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L'Italia è una Repubblica democratica,
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Post n°33 pubblicato il 07 Luglio 2008 da Max_opinionepubblica

Il Governo cancella il 41bis. La reazione dei familiari delle vittime delle stragi.

È vuota la cella al 41 bis di Giuseppe La Mattina, uno dei mafiosi che uccise il giudice Paolo Borsellino. Sono rimaste libere anche le celle di Giuseppe Barranca e Gioacchino Calabrò, che si occuparono degli eccidi del 1993, fra Roma, Milano e Firenze. Nei raggi del carcere duro non ci sono più quattro capi storici della 'ndrangheta calabrese: Carmine De Stefano, Francesco Perna, Gianfranco Ruà e Santo Araniti, il mandante dell'omicidio Ligato. E neanche il boss della camorra Salvatore Luigi Graziano.
Negli ultimi sei mesi, trentasette padrini hanno lasciato i gironi del 41 bis.
I padrini delle mafie hanno vinto, in gran silenzio, la loro battaglia legale nei tribunali di sorveglianza di mezza Italia. E così, sono tornati detenuti comuni, nonostante le condanne all'ergastolo e i misteri che ancora custodiscono. Al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e alle Direzioni distrettuali antimafia non è rimasto che prendere atto della lista degli annullamenti del 41 bis, che ogni giorno di più si allunga. L'ultimo provvedimento, pochi giorni fa, ha riguardato Antonino Madonia, il capofamiglia di Palermo Resuttana che in gioventù assassinò, fra tanti, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e il commissario Ninni Cassarà.
Ecco la lista di chi non è più al carcere duro. C'è Raffaele Galatolo, capo storico della famiglia palermitana dell'Acquasanta, condannato all'ergastolo.
C'è Arcangelo Piromalli, da Gioia Tauro. E poi, Costantino Sarno: a Napoli, lo chiamavano il re del contrabbando, ma lui preferiva starsene in Montenegro. Nella lista del carcere duro bocciato figurano quattordici mafiosi, 13 ndranghetisti, 8 camorristi, 2 rappresentanti della sacra corona unita pugliese. Per adesso è il 6,5 per cento del popolo del 41 bis, 566 reclusi in dodici istituti penitenziari, da Roma Rebibbia a Tolmezzo, passando per Viterbo, Ascoli, L'Aquila, Terni, Spoleto, Parma, Reggio Emilia, Milano, Novara e Cuneo. Gli annullamenti del 41 bis portano la firma di molti tribunali di sorveglianza, da Napoli a Torino. Ma la motivazione è sempre la stessa: "Non è dimostrata la persistente capacità del detenuto di mantenere tuttora contatti con l'associazione criminale di appartenenza".
Dice Giuseppe Lumia, senatore dei Ds ed ex presidente della commissione parlamentare antimafia: "La modifica della legge sul carcere duro è ormai una priorità. Vanno cambiati i criteri per l'assegnazione, agganciandoli esclusivamente alla pericolosità del detenuto, conme fosse una misura di prevenzione".
Il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, spiega che "il 41 bis non è più quell'isolamento pressoché assoluto che era stato previsto nella legge varata dopo le stragi Falcone e Borsellino. I ripetuti interventi della Corte Costituzionale, a cui si è necessariamente adeguato il legislatore, hanno attenuato quel regime di isolamento". La preoccupazione dei capimafia resta sempre la stessa: "Inchieste e processi in svariate parti d'Italia - prosegue Pignatone - l'hanno dimostrato, i detenuti al 41 bis riescono a mantenere contatti con l'esterno, questione vitale per le organizzazioni criminali". Intercettazioni, anche recenti, hanno ribadito: accanto alle grandi strategie, i boss hanno scelto di proseguire in silenzio la loro battaglia contro il 41 bis.
Sommergendo di ricorsi i tribunali di sorveglianza. E qualche risultato sembra essere arrivato. Anche il procuratore di Reggio Calabria auspica "un intervento chiarificatore del legislatore, per mettere ordine ai contrasti giurisprudenziali che si verificano tra i vari tribunali di sorveglianza".
Il record di annullamenti spetta al tribunale di Torino (10). Seguono Perugia (9), Roma (8), L'Aquila (5), Bologna (3), Napoli (2), Ancona (1). Dice ancora il procuratore Pignatone: "La legge sul 41 bis è stata modificata nel 2002, in modo più rigoroso. Ma, evidentemente, sono necessari altri interventi". Lumia sollecita il ministro della Giustizia: "Presenterò un'interrogazione - annuncia - dopo il caso Madonia nessuna risposta è ancora arrivata dal Guardasigilli Angelino Alfano. La questione è urgente. Oggi, nelle carceri è ristretto il gotha delle mafie: va tenuto sotto controllo in modo adeguato, perché quel gruppo elabora ancora strategie, ricatta le istituzioni e mantiene soprattutto i contatti con l'esterno.
L'obiettivo di quel gotha resta l'allentamento del regime del carcere duro, ma anche la revisione dei processi".
"Siamo allo scandalo allo stato puro: sono anni che lanciamo allarmi contro l'abolizione del '41 bis', non è importato niente a nessuno delle stragi del 1993 in questo maledetto Paese le hanno volute tutti quanti". E' il j'accuse di Maggiani Chelli dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili sul passaggio di numerosi boss mafiosi dal regime carcerario previsto dall'art.41 bis a quello di detenuti comuni.
"Il passaggio da '41 bis' a carcere normale di Gioachino Calabrò afferma Maggiani Chelli ("che diede ordine a Giuseppe Ferro Capo Mandamento di Alcamo di andare a Prato dal cognato Messana, di far preparare nel suo garage il pulmino imbottino di 300 chili di tritolo per portalo poi in via dei Georgofili") non lo capiremo mai".
"Agiremo come meglio riterremmo opportuno, anche con la protesta di piazza, - conclude - se nelle prossime ore non avremmo chiari segnali che il Governo sta prendendo provvedimenti sul fronte del '41 bis' per i mafiosi rei di strage

