Leggerezze

Conserva nella wodka da 18 anni il corpo del figlio defunto


In certi paesi le bevande ad alta gradazione sono come da noi la bottiglietta dell'alcol: buone per tutti gli usi. E così, una signora della Georgia che perse 18 anni fa il figlio, ha deciso di non separarsene tenendo la salma in casa e conservandola... sotto wodka.
Possiamo capire il dolore straziante di una madre, anche senza condividere la strana soluzione; ma c'è anche un'altra motivazione, se vogliamo un po' macabra: il figlio del defunto e nipote della donna, all'epoca della morte per incidente del padre, aveva solo due anni; la conservazione del corpo avrebbe permesso al nipotino di vedere le sembianze paterne una volta cresciuto, per conservarne un ricordo non sbiadito.Oltre tutto, questo tipo di conservazione è molto impegnativo: ogni giorno il bagno di wodka va cambiato, così come vanno cambiati gli abiti che rivestono il corpo e che devono essere sempre puliti. Ma pare che il sistema funzioni: nessuna traccia di decomposizione e il nipote si dichiarea felice del gesto fatto dalla nonna.Lascio però qui le mie ultime volontà in merito: sono quasi astemia, per favore, post mortem, non mettemi a bagno nel brandy, preferisco la tradizionale sepoltura, grazie. E se proprio proprio...  che sia spritz.