Creato da ulisse90210 il 23/04/2009

OperatorediLuce

Operatore di luce e consapevolezza dell' Io sono: Le potenzialità dell'essere umano

 

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Ma in quale condizione nasciamo?

Eh si, questa è la domanda che mi viene da porre fin dall’inizio. La condizione sulla quale nasciamo. Ora sto acquisendo una consapevolezza e se volete sapere cosa vedo se guardo indietro, allora ve lo dico.

Ovviamente siete liberi di condividere o meno quello che viene detto qui. Questo è il potere del libero arbitrio.

 

Ma perché avrei deciso di guardare indietro? Non dovrei guardare alla mia condizione presente? non dovrei guardare alla condizione futura? Dovrei… dovrei…sempre dovrei… abbiamo sempre un preconcetto su quello che nella società sarebbe giusto fare o dire. Sto cercando di vivere nell’adesso, osservando la mia condizione passata auspicando che la comprensione di questo sia utile ad altri per evolvere verso la piena consapevolezza… non c’è un giusto e uno sbagliato, c’è solo libera scelta. Allora liberamente propongo una riflessione, e sempre liberamente ognuno potrà valutarla. Ciò che mi preme sottolineare è che la mia non è una realtà per la quale pretendo venga appiccicato il sinonimo di verità, piuttosto è una visione che vuole stimolare la vostra mente a vedere le cose in prospettiva diversa, ed in questo modo, da soli, spero la cosa vi torni utile per valorizzare voi stessi.

 

E allora.. pensiamoci un attimo alla condizione in cui nasciamo! Nasciamo, senza sapere nulla… abbiamo attorno a noi una società, e attorno alla nostra persona vengono costruiti dei modelli di pensiero.

Quindi subiamo e assorbiamo un’influenza esterna fin da bambini… è naturale, e lo sanno tutti. Quando cresciamo ci accorgiamo che anche tra famiglia e famiglia le abitudini cambiano. Le abitudini sono convinzioni, costruzioni mentali depositate nel nostro cervello. Sono però costruzioni depositate! Non sono il nostro cervello, non sono il proprio Io! Il proprio Io è neutro ricordate?? Nasciamo come un foglio bianco. Poi arrivano le convinzioni su più livelli che influenzano la percezione di Sé. Ma allora, in questa prospettiva, se iniziamo a pensare a chi siamo, vedremo che ci diamo delle etichette, degli aggettivi, degli appellativi che incasellano il nostro vero Io. Sapete, con una vecchia concezione potrei dirvi che sono avvocato, o un ingegnere, o un medico, un venditore… oppure potrei dirvi che sono simpatico, gentile, disponibile, potrei dirvi che sono uno studente, potrei dirvi che sono egocentrico, potrei dirvi che sono altruista, oppure che sono alto con gli occhi azzurri e biondo. Così facendo starei “imbrigliando” la percezione di me stesso, perché altrimenti non saprei riconoscermi, altrimenti non saprei chi sono, penserei quindi di essere una nullità, di non contare poi molto.

Questo ci sembra naturale, bisogna riconoscersi in un’etichetta, ci sembra proprio difficile pensare di ESSERE e basta. Se provo a parlare a me stesso dicendo solamente IO SONO, sembra quasi una frase incompleta, sembra proprio che serva l’aggettivo o l’appellativo vero???

 

Perché invece non cominciamo a fare dentro noi stessi questa affermazione… IO SONO.

 

Caspita vedete che c’è qualcosa di immensamente più grande di quello che credete essere??? Non vi sembra che ESSERE significhi forse far parte di Dio?? Caspita, ho detto che voi componete il Creatore… IO SONO… che parole magnifiche!

 

E che c’entra il Creatore… ma ora questo discorso sta andando nel religioso… “lasciale pensare agli spirituali le cose spirituali!”

Ma come?! ..e voi allora chi siete? Siete solo l’etichetta???Dobbiamo forse credere di essere solo aggettivi e appellativi o nomi???? Beh se volete rimanere a galleggiare in superficie accomodatevi…  se pensate di essere solo un’icona in un catalogo, di etichette ce ne sono in abbondanza per tutti…

 

Ma qui sto parlando dell’essenza di Noi stessi capite? E sto proponendo a tutti di porsi una domanda… oppure di riflettere su un’affermazione… “IO SONO”. Caspita… “IO SONO”… che sensazione inspiegabile!

 

E allora c’è stata dalla nascita la voglia di incasellare la vostra magnificenza… forse è come un po’ chiuderla in gabbia, cercando di non vederla… Molti infatti non vogliono vedere l’IO SONO, non vogliono soffermarsi a pensare di ESSERE  e quindi scorrono via, continuando a incasellare… è normale. Una canzone di Giorgio Gaber al ritornello faceva: “..Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli…” E’ una frase estrapolata al di fuori del contesto della canzone ma spiega bene la condizione umana e l’immersione nelle questioni quotidiane che rendono difficoltosa la comprensione del vero Sé.