fonte : marsala.it

 
 
 

Emanuela Orlandi; usata ieri come oggi per inviare messaggi occulti.

Post n°32 pubblicato il 25 Giugno 2008 da lunarossa.1974

 


Quando è morta Emanuela Orlandi io avevo poco più di 8 anni, lei appena 15.

Eppure mi ricordo la Roma addormentata e ricoperta fin nel ventre assassino dai numerosi manifesti che ritraevano il giovane e bel volto di quella ragazzina sacrificata e martirizzata.

Nel giugno del 1983 poco si conosceva e se vogliamo fare un parallelismo tra l'allora consapevolezza e l'odierna constatiamo la spicciola differenza.

Buio ieri come oggi.

L'opinione che si frantuma tra chi crede e chi resta scettico.

Buio per volere di alcuni e per grave ignoranza di altri.

Oggi come allora ci rifilano scoop provocatori al fine di inviarsi subdoli messaggi, al fine di far intendere a chi di dovere messaggi cifrati.

“ Ma la Massoneria non esiste “, recitano alcuni, “ la Camorra non esiste “, recitano altri criminali intervistati e mandati in onda su Rai tre a Primo Piano.

Eppure i fatti rivelano e confermano la loro presenza e il loro potere.

L'Opus Dei, l'Opera, invenzione di romanzieri a caccia di best-seller.

Come far capire a ignari e ingenui cittadini i fittissimi intrecci dei poteri imperanti?

Come stabilire cosa fosse bene celare, allora come oggi, e cosa invece raccontare?

Emanuela Orlandi è sparita. Questo è quanto.

Una normalissima ragazzina di 15 anni cittadina del Vaticano.

Non proprio normalissima se assieme a lei c'immettiamo tutte quelle espressioni epocali nella quale la tragica sparizione è maturata.

Intanto bisogna dire che Emanuela Orlandi era figlia di Ercole Orlandi, dipendente della Prefettura della casa Pontificia, l'uomo che autorizzò l'invito a quello che si saprà poi essere l'attentatore di Papa Wojtila nel 1981.

D'altro canto Ercole Orlandi assomigliava, in maniera impressionante, ad Angelo Gugel il quale non solo aveva una figlia quindicenne come l'Orlandi, non soltanto abitavano sullo stesso pianerottolo, ma aveva più di un motivo per finire sotto le mire di braccia armate e prive di scrupoli.

Gugel era l'aiutante di camera di sua Santità e come ogni buon maggiordomo custodiva in petto segreti inenarrabili, il messaggio che si celava dietro il rapimento poteva essere diretto al Papa o ad una persona a lui vicinissima, come appunto Gugel.

