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Sopra le nuvole c'è sempre il sole

 

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Artrodesi cervicale

Post n°5 pubblicato il 11 Settembre 2008 da luftattilson
Foto di luftattilson

L'11 settembre è passato alla storia per l'attacco terrorista al WTC e per il colpo di stato in Cile.
Nella mia vita l'11 settembre 2007 è passato alla storia perchè sono finito, per la prima e spero ultima volta, sotto i ferri di un chirurgo per un intervento di artrodesi cervicale. L'artrodesi è un intervento di ricostruzione di un'articolazione rottasi per cause patologiche o traumatiche e io, circa un mese prima, mi ero rotto, a seguito di un grave incidente stradale in cui l'altra persona coinvolta è purtroppo deceduta, l'articolazione tra la quarta e la quinta vertebra cervicale, con anterolistesi, cioè scivolamento in avanti, della quarta sulla quinta. Fortunatamente il trauma non ha provocato lesioni midollari, altrimenti sarei rimasto tetraplegico, tuttavia la situazione era alquanto instabile e l'intervento si è reso indispensabile. L'idea di subire un simile intervento mi preoccupava alquanto, però, quando sono stato in ospedale, l'ho affrontato con ragionevole tranquillità, anche perchè sapevo di essermi affidato a uno dei migliori specialisti europei.
L'ultima cosa che mi ricordo prima della sedazione è stato un medico che mi avvertì che mi avrebbe girato un po' la testa: quando ho realizzato che mi girava la testa ero già in viaggio per il mondo dei sogni. Mi sono svegliato quattro ore e quaranta minuti dopo senza un filo di dolore, tanto che già nel pomeriggio ho potuto alzarmi, mentre dal giorno successivo ho eletto domicilio al bar ubicato sulla terrazza dell'ospedale.
La guarigione è stata rapidissima e ora sto bene, nonostante viva con una placca di titanio e quattro viti nel collo che mi tengono assieme la colonna vertebrale, limitandomi un po' nei movimenti di flessoestensione e rotazione del capo.
La conferma di essere tornato alla normalità l'ho avuta in dicembre, quando, dopo aver superato la vista medica, ho potuto ritornare a volare: l'alternativa era fare l'istruttore sui simulatori, ma poter stare in cielo e tutta un'altra cosa.

 
 
 

Col Serena

Post n°4 pubblicato il 08 Settembre 2008 da luftattilson
Foto di luftattilson

Il Col Serena (2547 m) si mette in comunicazione la Valle del Gran San Bernardo con la Comba di Planaval (Valle d’Aosta). E’ una classica gita sci - alpinistica, ma anche come escursione estiva presenta degli aspetti interessanti, infatti, durante la salita si attraversano alcuni ambienti caratteristici delle nostre montagne, quali il bosco di conifere e il pascolo di alta quota, raggiungendo la fascia altimetrica dove la vegetazione erbacea lascia progressivamente spazio alle rocce.
Oggi, di buon mattino, il mio cane e io abbiamo imboccato il sentiero per salire a questo colle. La giornata tersa e un po’ fresca si è rivelata ottima per un’escursione durante la quale ho assaporato il piacere della montagna che, nonostante siamo ancora nell’estate astronomica, inizia a assumere l’aspetto autunnale. L’incipienza di tale trasformazione è percepibile anzitutto dal colore dei pascoli che, all’aumentare della quota, perdono il verde estivo assumendo una colorazione tendente al giallo. Anche la luce del sole non è più quella estiva, data la maggior obliquità con cui i raggi colpiscono la superficie terrestre. Infine, l’aria è più frizzante, grazie anche al fiero venticello che soffiava. Lungo il sentiero ho trovato anche i mirtilli, pochi ma ottimi, e questo ha contribuito a migliorare ulteriormente il mio buon umore. Le marmotte, invece, e due camosci incontrati in discesa hanno messo di buon umore il mio cane che, in quanto Beagle, ha esercitato il suo istinto di cacciatore.
Scendendo ho potuto godere della vista sul Grand Combin e sull’altro versante della valle dove ho già visto la meta di una prossima escursione: il Colle di Saint Rhemy (2560 m).