 

E allora a più livelli dalla nascita si è diffuso il metodo che incasella tutto e tutti. Il livello più intimo riguarda COME CATALOGO ME STESSO. Questo livello prende forma quando siamo bambini ma al tempo stesso abbiamo già capito come incasellare molte cose… a quel punto iniziamo a incasellare noi stessi attribuendoci, da soli, molte etichette.

Ma ripeto, non nasciamo così! E una cosa che impariamo! .. ma la impariamo in poco tempo… E poi il livello successivo è quello familiare, la famiglia trasmette al neonato tutta la capacità di incasellamento che possiede… e poi ad ognuno di noi le etichette vengono diffuse nei modi più disparati, dall’istruzione allo sport ai media. Tutto ciò che ci circonda propone etichette.

Ma questo incasellamento non è di per sé negativo, è anch’esso un modo di comunicare, di ragionare! Quindi non è di per sé negativo.

Diventa però un circolo inquinato QUANDO L’ESSENZA DI “CHI SIAMO” [dell’io sono] VIENE DIMENTICATA. Qui l’incasellamento non è più una forma di comunicazione lineare, diventa l’identificazione indiscussa di una realtà fittizia. Questa realtà fittizia inganna la mente facendo credere di non contare nulla, questa realtà fittizia fa prevalere l’ego… e, a quel punto, l’io interiore a mala pena si percepisce. In questo modo noi crediamo di essere più importanti di altri in base alle etichette attribuibili alla nostra esistenza. Il concetto di persona assume un altro significato… l’ego sovrasta e le relazioni sociali degenerano. Tutto per aver scambiato la forma con il contenuto.

 

Personalmente scelgo quindi di “ritornare alla consapevolezza”… ritornare a pensare di essere il foglio bianco. Per ricordarmi chi sono, per ricordarmi di essere angelico allora mi faccio seriamente la domanda “chi sono”… e un po’ sbalordito da solo mi rispondo che “io sono l’io sono”. E allora sento di essere divino… sento che non sono un avvocato/medico/studente/venditore…. Sento di ESSERE. Allora mi domando ancora… rivolgendomi a me stesso… ma TI RENDI CONTO che “TU”[io] SEI [sono]??? …E lì mi sento ancora divino… lì mi sento angelico.

 

Lo faccio anche durante il giorno, lo faccio ogni volta che me lo ricordo… perché sapete, viviamo nella dimenticanza! Perché non provate anche voi?? Perché in qualsiasi momento non pensate all’ ”IO SONO”??? Dopo aver capito che “voi siete”, la consapevolezza vi potrebbe seguire non pensate? E nel seguirvi potrebbe far emergere la convinzione che siete/siamo Noi a decidere! Siamo noi a decidere di alzare un braccio, siamo noi a decidere di salire le scale… siamo noi a decidere dove guardare… siamo noi a decidere COME CREARE IL NOSTRO MICRO-COSMO!

 

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Commenti al Post:
savitri.5
savitri.5 il 30/05/09 alle 18:09 via WEB
Il bello è che:se cerco lo Spirito in me... IO SONO! e se non voglio sentir parlare di Fede...arriva la Scienza della Fisica Quantistica a spiegarlo ^_^ Siamo davvero tutti connessi e comunichiamo con tutti attraverso la nostra Energia ^_^ YES,I AM ^_^
 
 
ulisse90210
ulisse90210 il 31/05/09 alle 10:28 via WEB
Si, proprio così... e poi secondo me anche la parola Fede é stata strumentalizzata... secondo me, la fede non é da intendere come fede cieca in qualcosa che intendono dire altri, ma piuttosto come "fiducia" nelle tue capacità di co-creazione. Le religioni forse hanno strumentalizzato di conseguenza il concetto di "credere". Penso piuttosto che si trattasse di "credere", nelle proprie capacità.Come dire... se non "credi" di poterlo fare come farai a farlo?? Quindi la fede e il credere riguarderebbero Noi stessi e non qualcun altro! Fede sarebbe forse un rafforzativo di "fiducia"! Invece al tempo, forse per esercitare il controllo sulle masse si é approfittato del termine "fede" sconvolgendone in gran parte il significato.. ma chi lo sa, se così fosse potrebbero un domani anche rettificare! eh si perché la consapevolezza dell'umano sta avanzando... Questa comunque é solo una riflessione.. non per forza vera e che non intende giudicare... intende solo uscire dal cerchio delle assolute verità...
 
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