Questo uomo era facilmente, e in maniera del tutto logica, vista la sua strettissima collaborazione con il Papa, all'occorrente di pesanti rivelazioni scomode in merito le finanze gestite dallo stesso Marcikus.

In un celebre articolo di Pecorelli compare la lista di ben 121 cardinali tutti appartenenti ad una loggia segreta, il giornalista sostiene la pista interna avvolgendo ad essa il crack Ambrosiano, l'assassinio di Calvi, e il sequestro della Orlandi.

Una crepa interna allo Stato Vaticano.

Supposizione avvallata da atre indagini mai accertate, altre inchieste zittite dal segreto di Stato.

Tutto cristallizzato.

Oggi stalattiti che si staccano pericolosamente da un soffitto d'un tratto non più pronto ad ospitarle o pallottole tenute al sicuro di una cassaforte per poter essere usate al momento opportuno.

L'attentatore del Papa si chiamava Agca.

L'ansa batteva convulsa ora la pista bulghera, ora la turca, di tutto ma non parlarono mai di un assassino maturato nelle mura interna alla Santa Sede.

Papa Wojtila era per natura contro il comunismo e intendeva abbatterlo anche usando il nemico numero uno dell'Opus Dei, Marcinkus.

Marcinkus e Calvi potevano aiutarlo nella sua politica d'indebolimento del blocco Comunista e quindi decise di non accontentare chi lo elesse Papa, l'Opus Dei, ma di approfittare della potenza innegabile del suo antagonista.

Tutta la finanza vaticana in mano ad un nemico, inaccettabile per gli uomini dell'Opus Dei.

Soprattutto se pensiamo che Marcikus non aveva nessun desiderio di appoggiare quella setta segreta nata per volere di chi bramava il suo stesso potere.

Certo, Roberto Calvi, il banchiere di Dio è stato ucciso dalla stessa Opus Dei, tra i due vi era un conto in sospeso e forse addirittura un accordo da concretizzare.

Per questo Calvi andò a Londra, per concludere questo affare che gli avrebbe permesso di non cadere rovinosamente.

Ed è qui che tutto si confonde, che le barricate ingarbugliano gli argini non concedendo il ritrovamento della giusta locazione.

Assumendo i contorni di una trappola studiata ad arte.

Muore Calvi e l'Opus Dei ottiene la Prelatura personale fino allora negatagli: conseguenza di un baratto? Uno scambio di favori?

Il caso Ambrosiano, l'ascesa dell'imprenditore Silvio Berlusconi con la sua Edilnord, Olbia 2, l'attentato al Papa, l'evoluzione dell'Opus Dei e della P2, la Banda della Magliana, la morte di Emanuela Orlandi, Schifani e Andreotti, Berlinguer tradito e la notizia di oggi che ci comunica scottanti rivelazioni dell'ex amante del boss della banda della Magliana.

Un nuovo messaggio per qualcuno, qualcuno vissuto allora e tutt'ora vivente.

Tutto ciò sta a significare una sola cosa.

La notizia di oggi non è altro che la conferma che questa losca storia non ha ancora conosciuto tutti i suoi protagonisti e non li ha assicurati alla giustizia.

Significa che una nuova crepa si è aperta all'interno del Vaticano, significa che è tempo di far saltare qualcun'altro.

Oggi come ieri, come fosse una eredità preziosa da tramandarsi.

A noi è concesso pochissimo ma potremmo moltissimo.

Mobilizzandoci per l'esclusione da parte del Vaticano dagli attuali poteri,

per lo scorporamento dello IOR, per riaprire le indagini e riesumare inchieste censurate e tenute nascoste, fatte saltare da una procura all'altra, ogni salto un pezzo in meno.

Debellare ogni segreto di Stato e per pretendere l'allontanamento immediato da ogni istituzione pubblica degli allora protagonisti.

Soltanto cosi potremmo riappropriarci della giustizia.

La lotta contro la mafia non sarà mai vinta fin quando non comprenderemo appieno il ruolo da garante che la mafia ha all'interno del nostro Stato.

Presto il passato si dissolverà togliendo a noi la possibilità di riscatto e di rivincita.

Fin quando alla magistratura non sarà concesso di operare e lavorare con trasparenza e senza ostruzioni o impedimenti di sorta noi rischieremo di perdere tutte quelle nozioni basilari che ci farebbero comprendere lo stato attuale di degrado.