 
 
 

Una tazzina di caffé

Post n°3 pubblicato il 05 Settembre 2008 da luftattilson
Foto di luftattilson

Scrivo questo post per promuovere il profilo di andreadialbinea (http://spazio.libero.it/andreadialbinea) che ho trovato a dir poco esilarante.
Andrea è un barista e nel suo profilo fa una disamina molto approfondita e lucida dei baristi e dei loro modi di fare, concludendo che a lui piace ascoltare i suoi clienti, visto che il tempo di consumare un cornetto e un cappuccino non permette l’instaurazione di un dialogo.
Personalmente non mi piace fare colazione al bar perché le mie colazioni sono quasi dei pranzi: tea (una tazza grande o due medie) e pane e marmellata in abbondanza (minimo due fette, meglio tre o quattro, soprattutto se la marmellata è di mirtilli). Tra preparazione, consumazione e pulizie, ci vuole una buona mezz’ora. Al bar, però, mi piace andare a prendere il caffè.
Ci sono vari modi in cui consumo il caffé: un caffé e via quando sono di fretta; il caffè e la lettura del giornale quando non ho fretta e c’è il giornale del bar libero; il caffè e l’osservazione degli avventori quando ho tempo e non c’è il giornale del bar o è impegnato. Ci sono poi due caffè speciali: il caffè a casa, fatto con la macchinetta che “lo fa come al bar” (dopo anni di ricerche e centinaia di euro spesi ne ho trovata una veramente valida, dello stesso colore dei mobili della mia cucina); il caffè in crociera, cioè quello solubile che abbiamo a bordo e che assaporo con grande piacere, anche se non è buonissimo, perché mi sembra di essere al disopra di tutti i problemi del mondo, a partire dai miei.
Per farla breve: una tazza di caffè a metà mattina mi mette veramente di ottimo umore ovunque mi trovi, quasi come un bicchiere di barolo, di barbaresco o di ruché dopo cena.

 
 
 

Perchè On Top

Post n°2 pubblicato il 03 Settembre 2008 da luftattilson
Foto di luftattilson

On top è il termine con cui si indica il volo sopra le nuvole.
Uno degli aspetti che più amo del mio lavoro è proprio la possibilità di vedere il sole e il cielo azzurro anche nelle giornate più uggiose. Pochi minuti dopo il decollo, infatti, si sbuca in aria chiara e la cabina di pilotaggio viene improvvisamente invasa dalla luce e dal calore del sole. Anche se ciò avviene durante una fase concitata del volo, quando la mia attenzione è attirata da mille altri impegni, riesco comunque a percepire questo cambiamento di atmosfera e a gioire intimamente, sentendomi pervaso da una carica di energia, meglio se corroborata da una tazza di caffè o di tea fumante.

 
 
 

Settembre

Post n°1 pubblicato il 01 Settembre 2008 da luftattilson

Settembre è il mese in cui inizia, meteorologicamente e astronomicamente, la stagione dell'anno che più amo, cioè l'autunno.

Associo questo mese a tanti ricordi e tante emozioni: l'estate che non è quasi più tale, la scuola che iniziava, la montagna che si svuota e mi accoglie in solitudine e; soprattutto mi torna in mente la proma poesia che studiai in IV ginnasio, che parla appunto di un avvenimento settembrino.

I PASTORI

Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.

Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori

lascian gli stazzi e vanno verso il mare:

scendono all'Adriatico selvaggio

che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti

alpestri, che sapor d'acqua natía

rimanga ne' cuori esuli a conforto,

che lungo illuda la lor sete in via.

Rinnovato hanno verga d'avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,

quasi per un erbal fiume silente,

su le vestigia degli antichi padri.

O voce di colui che primamente

conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cammina

la greggia. Senza mutamento è l'aria.

il sole imbionda sì la viva lana

che quasi dalla sabbia non divaria.

Isciacquío, calpestío, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?

Gabriele D'annunzio

 

 

 

 

 
 
 
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Un blog di: luftattilson
Data di creazione: 01/09/2008
 

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