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« Scappa con il diacono....Autocelebrazione »

"Re" Vittorio Emanuele oppure "Re" Amedeo?

Post n°54 pubblicato il 08 Febbraio 2007 da spes74
 
Foto di spes74

Pare sia in atto una lotta a suon di carta bollata e avvocati vari per decidere a chi spetti di diritto la corona, se al principe Vittorio Emanuele o al principe Amedeo Duca di Savoia.

Per chi volesse dare una spolverata a tutta la storia della dinastia c'è un esauriente albero genealogico qui.

La decisione su chi debba essere l'ultimo capo di casa Savoia (solo in ordine cronologico ovviamente) pare sia un po' complicata:

Capi di Casa Savoia

  • 1946 - 1983 Umberto II 
  • 1983 -          Gli ultimi avvicendamenti sono oggetto di controversia tra i sostenitori di opposte tesi rispetto all'attribuzione del titolo a Vittorio Emanuele piuttosto che a Amedeo: infatti il 7 luglio 2006 la Consulta dei Senatori del Regno con un comunicato ha dichiarato decaduto da ogni diritto dinastico il figlio del primo, Vittorio Emanuele e i suoi successori, e ha nominato Duca di Savoia e Capo della famiglia il Duca d'Aosta, Amedeo di Savoia, fatto aspramente contestato sotto il profilo della legittimità da parte dei sostenitori di Vittorio Emanuele con un [1] comunicato ufficiale.

Secondo la Consulta dei Senatori del Regno:
"le norme regolanti la vita della Casa (comprendente Principi Reali, cioè legittimi successori al trono, e Principi del sangue, cioè quanti, maschi e femmine, fanno parte della Famiglia Reale) furono e rimangono stabilite dalle Regie patenti promulgate da Vittorio Amedeo III di Savoia, re di Sardegna (1780 e 1782), mai modificate e anzi recepite nella loro essenza dal codice civile del Regno d’Italia (1865, 1890, 1942). Tali norme:
a- conferiscono esclusivamente al Re la prerogativa di autorizzare le nozze dei membri della Casa. Orbene, Re Umberto II non ha mai riconosciuto valore dinastico al matrimonio del figlio, Vittorio Emanuele, con Marina Doria Ricolfi. Il Sovrano non ha mai modificato il tale disconoscimento e le sue conseguenze; Vittorio Emanuele prese atto del divieto paterno, ma agì di sua scelta e si pose al di fuori della Famiglia Reale;
b- escludono dalla Famiglia Reale i membri che vìolino le Regie Patenti;
c- hanno comportato e comportano l’esclusione
ipso iure
, o “automatica”, di Vittorio Emanuele e dei suoi discendenti, a cominciare dal figlio, Emanuele Filiberto. Tale esclusione annullò ogni rango, titolo e ruolo, perché Vittorio Emanuele contrasse nozze senza consenso regio, in violazione di norme - come invano il Padre gli ricordò anche per lettera - non dipendenti dalla volontà del Sovrano ma dalle leggi alle quali il Re stesso non può sottrarsi. Come ogni padre, Re Umberto ebbe per il figlio e il nipote affetti di famiglia, che però sono altra cosa dal riconoscimento del rango di principe ereditario;
d- trasmettono il titolo successorio al principe del sangue prossimo in grado di parentela rispetto al Sovrano: nel caso specifico al Principe Amedeo di Savoia, già Duca d’Aosta;
e- sono così severe che il capostipite dei Duchi d’Aosta, Amedeo di Savoia, secondo maschio di Vittorio
Emanuele II, re di Spagna tra il 1870 e il 1872, al rientro in Italia attese anni prima che gli fosse restituito titolo per eventuale successione alla Corona d’Italia, da lui deposto quando assunse quella di Spagna (su richiesta delle Cortes e col benestare preventivo del “Padre della Patria”). È la conferma che le regole valgono anche per il re."

In poche parole Vittorio Emanuele non ha diritto alla corona perchè non ha sposato una nobile e suo padre, Re Umberto II, non ha mai riconosciuto questo matrimonio.