La giustizia italiana rischia, perdendo questa ennesima possibilità, di sparire per sempre dalla nostra cultura con effetti immediati e disgraziati.


Calare un doveroso e decoroso sipario.

Per noi e per Emanuela e per chi come lei, pagò le colpe di quanlcun'altro.



"La tragica vicenda della giovane Emanuela Orlandi è tornata d'attualita' nel mondo dell'informazione italiana", comincia la nota del direttore della Sala stampa vaticana. "Colpisce - prosegue il testo - il modo in cui ciò avviene, con l'amplissima divulgazione giornalistica di informazioni riservate, non sottoposte a verifica alcuna, provenienti da una testimonianza di valore estremamente dubbio.

Il Papa censura.

 
 
 

TESSERA PER PANE E LATTE: ECCO COME LA PENSO. E TU?

Post n°31 pubblicato il 21 Giugno 2008 da lunarossa.1974

 



AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA


On. GIORGIO NAPOLITANO



ILLUSTRE PRESIDENTE,

le scrive una donna italiana decisamente preoccupata dell'attuale situazione italiana.

L'intera penisola sta vivendo un periodo oscuro e confuso, nessuno sembrerebbe in grado di prendere le redini in mano e guidarci verso una veloce risoluzione di pace e serenità.

Nessuno sembrerebbe munito di buon senso ma anzi, appaiono tutti coesi ad alimentare questo stato di confusione deleteria; forse son confusi essi stessi o forse troppo presi da altro.

In tutto questo appare evidente lo stato di agitazione interno alla nostra società, di nuovo il popolo si sta attrezzando e dividendo tra mille iniziative e tra mille argomenti da voi, illustri politici, trattati con indifferenza o con troppa noncuranza.

Una sorta di autogestione che potrebbe determinare una fredda guerra civile dando la possibilità, in chi cerca di trarne vantaggio personale, di rivendicare la necessaria presenza di un nuovo riferimento politico, magari dando spazio a uomini privi di scrupoli.

Piu che camminare verso una risoluzione mi sembra di remare continuamente in direzione di ripide pericolosamente scoscese, è come se la nostra storia, esperienza e cultura non bastassero o non ci dessero la forza necessaria ad invertire la rotta. Una volontà più forte della nostra ci sta distruggendo.

Molti i temi che andrebbero trattati e di cui vorrei ascoltare da Voi una opinione, eppure non si ha il tempo perche le notizie si susseguono freneticamente e spesso siamo costretti, noi civili comuni, a ricercarle e trovarle in testate di secondo ordine grazie alla volontà di uomini che filtrano comunicazioni altrimenti censurate dalle grandi nostrane testate; l'opinione pubblica va salvaguardata e “ pilotata “.

Non vi siete forse resi conto che i più lo hanno capito e si stanno giustamente mobilizzando con vie alternative?

In altri continenti, come riportato da una giornalista del corriere della sera, si sta urlando e attirando l'attenzione su i nuovi desaparecidos dell'era telematica.

Blogger arrestati e spariti.

La gente non perderà questa nuova consapevolezza acquisita e il vostro continuare tacere, a far finta che tutto vada bene, a propagandare una serenità in verità fasulla non farà altro che incattivire sempre piu il popolo civile, pronto a risoluzioni drastiche.

Tuttavia non tanto di notizie vorrei parlare, ma di quello che queste notizie stanno portando nella nostra società:, assoggettazione e oppressione.

Un clima incattivito, perche dove lo Stato opprime il popolo rivoluziona, questo dalla notte dei tempi.

Impensabile ricondurci in un regime insensibile alla libertà di un popolo come il nostro; non permetteremmo mai che ciò accada, e non vi è modo criminoso che possa costringerci ad accettare questo modo provocatorio di condurre l'Italia.

Dimezzate anche le possibilità di studio; il caro vita, la crescita del prezzo dei libri e l'aumento delle tasse universitarie tolgono a molti il diritto, sancito dalla nostra Costituzione, allo studio stesso.

Il tasso di disoccupazione non accenna a calare; pochissimi concorsi pubblici e dalle sproporzioni pazzesche: 10 posti per migliaia di partecipanti. Dieci posti non tutti disponibili; qualche raccomandato c'è sempre e il gioco come il risultato è presto fatto. Tutto a regime, degno di un paese oppresso.

