Creato da mondodonna_2008 il 07/08/2008

Mondodonna

tutto quanto riguardi le donne

 

« uomini in cambio di carboneI miei libri »

SAN GIUSEPPE MOSCATI.

Post n°765 pubblicato il 24 Febbraio 2019 da mondodonna_2008
 

LA SOTTILE LINEA BIANCA.

SAN GIUSEPPE MOSCATI. 

(La parte dedicata allo studio grafologico si potrà trovare nel mio testo in elaborazione: “La grafia dell’amore e dell’odio ed altri metodi di comprensione dell’essere umano).

  Parlare di San Giuseppe Moscati mi emoziona perché ho una propensione personale nei suoi confronti che non nasce adesso ma è profondamente radicata nel passato. Basti dire che ho portato con me per anni un pezzettino del suo camice come reliquia e me ne sono privata soltanto per darla ad una persona che amo molto al momento che mi aveva bisogno per guarire da una grave malattia. A Napoli lo si ricorda come se non fosse morto tanti anni fa, ossia il 12 aprile del 1927; forse è restato vivo in qualche modo, anche soltanto attraverso la presenza della sua statua, la cui mano è consumata dalle strette di quanti gli vanno a parlare nella chiesa del Gesù a Napoli e vanno a pregare nel posto in cui è stato sepolto. Penso che non soltanto i napoletani abbiamo l'abitudine di salutarlo e nei casi particolari, che non mancano mai nella vita, di chiedere il suo aiuto come medico per la protezione di qualcuno che è ammalato o di se stessi, potendo visitare anche la sua camera con l'inginocchiatoio, lo studio ed una bacheca con gli arnesi e gli accessori da medico. Difatti la sorella del professore Nina Moscati, nata nel 1878 è morta nel 1931, a pochi anche dal fratello, dopo essergli stata sempre vicina in vita, aiutandolo nell’esercizio della sua carità, dopo la morte di lui ha donato alla chiesa del Gesù Nuovo il vestiario, il mobilio, e le suppellettili. Venne poi seppellita accanto al fratello nel 2009 ed a lei, l’8 marzo 2018 è stata dedicata una strada, difatti vico I Quercia presso Cisterna dell’Olio è attualmente, via Nina Moscati. Il medico Giuseppe Moscati era nato il 25 luglio 1880 a Benevento, settimo tra i nove figli del magistrato Francesco Moscati e di Rosa De Luca, dei marchesi di Roseto e venne battezzato il 31 luglio 1880. Un anno dopo la famiglia Moscati si trasferiva ad Ancona e poi a Napoli, Purtroppo quando Giuseppe aveva circa 12, anni il fratello Alberto, nel 1892, durante una parata militare a Torino, cadde da cavallo, riportando un trauma cranico, che gli causò anche una sindrome da epilessia. Il 12 giugno 1904 si spense a Benevento, dove si era ritirato presso l'ospedale "Fatebenefratelli" e Giuseppe lo assistette fino alla fine. Questo non impedì a Giuseppe Moscati di laurearsi a pieni voti con una tesi sull'urogenesi epatica, il 4 agosto 1903. Dopo poco tentò il concorso per assistente ordinario e per coadiutore straordinario agli Ospedali Riuniti degli Incurabili, superando entrambe le prove. Rimarrà nel nosocomio per cinque anni. La sua biografia ricorda che in quel periodo si alzasse presto tutte le mattine allo scopo di recarsi a visitare gratuitamente gli ammalati indigenti dei quartieri spagnoli di Napoli, prima di prendere servizio in ospedale per il lavoro e poi, nel pomeriggio, visitava gli ammalati nel suo studio privato in via Cisterna dell'Olio al numero 10, laddove una targa lo ricorda. Tutto ciò che compiva era fatto con fermezza e determinazione nella piena convinzione di essere nel giusto e nel 1911 il dottor Moscati risultò vincitore al concorso di Coadiutore Ordinario negli Ospedali Riuniti, che non si bandiva dal 1880 e al quale parteciparono medici venuti da ogni parte d’Italia. Nel ricordo del professor Cardarelli, facente parte della commissione esaminatrice, restò come una figura eccezionale e a ragione di ciò lo scelse come proprio medico curante. Occorre rimarcare, per far comprendere quale personalità coerente forte e dinamica possedesse il medico, evidenziata dalla sua grafia, che, prima di questo concorso, il dottor Moscati, prevedendo che ci sarebbero stati imbrogli e favoritismi, scrisse al Prof. Calabrese, ordinario di Clinica Medica: " ... Non posso tollerare la copia degli altri, già troppo protetti, e già lieti di prenotazione ai posti stessi, che sono stati a loro fatti intravedere da amicizie e compromessi pregiudiziali. [...] Io non agisco per superbia, ma per un innato senso di giustizia. Guai a toccarmi su questo punto!... " Dobbiamo evidenziare che Giuseppe Moscati era una personalità poliedrica, non soltanto nell'esercizio della sua professione, ma in quanto "scienziato" e ne fanno fede ben 32 pubblicazioni in campo medico dall'Ureogenesi epatica del 1903 alle Vie linfatiche dall'intestino ai polmoni del 1923. A questa sua fortissima abilità e attività di medico, fa da contrappeso, ovverosia la spiega, la sua capacità di dimenticare se stesso per gli ammalati. In un suo scritto datato 5 giugno 1922 possiamo leggere: - "Mio Gesù amore! Il vostro amore mi rende sublime, il vostro amore mi santifica, mi volge non verso una sola creatura, ma a tutte le creature". Parliamo di un uomo che in quanto medico, certamente aveva riconosciuto in se stesso le caratteristiche di una malattia che lo avrebbe portato alla morte in giovane età e quindi probabilmente se l'aspettava. Ciò non toglie che fosse anche un uomo perfettamente normale e anche questo appare dalla sua grafia, che dimostra come avesse un ottimo rapporto sia con il lato superiore della vita che con quello terreno. La sua integrità sia sotto il profilo di medico sia sotto quello di uomo gli fece scrivere: “Tutti i giovani dovrebbero comprendere che nella pratica della continenza è il modo migliore per tenersi lontani dalla massima malattia trasmissibile. Mantenendo il loro spirito e il loro cuore lontano dalla turpitudine, in un esercizio di rinuncia e di sacrificio, dovrebbero giurare di concedere la loro maturità e sanità sessuale solamente all'essere unicamente amato.” Abbiamo detto che come medico si aspettava di morire e difatti quando il 12 aprile 1927, un martedì prima di Pasqua, mentre compiva le sue visite pomeridiane agli ammalati, si rese conto di star male, preferì ritirarsi in silenzio nella sua stanza e la sorella raccontò come si fosse steso sul letto, avesse incrociato le braccia sul petto attendendo serenamente la fine che non tardò a giungere. A soli 46 anni, stroncato in piena attività, lascia un Napoli privata della sua operosità così indispensabile per quanti non avessero la possibilità di farsi curare per cui, al momento che la notizia del suo decesso venne annunciata, si propagò di bocca in bocca con le parole: " È morto il medico santo ". Il Prof. Giuseppe Moscati è stato beatificato da S. S. Paolo VI nel corso dell'Anno Santo, il 16 novembre 1975.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/orizzontedonna/trackback.php?msg=14276753

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 
Citazioni nei Blog Amici: 8
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

AREA PERSONALE

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

mondodonna_2008fz6ccfasanobifrancescacorchiaguido.angeli20140barolo9associazioneganeshcupidobrunoparmenide2008azzurrotralecimasekarma580dangeloludrestauraloredanabadadanizocchi
 

CHI PUŅ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963