http://www.bookcafe.net/caro-giornalista-arrenditi-o-evolvi/#comment-2786
Quanto mi piace questo:-"presente già bagnato di futuro"-
Ma il concetto di tempo è da sempre bagnato di futuro. Soltanto i disattenti non se ne sono resi conto. Ho 64 anni, mi dicono portati bene. Forse dipende proprio dal fatto che non ho mai pensato di qualcosa simile a "i miei tempi". Il mio tempo è sempre oggi, anzi, il momento che vivo. Vengo da un giornalismo della macchina da scrivere, dai romanzi dove, a volere cambiare il nome del protagonista si doveva riscrivere le pagine o rimettercelo "a penna", dagli articoli spediti "in A", dettati al telefono ai dimafoni e registrati, dalle foto "che non uscivano" e se uscivano occorreva portarle di corsa in redazione per farle stampare in tempo per l'edizione del mattino: una guerra.
Volete che io non abbia subito "cavalcato" il computer, il Web? Santo google, che ti fornisce notizie che una volta avresti dovuto cercare non si sa bene dove?
Ma, piaccia o meno, si sia o meno in accordo, anche da insegnante mi è toccato passare ore al computer per scrivere voti ed altro. Da coordinatrice di classe anche le assenze ed il resto sul registro di classe elettronico.
"Fermate il mondo, voglio scendere"?.
Non si può. Non lo voglio. Scrivevo articoli per il Roma, Il Mattino, Cronache, La Città... quante volte neanche letti, scomparsi nel nulla e, come diceva il mio collega del Roma, Valletta:-"Gli articoli sono farfalle". Ma oggi no: oggi gli articoli sprvavvivono, sono lì a testimoniare che li abbiamo davvero scritti. Fantasmi senza peso, forse farfalle, sì, ma colorate e svolazzanti ben più della giornata cartacea di un quotidiano. Forse anche il mio giovane amico Giancarlo Siani, scrivendo dal Web, sarebbe ancora vivo. Vivo, sì, perchè la velicità delle notizie pubblicate e la mancata certezza della fonte (dove abita?), sarebbero state una difesa dalla velocità delle pallottole che lo hanno ucciso.
Poi, se parliamo di soldi e di giornalismo, mi spiace: difficile coniugare le due cose se si vuole restare davvero "freelance", giornalista libero, non di quelli venduti al potere che sempre potere è, anche se ecclesiastico, politico, economico o che sia. Io faccio l'insgnante, ho uno stipendio e sono libera di scrivere e quanti accolgono i miei pezzi sono anch'essi liberi di pubblicarli o meno: viva la libertà ed un tuffo in questo presente bagnato. Finchè ci sono: Giancarlo non c'é più.
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