene compiuta non mediante la "disputa", ma mediante la

discussione critico-razionale la quale dipende dall‟applicazione di procedure discorsive peculiari

che vanno da quelle studiate da Aristotele quando parla della saggezza al sistematico impiego di

metafore ed analogie, dalla denuncia delle contraddizioni performative ai giudizi casistici presenti

in molte parti della giurisprudenza, della medicina clinica e della critica artistica (da quella

letteraria a quella musicale e figurativa). Vi è insomma una razionalità che procede con modalità

diverse da quelle che Kant attribuiva al giudizio determinante, ma che resta, nondimeno, una

razionalità.

Può un simile allargamento del concetto di ragione essere considerato una sorta di

„avvicinamento‟ delle prospettive dell‟epistemologia contemporanea a certe istanze

dell‟impostazione ontologico-ermeneutica di Heidegger? Da un lato certamente sì (v. [9, § 6]), ma

dall‟altro non bisognerà dimenticare – come ha osservato uno dei più profondi interpreti statunitensi

del filosofo tedesco – che il metodo mediante cui, fin da Essere e tempo, Heidegger ha mirato alla

comprensione dell‟essere dell‟ente intende porsi come “un'alternativa alla tradizione delle

riflessione critica in quanto [tale metodo] cerca di porre in rilievo e di descrivere la nostra

comprensione dell'essere dall'interno di tale comprensione senza tentare di rendere il nostro cogliere

le entità teoricamente chiaro” ([1, p. 4]). Laddove invece la chiarezza e l‟intersoggettività restano

un requisito ideale di primaria importanza anche entro la concezione „allargata‟ della razionalità che

esce dalla riflessione epistemologica odierna.

In ogni caso, di fronte a un concetto di razionalità divenuto così ampio, „mobile‟ e „aperto‟,

bisognerà quanto meno riconoscere che sembra difficile continuare a contrapporre scienza e

filosofia, ragione e pensiero in termini così drastici come quelli prevalentemente utilizzati da

Heidegger e ancor più difficile confinare o relegare la scienza al regno del non pensiero. Con buona

pace delle formulazioni heideggeriane che vanno in questa direzione (e senza nulla togliere

7

all'importanza di Heidegger nella filosofia del Novecento), pare più opportuno riconoscere che la

scienza non è solo ragione calcolante, ma anche, e soprattutto, ragione pensante.

 
 
 

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Post n°63 pubblicato il 21 Settembre 2009 da hyakynthys
 
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Giacinthom P Di Monderose La mancanza di Dio significa che non c’è più nessun Dio che raccolga in sé, visibilmente e chiaramente, gli uomini e le cose, ordinando in questo raccoglimento la storia universale e il soggiorno degli uomini in essa. Ma nella mancanza di Dio si manifesta qualcosa di peggiore ancora. Non solo gli Dei e Dio sono fuggiti, ma si è spento lo splendore di Dio nella storia universale. Il tempo della notte del mondo è il tempo del nienteggiare. È già la mancanza di Dio come mancanza. A causa di questa mancanza viene meno al mondo ogni fondamento che fondi. Mancanza di fondamento o abisso (Abgrund) è un’espressione che originariamente significa il terreno, il fondo verso cui, come estremo della profondità, qualcosa pende lungo la pendenza stessa. Il fondamento è il terreno su cui radicarsi e stare. L’epoca a cui manca il fondamento pende nell’abisso." (

 
 
 

gp

Post n°62 pubblicato il 20 Settembre 2009 da hyakynthys
 
Tag: g8

 

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Post n°61 pubblicato il 20 Settembre 2009 da hyakynthys
 
Tag: g8

 

 
 
 

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Post n°60 pubblicato il 18 Settembre 2009 da hyakynthys
 

 

 

» Margherita Dotta Rosso – Gruppo Le Ombre

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Festa per me è sinonimo di fuochi artificiali.
Quand'ero bambina l'anno scolastico si concludeva con la festa di Sant'Antonio. Al mattini la Messa e il banco di beneficenza. La sera i fuochi artificiali. Occhi sgranati per la meraviglia, cuore che palpita all'unisono con i cuori degli altri.
A Torino i fuochi ci sono per San Giovanni, Patrono della città.
In Francia il 14 luglio, la presa della Bastiglia, la Festa della Repubblica.

Sempre vivo io, si vive, la stessa atmosfera di gioia e comunanza, lo stesso clima di festa. Si ripetono nel tempo (il legame con la tradizione) ma mai totalmente identici. Accanto agli elementi fissi di anno in anno ci sono variazioni che fanno cogliere il trascorrere del tempo. Ognuno ha un ricordo individualizzato nella memoria collettiva.

Tempo ciclico, tempo soggettivo non lineare, struttura, storia.

Nei fuochi artificiali c'è traccia del fuoco naturale, selvaggio che è stato addomesticato, dell'appropriazione del fuoco, dei rapporti tra il fuoco e l'uomo, delle tecniche per produrlo, utilizzarlo, conservarlo ma anche per dare forma, visibilità e memoria al proprio immaginario con i racconti attorno al fuoco, con le ombre che la luce della fiamma proietta su di un telo.

Nella festa si vive insieme uno stato di effervescenza nel quale la comunità che vi partecipa diventa visibile a se stessa come tale. Cadono le barriere artificiali di status, di classe, di gruppo e la società diventa comunità armonica che prova piacere. Finalità della festa, qualunque forma abbia, è quella di provare piacere. Piacere estetico. Piacere nel riconoscere lo stesso piacere provato negli altri. Il piacere prodotto dall'esperienza vissuta nel tempo della festa fa sì che sia ricordata nella memoria ed anticipata nell'immaginazione. 
E' riconoscendo il sé negli altri e gli altri nel sé che si accede allo spirito festivo; per questo la festa accresce solidarietà e rinnova il legame sociale.

Festa spontanea. Festa gratuita. Festa che sovverte il quotidiano: il tempo, lo spazio, i rapporti. Tempo e spazio sono lasciati all'immaginario. Il tempo della festa è un tempo sociale, mediazione tra il tempo matematico lineare scandito dall'orologio e la soggettiva solitaria percezione del tempo. Un tempo senza l'ansia di programmare, di prenotare, di arrivare in ritardo, di fare code, di dover scegliere. Cadono le barriere artificiali tra le persone. L'essenza della festa sta nell'esperienza immediata e senza ostacoli di rapporti che non è lecito o non è facile percepire nella realtà quotidiana perché nella festa non ci sono utenti, non ci sono spettatori ma chi ospita e chi è ospitato. Utenti, attori, spettatori li lasciamo ai festival, alle rassegne, ai concorsi. Nella festa accade un accrescimento di senso, perché ri-unisce nell'esperienza ciò che normalmente è separato: le parti frammentate del sé e della società, i cui effetti si prolungano nella società del quotidiano.

L'organizzazione della festa è invece un lungo e faticoso lavoro e per questo la comunità si impegna da un anno all'altro per la sua preparazione: perché la festa dà senso a ciò che nel quotidiano sfugge al sens

 
 
 

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