Blog di Oronzo Canà

Juventus e Deschamps in fuga


  Nel sabato immerso nell’umidità e nel sole di un maggio assai strano, senza più spunti ed interessi a coinvolgere l’abitudinaria volata finale, più della vittoria, per inerzia, conquistata contro il Bologna, è stata la sensazione di estrema incertezza a scandire la cadenza di una partita vissuta all’insegna dei messaggi e delle minacce, dei raffronti e dei primi bilanci. I medesimi che, dopo i proclami estivi su giovani da forgiare, e senatori da anteporre alle esigenze finanziarie, sembrano finalmente premiare la maturazione del “geometra” Marchisio. Abile, quasi come un sarto provetto, a tagliare e cucire la manovra in un settore, quello nevralgico, altrimenti presidiato dall’apatia di Paro e dalle mancanze, tecniche, di Giannichedda e Cristiano Zanetti, preziosi ma non imprescindibili nell’economia di una squadra monocorde, priva di vitalità ed imprevedibilità. O la beata incoscienza del “minuto” Giovinco, sino ad ora costretto, chissà poi per quale motivo, ai margini da efferate gerarchie tattiche, poco adatto a sostare nell’area di rigore quanto utile nel ruolo di esterno puro. Posizione nella quale, a conferma della mancanza di programmazione societaria, verrà presto a crearsi un’intricata overdose tattica, con la presenza dei vari Camoranesi, Marchionni e Salihamidzic. La stessa che, dopo aver annunciato a più riprese la rinascita sportiva affidata al connubio fra elementi provenienti dalla “Primavera” e residuati della precedente gestione tecnica, sancirà a fine stagione la partenza dei vari Piccolo, Venitucci, De Ceglie e Paro, destinato all’Empoli o all’Udinese qualora si concretizzasse l’affare Iaquinta, non offrendo alcuna forma di garanzia per Palladino e Marchisio, cercando di collocare al miglior offerente, come se non bastasse, uno tra Buffon e Trezeguet. Quando, confermando entrambi, oltre a risparmiare una sostanziosa somma di denaro, altrimenti da investire nella ricerca dei rispettivi sostituti, verrebbe garantirà la stabilità necessaria per potenziare l’organico, acquistando nuovi elementi di valore. Negate le possibilità di giungere al mediano Frings, per nulla soddisfatto di cambiare, alla non tenera età di trentuno anni, abitudini, modi e maniere per una formazione incapace di quantificare obiettivi stagionali superiori ad una dignitosa interpretazione del campionato, ed imbastita un’irragionevole serie di dubbi sull’utilità dell’acquisto di Almiron, le prospettive di una Juventus vincente sembrano avere la medesima consistenza di un cracker annacquato. Considerando anche il dietrofront, umano e quindi comprensibile, di “Napoleone” Deschamps, disposto a battersi per il raggiungimento di un obiettivo concreto, e non a sopravvivere, a stento, ai margini di un contesto per nulla adatto alla sua squadra. Senza dimenticare la distonia di vedute, ormai acclarata, con parte della società legata all’antica deontologia della “Triade”, ovvero con il direttore sportivo Secco ed il consulente Bettega. I medesimi dirigenti che ordirono, su ordine di Moggi, la congiura nei confronti di Deschamps, sedotto ed abbandonato soltanto per distrarre l’attenzione dalla trattativa per l’ingaggio, a sorpresa, di Capello. Le continue richieste da parte dello spogliatoio, inoltre, non sembrano turbare l’operato, assai modesto, della dirigenza, la quale, nell’arco di sole due settimane, dopo la conquista della promozione, dovrà incontrare, nell’ordine, Buffon, Camoranesi, Zebina ed anche il “partigiano” Trezeguet. Proponendo le proprie strategie di rafforzamento dopo aver ricevuto i garbati rifiuti di Frings e Lampard, la conferma dell’impossibilità di costruire il nuovo stadio “Delle Alpi”, quantificando, in difetto, le risorse a disposizione per il prossimo mercato, per lo più incentrato sui ritorni di Molinaro, Blasi ed Appiah, e non di Maresca, Emerson o Mutu. E se le prospettive di rinascita dovessero imbattersi in qualche ostacolo non ancora previsto, forse, nemmeno l’irragionevole amore del nocchiero toscano, pronto ad ormeggiare, in equilibrio sulla darsena di Viareggio, la propria imbarcazione, potrebbe colmare le cavità di un progetto, quello bianconero, al momento, assai labile…Fonte: di Alvise Cagnazzo per carlonesti.it