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Novembre


Tra le poesie che studiai a memoria in 4° ginnasio, una che ricordo ancora oggi con grande emozione, e sono passati 28 anni, è Novembre di Giovanni Pascoli. Mi piaceva e mi piace perché, leggendola, mi sembra di vedere ciò che descrive, di sentire l’aria fresca che solletica le mie narici. Eccola. Gemmea l'aria, il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, e del prunalbo l'odorino amaro senti nel cuore. Ma secco è il pruno, e le stecchite piante di nere trame segnano il sereno, e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante sembra il terreno. Silenzio, intorno: solo, alle ventate, odi lontano, da giardini ed orti, di foglie un cader fragile. È l'estate, fredda, dei morti. Spero che questo mese di novembre sia felice per tutti coloro che passeranno dal mio blog e anche per chi non sa neanche che esiste. Spero, soprattutto, che la natura possa progressivamente addormentarsi con il progredire della stagione e che, chi prende le decisioni, rifletta che rispettare l’ambiente, la natura, il clima vuol dire rispettare la razza umana. Probabilmente tutto ciò avrà dei costi, ma se non li affrontiamo non saremo neppure in grado di goderci i soldi risparmiati.