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Juventus e Deschamps in fuga

Post n°12 pubblicato il 14 Maggio 2007 da oronzocana555


 

Nel sabato immerso nell’umidità e nel sole di un maggio assai strano,
senza più spunti ed interessi a coinvolgere l’abitudinaria volata
finale, più della vittoria, per inerzia, conquistata contro il Bologna,
è stata la sensazione di estrema incertezza a scandire la cadenza di
una partita vissuta all’insegna dei messaggi e delle minacce, dei
raffronti e dei primi bilanci. I medesimi che, dopo i proclami estivi
su giovani da forgiare, e senatori da anteporre alle esigenze
finanziarie, sembrano finalmente premiare la maturazione del “geometra”
Marchisio. Abile, quasi come un sarto provetto, a tagliare e cucire la
manovra in un settore, quello nevralgico, altrimenti presidiato
dall’apatia di Paro e dalle mancanze, tecniche, di Giannichedda e
Cristiano Zanetti, preziosi ma non imprescindibili nell’economia di una
squadra monocorde, priva di vitalità ed imprevedibilità.



O la beata incoscienza del “minuto” Giovinco, sino ad ora costretto,
chissà poi per quale motivo, ai margini da efferate gerarchie tattiche,
poco adatto a sostare nell’area di rigore quanto utile nel ruolo di
esterno puro. Posizione nella quale, a conferma della mancanza di
programmazione societaria, verrà presto a crearsi un’intricata overdose
tattica, con la presenza dei vari Camoranesi, Marchionni e
Salihamidzic. La stessa che, dopo aver annunciato a più riprese la
rinascita sportiva affidata al connubio fra elementi provenienti dalla
“Primavera” e residuati della precedente gestione tecnica, sancirà a
fine stagione la partenza dei vari Piccolo, Venitucci, De Ceglie e
Paro, destinato all’Empoli o all’Udinese qualora si concretizzasse
l’affare Iaquinta, non offrendo alcuna forma di garanzia per Palladino
e Marchisio, cercando di collocare al miglior offerente, come se non
bastasse, uno tra Buffon e Trezeguet. Quando, confermando entrambi,
oltre a risparmiare una sostanziosa somma di denaro, altrimenti da
investire nella ricerca dei rispettivi sostituti, verrebbe garantirà la
stabilità necessaria per potenziare l’organico, acquistando nuovi
elementi di valore.



Negate le possibilità di giungere al mediano Frings, per nulla
soddisfatto di cambiare, alla non tenera età di trentuno anni,
abitudini, modi e maniere per una formazione incapace di quantificare
obiettivi stagionali superiori ad una dignitosa interpretazione del
campionato, ed imbastita un’irragionevole serie di dubbi sull’utilità
dell’acquisto di Almiron, le prospettive di una Juventus vincente
sembrano avere la medesima consistenza di un cracker annacquato.
Considerando anche il dietrofront, umano e quindi comprensibile, di
“Napoleone” Deschamps, disposto a battersi per il raggiungimento di un
obiettivo concreto, e non a sopravvivere, a stento, ai margini di un
contesto per nulla adatto alla sua squadra. Senza dimenticare la
distonia di vedute, ormai acclarata, con parte della società legata
all’antica deontologia della “Triade”, ovvero con il direttore sportivo
Secco ed il consulente Bettega. I medesimi dirigenti che ordirono, su
ordine di Moggi, la congiura nei confronti di Deschamps, sedotto ed
abbandonato soltanto per distrarre l’attenzione dalla trattativa per
l’ingaggio, a sorpresa, di Capello.



Le continue richieste da parte dello spogliatoio, inoltre, non sembrano
turbare l’operato, assai modesto, della dirigenza, la quale, nell’arco
di sole due settimane, dopo la conquista della promozione, dovrà
incontrare, nell’ordine, Buffon, Camoranesi, Zebina ed anche il
“partigiano” Trezeguet. Proponendo le proprie strategie di
rafforzamento dopo aver ricevuto i garbati rifiuti di Frings e Lampard,
la conferma dell’impossibilità di costruire il nuovo stadio “Delle
Alpi”, quantificando, in difetto, le risorse a disposizione per il
prossimo mercato, per lo più incentrato sui ritorni di Molinaro, Blasi
ed Appiah, e non di Maresca, Emerson o Mutu. E se le prospettive di
rinascita dovessero imbattersi in qualche ostacolo non ancora previsto,
forse, nemmeno l’irragionevole amore del nocchiero toscano, pronto ad
ormeggiare, in equilibrio sulla darsena di Viareggio, la propria
imbarcazione, potrebbe colmare le cavità di un progetto, quello
bianconero, al momento, assai labile…

Fonte: di Alvise Cagnazzo per carlonesti.it


 
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