Come agire nel tentativo di tamponare questa dilagante disoccupazione?

Intanto, vista l'altra emergenza, la sicurezza, si poteva agire diversamente.

Invece di mandare più di mille militari in strada si sarebbero potuti ampliare i reparti delle già presenti forze dell'ordine e invece abbiamo un concorso di 700 posti per 2300 partecipanti, questo per i carabinieri e così penso per tutto il resto.

I militari son da molti ben visti, soprattutto per chi vive in quartieri particolarmente degradati e nei dintorni delle zone rosse o dall'alto tasso d'immigrazione incontrollata.

Personalmente i militari a pattugliare armati le strade mi rievocano brutte immagini ed epoche che non vorrei vivere, un paese militarizzato non è un paese democratico.

Senza contare che mai si è pensato di spedire i militari a Palermo contro la mafia, o a Napoli contro la camorra: li, a combattere il terrorismo abbiamo mandato carabinieri e polizia a far da scorta, con pochi mezzi, a morire saltati in aria.

Contro la microcriminalità mandiamo i militari e anche a pattugliare i rifiuti, un controsenso che potrebbe indurci a pensare ci sia dell'altro.

Bisogna anche dire che a questi militari verranno dati degli extra sullo stipendio, extra che se di poco aumentati garantirebbero altri stipendi e altri impiegati. Piu caserme e commissari, più divise sulle strade e piu poteri ai prefetti. Non avremmo bisogno di militari ma di buon senso. Avremmo bisogno di qualcuno che faccia rispettare le leggi.

I nostri carabinieri vanno all'estero, qualche volta purtroppo è un viaggio senza ritorno se non con una bara avvolta dal tricolore.

Non basta, se da un lato si lascia credere di voler ad ogni costo assicurare i criminali dall'altra demonizzano la magistratura e affondano le intercettazioni; l'unica prova inconfutabile visto che non possono taroccarle.

L'unica prova possibile da reperire nel caso di illustri primari di illustre cliniche o di illustri politici e cosi via dicendo.

Ma se i militari ricordano un regime dittatoriale cosa aggiungere davanti alla proposta di munire i pensionati minimi di una card umiliante che gli elargisce 400 euro all'anno per pane e pasta?

Non è totalitarismo questo?

Con la card oltre alle 400 euro all'anno per pane e pasta potranno usufruire di ulteriori sconti alle poste e negozi convenzionati.

Per il finanziamento dell'operazione viene istituito un Fondo speciale di solidarietà alimentato dalla Robin Tax, dalle somme riscosse in eccesso dagli agenti della riscossione, dalle somme versate dalle cooperative a mutualità prevalente, da trasferimenti provenienti dal bilancio dello Stato e da versamenti effettuati a titolo spontaneo e solidale da società ed enti, in particolare del comparto energetico.

Umiliante questa card piu umiliante della pensione stessa.

Paghiamo fior di contributi, detrazioni sulle povere buste paga per avere una card come in tempo di guerra!

La carta, ha spiegato ieri il ministro Tremonti nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, sarà inviata agli aventi diritto «nella più assoluta riservatezza con la pensione».

La carta prepagata avrà un codice personale per garantire la riservatezza.

Alla faccia della riservatezza, ma quale riservatezza può esserci visto che dovranno mostrarla alla fila nei negozi o in coda alla banca o alla posta?

Si tratta della card prepagata nuova di zecca con cui i più anziani a basso reddito e gli italiani con trattamenti previdenziali sotto gli 800 euro (o magari anche i mille euro) mensili potranno beneficiare di sconti sulla bolletta elettrica e su beni alimentari acquistati nei supermercati di "apposite" catene o in altri esercizi commerciali convenzionati.

Queste apposite catene a chi apparterranno e che prezzo applicheranno ai clienti?

Soprattutto, saranno facilmente raggiungibili nei paesini più piccoli e sperduti?

«questo è il modo in cui crediamo di tenere conto del bisogno crescente nel Paese».

Il bisogno crescente del Paese necessitava di stipendi e pensioni adeguati al caro vita.

Non mi va che un governo democratico ragioni e decreti leggi simil al tempo di guerra.

Stiamo camminando all'indietro, perdiamo pezzi di libertà in ogni ambito, stanno pian pianino chiudendo ogni porta ad un possibile sviluppo economico e civile.

