Blog di Oronzo Canà

Bettega deve rimanere


Roberto Bettega torna il “bomber” della Juventus: non il giocatore destinato a segnare gol sul campo, ma a segnare colpi sul mercato, e con una autorità diversa rispetto a un anno fa. Perché? Semplice: aveva come avversario Marco Tardelli, il membro del Consiglio d’Amministrazione, suo ex compagno di squadra, da tempo in lista d’attesa per coprire le sue stesse mansioni. Ma si è dimesso. E’ stato costretto, per meglio dire, a dimettersi, in quanto i dirigenti gli hanno fatto capire che hanno intenzione di confermare la fiducia nel Bobby Gol degli Anni Settanta. E ciò nonostante Roberto appartenesse alla Triade condannata da Calciopoli, con Moggi e Giraudo. E ciò nonostante la volontà della proprietà di recidere gli ultimi legami con la precedente gestione, nel segno del “Dolce Stil Novo”. Ma perché la difficoltà nel troncare anche con Bettega? Pure qui la risposta non è complicata. La cancellazione di Moggi ha portato con sé la scomparsa di una rete fittissima di preziosi contatti sul mercato, in Italia e in Europa. Si poteva tentare di ingaggiare proprio i più accreditati dei concorrenti dello stesso Moggi, ma Baldini ha scelto Madrid, e Corvino, ormai, aveva optato per Firenze. Come fare? L’unico sistema, per non dovere ripartire da zero, era puntare su un personaggio non colpito direttamente dallo scandalo, ma in grado di conoscere i “pulsanti” della “macchina” di Moggi. Piazzarlo alle spalle di Alessio Secco, dopo il tradimento di Capello, senza un incarico ufficiale, ma mettendolo in condizione di agire liberamente, con pieni poteri di carattere esecutivo. Per questo Bettega, come semplice “consulente” dell’amministratore delegato Blanc, è risultato più determinante, soprattutto nel momento della disperazione, di Cobolli Gigli, dello stesso Blanc, di Secco e di Deschamps. E’ stato lui a costruire la squadra per la Serie B, ed è lui il regista della formazione destinata al ritorno in A, guidando Secco, come una “chioccia”, verso la completa maturazione.Carlo Nesti