Creato da Blordo il 10/09/2005

Ordinaria Follia

Chiaro come un lago senza fango; così limpido come un cielo d'estate sempre blu.

 

 

« Niente.

Ho quasi paura.

Post n°124 pubblicato il 19 Ottobre 2008 da Blordo

Probabilmente, improvvisamente mi tramuterò in uno di quei patetici figli di baldracca che scrivono sul blog racconti personali che, verosimilmente, non interessano a nessuno.
Il problema è che oramai, davvero, non si riesce piu a capire un cazzo.
L'irish pub gestito da napoletani si sta lentamente svuotando fra le urla dei "uagliò" che hanno appena assistito alla partita; orde di ragazzini ubriachi sorvegliano l'orologio perchè, fanculo, fra un poco scatta il corpifuoco e tocca tornare a casa da mamma e papà.
Giovinezza.
Io e il mio compare sostiamo al banco con aria distratta, vagamente feriti nel sacco scrotale per ciò che di norma c'è da fare nel buco di merda della città in cui ci troviamo incatenati, e cioè unbelcazzodiniente.
Sorseggiamo Hoegardeen con acuta avidità, immergendoci nei piaceri soavi della schiuma cruda che gigioneggia nella bocca e scende piu giù, e ancora più giù, fino a quando per l'ennesima volta dobbiamo chiuderci al cesso e pisciarla fuori nella turca balorda smerdata da qualche stronzo di cazzone. Occore fare attenzione allo schizzo che rimbalza nella parete carenata e torna indietro cercando di puntigliare i jeans, con le gambe che devono muoversi all' indietro, curando però di non far deragliare di troppo il flusso giallognolo che provocherebbe soltanto un aumento esponenziale del danno. E' un procedimento particolarmente importante per l'ubriaco orinatore di birra.
Torno di là e ad aspettarmi al banco c'è un tipino carino, piccoletta, con un discreto paio di tette e un viso estremamente sensuale: non fate caso ai commenti ma questo era esattamente quello che pensavo mentre camminavo e, facendo il vago, controllavo se il jeans fosse rimasto lindo dalla prova toilette di cui parlavo sopra.
Continuo a pasteggiare il mio vaso di birra mentre questa inizia ad ammaliarmi con futili discorsi del cazzo su ciò che questa città offre; futili discorsi perchè purtroppo sono nella sua stessa condizione e il il fatto che mi venisse ricordato in quel momento, davanti ad una cazzo di birra assieme ad uno dei miei migliori amici, sinceramente mi dava un po sulle balle.
Fatto sta che rimasi ad ascoltarla, annuendo, sorridendo, guardandola negli occhi che guardavano me e che sembravano chiedermi "andiamo immediatamente via che ti trombo tutto dalla doppia punta dei capelli all'alluce.
O forse, certo, era solamente, estremamente ubriaca lercia.
Ingurgitò un paio di shortini come si butta giù la pasticca per il mal di testa, e lentamente la faccia si deformava assumendo sembianze quasi demoniache.
Nulla di più eccitante, probabilmente.
Il problema però si manifestò poco dopo: un paio di compagnucce le ronzarano intorno per qualche secondo studiando bene il da farsi, e poi le si avvicinarono sussurrandole qualcosa nell'orecchio; avranno avuto si e no 14 anni, e forse c'era Zio Mimmo che già le aspettava minaccioso all'uscita del locale curandosi di mantenere intatta la verginità delle proprie nipoti.
Mi decisi a chiedere l'età della simpatica shortina, e i sospetti divennero tragiche realtà: non aveva nemmeno la metà dei miei anni, vaffanculo, nemmeno l'età per guidare uno stracazzo di cinquantino.
Guardai il mio compare che rideva sotto i baffi mentre ordinava un'altra birretta.
I tempi cambiano, inesorabilmente, e probabilmente noi poveri stronzi siamo già fuori tempo massimo.
Arriveremo a scopare la figlia del nostro compagno di banco, cazzo.
Arriveremo a provarci con la sorellina del vicino di casa che fino a un paio di anni prima si accomodava nella parte superiore del carrello della spesa della mamma che per farla contenta le comprava i ritornelli del mulino bianco.
Arriveremo, improvvisamente, a vedere la chiamata "mamma" nel cellulare di colei che in quel preciso momento sta facendo cose che mamma non può neanche immaginare.
Probabilmente occorrerà apporre una targa nel petto di ognuna di queste con la scritta attenzionesonopiùcheminorennemasonovestitadabaldracca.
Non lo so.
Detto fra noi, inizio ad avere paura.

 
 
 
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Ve lo dico io di cosa parla Like a Virgin. Parla di una ragazza che rimorchia uno con una fava grossa così. Tutta la canzone è una metafora sulla fava grossa. Parla di una figa che scopa come una matta a destra e a sinistra, giorno e notte, mattina e sera. Cazzo.cazzo, cazzo-cazzo, cazzo-cazzo, cazzo-cazzo, cazzo! Finchè un bel giorno incontra un tipo cazzuto alla John Holmes. E allora..vai alla grande! Cioè uno che con l'attrezzo ci scava i tunnel, come Charles Bronson ne "La grande fuga". Lei ci da dentro come una maiala fino a che sente una cosa che non sentiva da un secolo: dolore. Dolore! Le fa male. Non dovrebbe perchè la strada è bella che asfaltata, ormai, ma quando il tipo la pompa le fa male. Lo stesso dolore che sentì la prima volta, capite? Il dolore fa ricordare alla scopatrice di quando era ancora vergine. E quindi, Like a Virgin.

 
 
 
 

Questa particolare storia si svolge in un cesso pubblico. Perciò devi conoscere tutto di quel cesso pubblico. Devi sapere se c'erano gli asciugamani di carta o il getto d'aria calda. Devi sapere se i pisciatoi avevano le porte oppure no. Devi sapere se c'era il sapone liquido o quella schifossissima polvere rosa che si usava al liceo. Devi sapere se c'era o no l'acqua calda, se c'era puzza. Se qualche pezzo di stronzo schifoso bastardo figlio di puttana aveva schizzato di diarrea una delle tazze. Devi sapere tutto quello che riguarda quel cesso. Perciò quello che devi fare è raccogliere tutti i dettagli e farli tuoi. Le cose importanti da ricordare sono i dettagli. I dettagli rendono la storia credibile.

 
 
 
 

Sono sepolto in questo buco, prendo meno di un negro alla catena, lavoro anche nel giorno di riposo, quelle cazzo di saracinesche si sono bloccate, ho a che fare con i peggio balordi di questo pianeta, puzzo di lucido da scarpe, la mia ex ragazza è in catalessi dopo aver scopato con un cadavere e la mia attuale ragazza si è ciucciata trentasei cazzi.
Deciditi o cachi o tiri su le braghe. O cachi, o braghe.
Parlo di quello che ti senti, questa incapacità che hai di migliorare il tuo stato. Te ne stai li a lamentarti che la vita ti ha fregato, ti avessi mai visto prendere la responsabilità di dare una svolta alla tua situazione. Se ti fa schifo questo posto, e chi ci viene, e se ti caca il cazzo di essere qui il tuo giorno libero, ma perchè allora non ti licenzi?  Tu che fai il melodramma sei naturale come uno che caca dalla bocca.

 
 
 
 
 

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