Ne tanto meno è tollerabile che un Presidente Del Consiglio in un paese democratico e dicasi libero ammonisca e rimproveri e insulti in modo vessatorio e continuo i magistrati.

Ne tanto meno si senta in diritto di sentirsi perseguitato e comunque non gli si deve concedere il potere di intimidire un dicastero tanto importante per l'intera Carta Costituzionale come quello della giustizia.

Presidente, la gente pian pianino si sta rendendo conto che tutto questo prodigarsi in realtà, è una falsa propaganda.

La prego, Presidente, di agire e prendere posizioni tutelando e difendendo il popolo italiano.









 
 
 

63 BLOGGER ARRESTATI: ADESSO DOBBIAMO INIZIARE A DIFENDERCI

Post n°30 pubblicato il 18 Giugno 2008 da lunarossa.1974

Tutti gli arresti tra i blogger dal 2003: Esce il rapporto annuale della University of Washington. Cina, Egitto e Iran in testa

SEATTLE(Stati Uniti) – Finire in manette per aver organizzato una protesta sociale o per aver violato abitudini culturali tramite un blog. Oppure esseri sbattuti in prigione in quanto rei di aver denunciato sul proprio diario online violazioni dei diritti umani. O ancora perché su un blog si è osato commentare le politiche pubbliche. Succede ancora in alcuni Paesi notoriamente liberticidi e succede anche in nazioni al di sopra di ogni sospetto. Per l'esattezza succede e succederà sempre di più, proprio perché la blogosfera è sotto osservazione da parte dei governi e delle istituzioni. Questo in sintesi ciò che sostiene il report World Information Access (WIA) dell'Università di Washington che censisce le repressioni per crimini relativi all'uso dei blog a partire da cinque anni fa.

TIPOLOGIA DEGLI ARRESTI - Gli arresti dei blogger dal 2003 sono stati 64, sono triplicati rispetto al 2006 e la metà si riferisce solo al 2007. Un terzo degli arresti riguarda la Cina, l'Egitto e l'Iran, ma nella black list delle nazioni che prevedono la prigione per i blogger più ribelli risultano anche Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia e Grecia. In media i tempi di detenzione per i reati da blogging sono sui 15 mesi, ma il record assoluto è di ben otto anni.

SENTENZE NON INTERCETTATE – Ai numeri snocciolati dal WIA bisogna comunque aggiungere una buona dose di arresti non intercettati, proprio perché avvenuti in nazioni estranee alle regole democratiche, dove è ancora possibile far sparire qualcuno nel silenzio di una prigione, senza nemmeno dirlo in giro. Per esempio il Committee to Protect Bloggers (e già il fatto che esista un comitato per la protezione dei blogger è sintomatico) dà notizia di 344 animatori di diari online detenuti nelle prigioni del Burma. Ma il WIA non ha avuto modo di verificare il dato. E se parlarne è utile e doveroso, purtroppo esiste anche un effetto boomerang: più i dittatori del terzo millennio si accorgeranno di quanto sia importante questo strumento più cercheranno di imbavagliarlo.

Emanuela Di Pasqua   www.corriere.it

Il giornalismo del cittadino disturba le lobby della comunicazione e il pensiero unico: crescono i tentativi, anche nei paesi democratici, di limitare e recintare quanti non intendono farsi anestetizzare dai modelli di comportamento manipolati dai grandi net work controllati dal potere e dal denaro. Mi appello ai miei amici perché facciano circolare nei loro blog questo post.

INOLTRE INVITO TUTTI I LETTORI AD ADERIRE AL PROGETTO CHE CI VEDE TUTTI INVITATI A PARTECIPARE, ECCO IL LINK.

http://unlaita.altervista.org/joomla-1.5.0_ita/index.php/tg-blogger-ditalia.html

 
 
 

LUI LO AVEVA PROFETIZZATO...

Post n°29 pubblicato il 18 Giugno 2008 da lunarossa.1974

 

Son soddisfazioni, arrivare indenni a questa età e godersi il copyright. "Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore. La giustizia, la tv, l'ordine pubblico. Ho scritto tutto trent'anni fa". Tutto nel piano di Rinascita, che preveggenza. Tutto in quelle carte sequestrate qui a villa Wanda ventidue anni fa: 962 affiliati alla Loggia. C'erano militari, magistrati, politici, imprenditori, giornalisti. C'era l'attuale presidente del Consiglio, il suo nuovo braccio destro al partito Cicchitto: allora erano socialisti.

