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L’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo, intervenendo ieri
sera come ospite in "La Juve è sempre la Juve" sull'emittente privata romana T9, ha nuovamente
sbandierato la sua innocenza. “Non rinnego nulla di quanto fatto in
passato, in quanto non mi sento colpevole di niente. Sono innocente e
mi batterò come un leone per dimostrarlo. L’amarezza e il dolore di
tutto questo periodo ha fortificato il mio carattere”. “Non rinnego
nemmeno l’amicizia con Moggi. Ci mancherebbe. Abbiamo un buonissimo
rapporto che coinvolge anche le nostre famiglie. Tra l’altro sono
andato personalmente con mia moglie al funerale del padre di Luciano
per rinnovargli tutto il nostro affetto in un momento così difficile
per lui.” L’ex arbitro ha poi continuato: “Per il ruolo che avevo, era
importante conoscere tutti e avere rapporti amichevoli tra noi.
Conoscevo Facchetti dagli anni sessanta. Sono diventato amico di
Galliani ai tempi in cui lui era dirigente del Monza. Ricordo, poi,
telefonate lunghe ore con Arrigo Sacchi o con Fabio Capello ai tempi in
cui lui allenava la Roma. Cosa dovrei nasconder di questo, mi scusi?”
Poi una serie di domande da studio e le sue relative risposte. E della
vicenda Sensi cosa ci dice? “Dico che è stata una bufala pazzesca. Sono
stato dal presidente della Roma è vero. Ho potuto ammirare i suoi
bellissimi quadri come scritto da qualcuno. Ma l’ho fatto andando nel
suo ufficio, e non a casa, e solo e sempre nell’ambito di socializzare
con tutti i dirigenti”. Ma di tutte le cose di cui è accusato, venute
fuori dal processo di Calciopoli, cosa ci dice? “Le griglie fatte con
Moggi? Mi viene da ridere. Il sorteggio era pubblico. Alla presenza di
un notaio e dei giornalisti. Le pare possibile che si potesse
manipolare? Con Luciano, visto la grande amicizia che ci lega, ci
divertivamo a verificare le griglie. D’altronde visto che era una cosa
alla luce del sole non era difficile indovinarle. A tal proposito,
ricordo che un giornalista del Corriere della Sera le indovinava sempre
con almeno un giorno di anticipo.” Ha continuato poi: “Sono accusato di
aver manipolato la partita Lecce-Parma insieme all’arbitro De Santis.
Non c’è un solo indizio a tal proposito che possa far pensare a questo.
E’ assurdo solo pensarlo. Sono curioso di vedere l’accusa che prove
porterà in tal senso.” “Volete sapere poi, inoltre, cosa c’era scritto
nel messaggio che mandai a Gabriele, quarto uomo di Roma – Juventus,
nell’intervallo tra primo e secondo tempo? –Attenzione, il primo goal
era in fuorigioco. E anche il rigore non c’era perchè nasce da
posizione di partenza di fuorigioco e il fallo avviene fuori area-
Mandare questo tipo di messaggio era cosa che facevo spesso quando
avevo paura che l’arbitro potesse perdere il controllo della partita.
L’avevo fatto ad esempio anche con Rosetti, nell’intervallo della
partita Lazio – Fiorentina per segnalargli il clamoroso errore da lui
commesso nell’episodio Zauri.” Ha concluso poi con un dato di fatto
incontestabile: “Il fatto che i vertici del calcio sono sempre gli
stessi, conferma che non esisteva nessun sistema. E potendo portare
prove e testimoni a mia discolpa, dimostrerò la mia innocenza”.
Calciopoli non finisce mai.
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