Blog di Oronzo Canà

Alessio Secco, è rottura con l'ambiente


Quando, qualche mese addietro, era la sagoma di Luciano Moggi, trattato alla stregua di un comune dispensatore di “pizzini”, a fagocitare lo spazio dinnanzi alla gigantografia di Padre Pio, ora rimossa nel nuovo ufficio del presidente Cobolli Gigli, la stima nei confronti di Alessio Secco quasi stentava a non travalicare i confini, assai flebili, dell’umano rapporto familiare. All’ombra di Don Luciano, infatti, la figura assai sfocata dell’uomo chiamato a condurre attività di ordinaria manovalanza, quasi sembrava accrescere l’importanza rivestita in un assetto, quello della “Triade”, costruito sulla comprovata abilità mercantile di Moggi e la tediosa cantilena dell’economo Giraudo. Da circa sei mesi residente a Londra, lontano da quelle amate Alpi che avrebbe voluto modellare su misura per la Juventus, solida macchina operativa in grado di rastrellare ingenti quantità finanziare anche grazie all’oscuro lavoro del fidato Romy Gai. Dimessosi dal precedente incarico di direttore marketing per rivestire quello, meno gratificante, di gestore unico in una prestigiosa azienda svizzera. Senza più ombrelli a proteggere le spalle dalla pioggia tagliente ed assai copiosa, però, la figura di Secco, direttore sportivo più per necessità che per meritevole vocazione, risulta essere la più fragile all’interno di un nucleo, quello della nuova Juventus, costruito attorno all’indiscussa professionalità di Blanc, pupillo della Famiglia Agnelli, e sull’idiosincrasia ad un mondo tanto lontano ed ostile da quello della “Rinascente”, fatto di sottrazioni e liquidazioni, mostrata da Cobolli Gigli. Costretto ad imperversare monologhi sul mercato pur senza vere la medesima padronanza del maestro Moggi, il quale, in una delle sue ultime apparizioni, prima dello scandalo intercettazioni, non lesinò a definirlo uno degli elementi insostituibili del suo ciclo bianconero, il direttore sportivo sembra subire l’approssimazione, in termini economici e, soprattutto, di mercato, trasmessa da una società incapace di offrire certezze, ma soltanto cumuli di ambiguità. Affastellate fra promesse, vuote, e disegni futuristici fuori persino dalla grazie dell’utopista Marx, al quale pare ormai far riferimento Deschamps in ogni occasione. Dalla definizione del parsimonioso contratto di sponsorizzazione con la “Fiat”, condotto al ribasso e non al rialzo, all’avvilente segretezza cucita attorno alle cifre di un piano industriale da condominio di borgata. Sino a giungere all’irragionevole lassismo sulle vicende riguardanti l’addio di Buffon, in preventivo da tre mesi nonostante le continue smentite, e il mancato rinnovo di Trezeguet. Una delle principali problematiche di coordinamento fra le varie correnti di pensiero presenti in Corso Galileo Ferraris, come se non bastasse, avrebbe origine dai dissidi con Deschamps, per nulla disposto a tollerare veti di mercato dalla stessa persona che, seduta al fianco di Capello su di un aereo privato, su ordine di Luciano Moggi, continuava a dispensargli bugie in merito al suo ritorno lungo le rive del Po. Lo scollamento, in atto all’interno di uno spogliatoio dalle mura di marzapane, avrebbe inoltre consentito di avallare la linea difensiva proposta dall'allenatore, ed abbracciata dagli elementi più rappresentativi. A conferma dell’unanime visione minimalista, nonché priva di speranze, che accompagnerà, sino al termine dell'estate, la nascita della nuova Juventus. Contribuendo ad affossare, dinnanzi al pubblico ludibrio, la posizione di Secco, nonché del consulente Bettega. Elemento di complemento sia all’interno della “Triade”, sia nella percezione della nuova dirigenza, quanto onnipresente in ogni trattativa imbastita dal direttore sportivo. Subendo l’umiliazione, assai complessa da metabolizzare, di non figurare all’interno del nuovo organigramma societario, per evitare spiacevoli espressioni di continuità con il precedente corso, pur non essendone mai stato coinvolto in prima persona. I rifiuti, sintomi di scarsa abilità comunicativa, nonché di una errata gestione delle risorse finanziarie a disposizione, offerti da Metzelder e Frings, se non altro, consentiranno di impostare una nuova strategia, ispirata al rafforzamento dell’organico in relazione alle esigenze della squadra, confermando gli over trenta e prosciugando i dubbi di Buffon. Quando, forse, per convincere il portiere campione del Mondo, potrebbe bastare il ritorno di Lippi…Fonte: di Alvise Cagnazzo per carlonesti.it