( tratto dall'autobiografia di Licio Gelli )


La massoneria c'è e persiste e disegna le sue coste criminose.

Non la massoneria di Garibaldi o della rivoluzione francese o di Eistein, ma la massoneria terrificante di Licio Gelli: ecco perche invito chi di dovere a prendere pubblicamente le distanze.

Ma vediamo la notizia apparsa a tratti nei vari telegiornali e quotidiani.

Otto persone tra cui poliziotti, imprenditori influenti e boss sono stati arrestati dai carabinieri di Trapani e Agrigento in diverse città.

Oltre a risultare negli elenchi delle logge, e questo non sarebbe di per sé reato, sono accusati di aver cooperato affinche venissero ritardati iter giudiziali, in alcuni processi che li vedevano colpevoli.

Tra di essi un'agente della polizia di Stato, un ginecologo e un impiegato del ministero della Giustizia, questo ultimo di servizio ad una cancelleria della Cassazione.

Concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, peculato, accesso abusivo in sistemi informatici giudiziari e rivelazione dei segreti d'ufficio.

Questa operazione ha determinato l'unione dei carabinieri di Roma, Terni, Palermo, Agrigento e Trapani.

Da sempre questi poteri, i veri poteri che gestiscono l'economia nazionale e mondiale, che pilotano l'opinione pubblica, non meno i nostri usi e costumi a secondo delle loro esigenze strategiche, con macchinazioni fantascientifiche, che determinano lo stato di ricchezza o di povertà di un determinato paese assieme ai loro fratelli internazionali, non fanno, nella loro cerchia, distinzione alcuna.

In molti ci hanno raccontato o tentato di spiegare le loro manovre, i loro metodi beatamente invisibili perchè costretti da loro in un limbo appena un gradino sopra di noi.

Ed è opinione conosciuta a pochi che tra, mafia e camorra e n'drangheta riscontriamo i loro soldati.

Ed è, opinione di molti altri che le sette sataniche siano un loro paravento.

L'ennesimo strumento deviante e depistante.

In questo quadro, e son certa che molti ci butteranno su pennellate di smentite, ritrattazioni o aggiustamenti e altri ancora ci butteranno su, le loro credenze biette di cittadini poco attenti e capaci di acume, non poteva mancare la figura di un Gesuita; un avviso di garanzia con l'accusa di concorso in associazione mafiosa anche per questo prete secolare.

La massoneria ufficialmente appare da sempre o per antonomasia in netto contrasto con la Santa Sede, ma sappiamo per certo e ci sono gli atti processuali risalenti al caso Calvi e all' Ambrosiano che c'è lo raccontano, ci sono ad unirli interessi e affari compiuti e spartiti.

I Gesuiti, o meglio La Compagnia di Gesù, da sempre figurano come gli antagonisti più accaniti della massoneria, finchè non si decise la fondazione dell'Opus Dei.

L'Opus Dei nasce da una costola deviata in seno ai Gesuiti. Nasce per distruggere chi tenta d'impedire la manipolazione e ostruisce i loro sporchi affari, nasce per combattere gli stessi Gesuiti.

Vero, sembra un romanzo thriller, frutto di fantasie deviate, da una mente inquietante eppure, trattasi realtà.

Dobbiamo accettare la loro esistenza se vogliamo davvero stabilire un clima democratico e giusto nel mondo.

Comprendere e accettare che da sempre siamo stati pilotati e guidati affinché credessimo quel che volevano che credessimo, leggessimo quel che volevano leggessimo, parlassimo come volevano che parlassimo.

Ed ecco ribollir nel pentolone l'annosa questione sul sistema di disinformazione vigente nel nostro, e non solo, paese.

Queste ed altre organizzazione dallo stesso copione e sistema strategico decidono, e solo loro, le sorti di una nazione e infine del mondo.

Sappiamo quasi tutto della vita eccitante dell'odierno Presidente del Consiglio, tranne quel che più conta: il perche della sua ascesa e chi lo ha voluto e nominato e promosso.


Chi ha condiviso quel progetto è oggi alla guida del paese. "Se le radici sono buone la pianta germoglia. Ma questo è un fatto che non ha più niente a che vedere con me". Niente, certo.