In risposta, il portavoce di Vittorio Emanuele ci fa sapere che:
"1. La Consulta dei Senatori del Regno
E’ nata l'11 novembre 1965 dalla fusione tra il Gruppo Vitalizio dei Senatori del Regno (1955) e la Consulta Monarchica.
Lo scopo della Consulta era quello di portare al servizio del Paese l'esperienza dei Senatori del Regno la cui assemblea fu sciolta con la Costituzione Repubblicana durante l'esilio di Re Umberto II.
Tra le prerogative della Consulta non vi è in alcun modo la possibilità di indicare chi sia l’erede dinastico, come non c'era nel Senato del Regno istituito il 4 marzo 1848
.
La Consulta citata da Amedeo d'Aosta giuridicamente non esiste. Quattro anni fa sette persone senza alcuna formalità fondarono un gruppo con questo nome che ne usurpa il nome e, è del tutto evidentemente, non ha nulla a che vedere con la vera Consulta fondata nel 1965 e riconosciuta da Re Umberto II. A fondarla fu un solidale di Amedeo D’Aosta, Aldo Mola, espulso dalla vera Consulta dei Senatori del Regno per morosità.

2. Il Consiglio di Famiglia di Casa Savoia
Non è mai esistito. E' una invenzione che ha lasciato sbalordita la famiglia. Degli unici membri della famiglia citati come suoi sostenitori dal Duca D'Aosta, S.A.R. Maria Gabriella e S.A.R. Maria Beatrice e S.A.R. Maria Pia, quest'ultima il 9 di luglio ha mandato addirittura una comunicazione ufficiale per smentirlo. Maria Beatrice non si è nemmeno pronunciata, così come gli altri componenti, e cioè il Principe Vittorio Emanuele, la Principessa Marina, il Principe Emanuele Filiberto, la Principessa Clotilde, il Principe Serge, Simeone II di Bulgaria, il Principe Langravio Maurizio d’Assia che non hanno mai ipotizzato di mettere in discussione la linea dinastica.

3. L'approvazione delle nozze del Principe Vittorio Emanuele
Su questo argomento Amedeo d'Aosta fa riferimento alle Regie leggi patenti del Re di Sardegna Vittorio Amedeo III. Testo esplicitamente abrogato il 4 marzo del 1848 dall'articolo 81 dello Statuto Albertino promulgato dal primo Re dell’attuale ramo Savoia-Carignano. Da quel giorno le Regie leggi patenti del Re di Sardegna Vittorio Amedeo III non hanno più nessun valore giuridico o morale. E' come se gli italiani continuassero a fumare nei ristoranti dicendo che la legge fino al 2003 lo consentiva ignorando gli effetti dell'attuale legge che lo vieta."

Quindi: la Consulta non ha valore giuridico, il Consiglio di Famiglia di Casa Savoia non esiste e le Regie leggi patenti sono state abrogate!

Diciamo che ognuno tira l'acqua al proprio mulino come meglio crede...

Peccato che in tutto questo parlare ci si dimentichi che Vittorio Emanuele è stato arrestato per corruzione e falso e c'è un' inchiesta su truffe, videogiochi e prostituzione.
Non bisogna neanche dimenticare che Amedeo ha si un matrimonio con una nobile all'attivo ma annullato dalla Sacra Rota e in più (pare) ha un figlio mai riconosciuto al di fuori del matrimonio (parliamo del secondo di matrimonio).

Stando a tutto questo direi che nessuno ha avuto una vita retta e corretta e quindi nessuno dei due ha diritto alla corona.

Ma quale corona poi?

Si sono forse dimenticati che ormai sono passati un po' di anni da quando l'Italia ha scelto di diventare una repubblica abbandonando la monarchia?

Ormai sono titoli senza valore, vale la pena di litigare tanto?

O valgono quanto una calda e comoda poltrona in parlamento che si farebbe di tutto pur di non perderla?

Un'ultima considerazione ma non la meno importante: non si rendono conto che a noi non interessa proprio nulla delle loro vicende e di chi sarà il "nostro" prossimo re?


Fonti: wikipedia, Consulta dei Senatori del Regno, portavoce Vittorio Emanuele

 
 
 
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