Succede di apprezzare un film perché scatena dei ricordi. E' successo vedendo l'ultimo film di Pupi Avati, "Gli amici del bar Margherita".La Bologna degli anni 50-60 è lo specchio dell'Italia di quegli anni, anni in cui la padrona delle serate non era ancora la tv e gli uomini uscivano di casa per incontrare gli amici al bar.Alle donne il bar era precluso. A me, bambina che abitava davanti al bar, invece, il bar non era vietato. Accompagnavo spesso mio nonno che andava a giocare a carte.L'ostessa era una donnona bien piantata che riusciva a tenere a bada tutti gli avventori cacciando qualcuno di loro se era troppo brillo a suon di scopate (cioè dando colpi con la scopa di saggina sulla schiena del malcapitato)!L'unico che non riusciva a cacciare era il marito che, amando il vino, da bravo oste, era spesso in cantina e tornava assai poco lucido.Vedendo il film ricordavo oggi le atmosfere fumose, il biliardo e gli spacconi sempre presenti.Una simpatica fotografia di un mondo in cui lo scherzo era all'ordine del giorno, e i burloni non erano tacciati di bullismo anche se lo scherzo era pesante. Non posso dire che fosse un mondo migliore, certo i rapporti tra le persone erano meno studiati, più genuini.