( tratto dall'autobiografia di Licio Gelli )

Difatti quando parla di Berlusconi e di Cicchitto, di Fini di Costanzo e di Cossiga lo fa con la benevolenza lieve che si riserva ai ricordi di una stagione propizia. Sempre con una frase, però, con una parola che li fissa senza errore ad un'origine precisa della storia.



Lo stesso Gelli che ci rese complici dei gravi crimini commessi durante il regime militare in Argentina ( desaparecidos ) e in tanti altri gravi fatti di sangue e di persecuzioni e di crac e di tanto altro.

Non è morto, non stiamo parlando di fatti risalenti ad una storia morta e sepolta: tutto è ancora in piedi presente e onnipresente, in tutta la sua agghiacciante visione di un mondo posseduto e controllato.

La panacea esiste ed equivale a liberalizzare la stampa ed ha pretendere che la stessa non sia più di proprietà dei partiti e di gente come Salvatore Ligresti


Uscire dagli schemi che ci hanno costruito tutt'attorno come le mura di cinta di un castello impenetrabile.

Ci vogliono buoni e concentrati nelle nostre spicciole polemiche: destra e sinistra, laici e cattolici, etero e omosessuali.

Se riuscissimo ad abbandonare i nostri credi e i nostri emblemi e a unificarci a fronte di questa guerra potremmo riuscire a saltare il guado.

Evitiamo di spendere tempo prezioso e scaricare colpe globali ora alla destra e ora alla sinistra.

Eleviamoci e scendiamo armati di consapevolezza e presa di coscienza sul terreno di lotta.


Contro tutta la destra e tutta la sinistra perche se l'una agisce l'altra cela.

Non possiamo non considerare le ultime azioni mosse a danno della giustizia.

Oggi la destra ma soprattutto Berlusconi non sta semplicemente cercando di impedire alla giustizia di compiere il suo dovere ma sta attuando l'ennesima strategia disegnata e profetizzata come profetizzato è stato il nemico.

Quello stesso nemico che per anni hanno controllato e dominato ma che oggi gli appare tremendamente forte. La comunicazione.

Il web ha contribuito alla nascita e alla crescita di un fenomeno che a tutt'oggi ai piu non appare in tutta la sua potenza.

La libertà di stampa.

Il giornalista è una professione e deve esser fatta da professionisti.

Ma il giornalista aveva anche il dovere di raccontare le verità e non di farsi porta voce fedele del potente di turno.

Tutti noi siamo potenziali reporter e grazie al web ci stiamo provando, pur non comprendendo fino in fondo questa meravigliosa arma.

Invece Loro hanno compreso e ci vogliono zittire e perseguire, come?

Il disegno di legge sulle intercettazioni seppellisce in modo definitivo la (poca) informazione libera esistente in Italia. Non potremo più sapere nulla.

  • Unipol

  • Abu Omar,

  • Santa Rita,

  • la centrale di spionaggio di Telecom,

  • Saccà,

  • Parmalat.

I processi, diventeranno segreti di Stato. Moriremo ma non sapremo di che morte.

Lo stesso segreto di Stato che uccise il Generale Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino, Ustica e Bologna e Moro e tani, tanti altri.

Vogliono imbavagliarci e impedire la pubblicazione di ciò che deve essere pubblico.

Soprattutto temono che col tempo impariamo a riconoscere la verità, temono la nostra unione, temono la condivisione di documenti e il confronto. Temono infine che possiamo liberarci delle loro catene e delle loro galere.


Gravi sanzioni e pene a chi si azzarderà a pubblicare una sola frase intercettata anche se lascia trapelare gravi crimini, o assassini o altro.

Le intercettazioni, non possono essere equiparata ai banali sgambetti tra antagonisti poiché la stessa intercettazione non può essere fasulla o falsa e nemmeno presunta visto che ha essere intercettati sono solo i protagonisti oggettivi e reali.

Non stanno provvedendo alla sicurezza del paese ma stanno tentando di rafforzare le mura di cinta sopra i loro segreti e grazie ai militari.

Del resto, non mi sta bene nemmeno il loro intento di militarizzare il paese, bastava rafforzare e assumere nuovi carabinieri e poliziotti. Ma questa è un'altra storia.

Vi invito di nuovo ad partecipare al progetto.






 
 
 
 
 

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Data di creazione: 21/03/2008
 

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   25 Aprile                                                                                                                         

          
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25 aprile.... voglono
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