Orto Botanico

DEFINIZIONE DEL SIC


La direttiva HABITAT definisce una metodologia comune per tutti gli Stati membri per individuare, proporre  e designare i Siti di Importanza Comunitaria (SIC).Identificazione dei sitiL’art. 4 della direttiva Habitat permette agli stati membri di definire, sulla base di criteri chiari, la propria lista di Siti di Importanza Comunitaria (SIC). I siti vengono individuati sulla base della presenza degli habitat e delle specie animali e vegetali elencati negli allegati I e II della direttiva Habitat, ritenuti perciò di importanza comunitaria. L’individuazione dei  (SIC)in Italia e il  progetto BIOITALY in CampaniaL’Italia dal 1995 al 1997 ha individuato aree proponibili come SIC, nel proprio territorio nazionale, attraverso il programma  Bioitaly, stipulato tra Il Ministero dell’Ambiente-Servizio Conservazione della Natura e le Regioni e Provincie Autonome. Queste ultime si sono avvalse della collaborazione scientifica della Società Botanica Italiana (SBI), dell’Unione Zoologica Italiana (UZI) e della Società Italiana di Ecologia (SltE) mediante propri referenti regionali che hanno coordinato l’attività di numerosi rilevatori di campo.Nel nostro territorio regionale sono stati individuati 132 Siti di Interesse Comunitario (SIC).Il dato di superficie protetta, pari al 25% della superficie regionale, dà l’idea di una particolare attenzione rivolta alla problematica della tutela della salvaguardia del patrimonio naturale ed ambientale in Campania. In particolare il Parco del Cilento e Vallo di Diano con i suoi 1.800 kmq e gli 80 comuni in cui i territori, almeno parzialmente, ricadono all’interno del territorio protetto, è il secondo parco italiano per estensione e rappresenta uno dei più importanti complessi biogeografici dell’Italia meridionale. Agli Stati membri viene lasciata la massima libertà di decidere quali norme applicare alla gestione dei siti, fatto salvo il principio generale della necessità di conservare in uno stato soddisfacente habitat e specie. Ciò permette di adattare la gestione dei singoli siti alle realtà locali, alle esigenze delle popolazioni e alle esigenze di specie ed habitat.   Il principale elemento di criticità delle aree protette campane, riguarda essenzialmente la percezione sul territorio da parte della popolazione. L’imposizione del vincolo, generalmente, dalle popolazioni locali viene vissuto come un ulteriore vincolo alle attività economiche tradizionali (attività agricola, edilizia) e non come reale occasione di sviluppo attraverso la valorizzazione di forme di aggregazione sociale per il mantenimento della identità locale. All’interno dei territori naturali protetti, vi è molto delle potenzialità di sviluppo della nostra regione, rappresentato dal patrimonio di arte, natura e coltura che è l’asse su cui fondare una nuova e più forte identità regionale. La valorizzazione di questa enorme ricchezza deve diventare una delle direttrici attorno a cui costruire uno sviluppo economico solido, duraturo ed ambientalmente compatibile. L’obiettivo principale da perseguire nelle aree protette campane è dunque quello della tutela e conservazione del patrimonio naturale e colturale attraverso il recupero e il restauro ambientale e la valorizzazione di forme di aggregazione sociale per il mantenimento della identità locale.