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IL PERCHE' DELL'ANNO BISESTILE - 1° parte


"Gli antichi egizi erano dei maestri nell'osservazione della natura" scrisse Anne-Sophie Bomhard. Osservavano attentamente la natura, le sue creature,la sua vegetazione e i suoi cicli.Nulla li affascinava di più, tuttavia,dell'osservazione dei corpi celesti. Sindai tempi più antichi scrutarono eannotarono meticolosamente il sorgere delSole e delle stelle ad oriente, che essichiamavano "il luogo dove sono nati glidei". Un osservatore che guardasse il sorgere del Sole dal medesimo punto diosservazione si accorgerebbe rapidamenteche l'astro cambia posizione lungo l'orizzonte orientale nel corso dell'anno,alternandosi tra due punti estremi: ilsolstizio d'estate a nord dell'Est e il solstizio d'inverno a sud dell'Est. In questidue punti estremi il Sole appare immobileper una settimana circa e da ciò deriva iltermine "solstizio" (espressione latina chesignifica "Sole stazionario".  
 Nel nostro moderno calendario gregorianoil solstizio d'estate cade il 21 giugno e ilsolstizio d'inverno il 21 dicembre. Se sicalcolano i giorni tra i due solstizi d'estateotterremo 365 giorni, periodo che chiamiamo "anno". Gran parte degli storicidella scienza concordano sul fatto chetale scoperta venne compiuta per la primavolta in Egitto, presumibilmente nelIV millennio a.C. e fu con grandeprobabilità intorno al 2800 a.C. che ilcalendario solare di 365 giorni inizio adessere impiegato dai sacerdoti del GrandeTempio solare a Eliopoli.L'anno solare (tropico) dura con esattezza365,2422 giorni (benchè la frazione digiorno di 0,2422 venga arrotondataa 0,25, cioè esattamente un quarto digiorno, per motivi legati al computodel calendario). Quindi per mantenereil nostro moderno calendario gregorianoben sincronizzato con le stagioni, aggiungiamo un giorno al mese di febbraioogni quattro anni. Quest'anno particolareè detto bisestile.