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Se il defunto fosse degno o meno di entrare
nella vita eterna dipendeva soprattutto dalle
formule imparate dal Libro dei morti.
Per il resto contava una sorta di moralità
seguita nella vita terrena, che riguardava
soprattutto il rispetto nei confronti degli anziani,
l'aiuto alle persone bisognose e le pratiche rituali
nei templi: un comportamento che potremmo
definire più di giustizia sociale che di
osservanza religiosa. Così gli Egizi non
contemplavano affatto quella che nelle altre
religioni viene definita "fede" in uno o più dei.
La divinità che sovrintendeva a questo tipo
di giudizio era Maat, dea della giustizia
e dell'ordine cosmico (post n° 5 e 38).
Coloro che ricevevano un giudizio positivo da
Osiride venivano chiamati maa kheru, cioè
i "giustificati", "gli assolti", o "coloro dalla
voce limpida". Se il giudizio era negativo, il
defunto veniva abbandonato ai "divoratori",
in agguato dietro la bilancia per pesare il
cuore. Gli Egizi li chiamavano am-mutu o
ammut, cioè coloro che non avevano
superato il giudizio finale, gli equivalenti dei
nostri dannati.
Più tardi comparve nei testi del
Libro dei Morti anche una sorta di equivalente
del nostro inferno: un lago di fuoco, circondato
da babbuini e serpenti, nel quale bruciavano
i dannati, mentre i "buoni" ne ricevevano
nutrimento. Era così abbozzato il primo
concetto di inferno come luogo di dannazione
eterna, ma anche come
purificazione dal male.
"La pesatura dell'anima"
(1) il ba di Ani presenzia all'esame.
(2) il dio Anubi pesa il cuore;
(3) sull'altro piatto della bilancia c''è
la piuma (4) simbolo geroglifico
della dea Maat. Presenziano il dio
Shai (5), personificazione del destino
(il suo nome è scritto alla sua destra), e
le dee Meskhenet (6), protettrice delle
nascite e Renenet (7) protettrice del parto,
momento in cui il ba entrava nell'individuo.
A destra della bilancia il dio Thot (8) registra
l'esito del giudizio: (9) "il suo ba è qui come
testimone per lui. Le sue azioni risultano
vere sulla grande bilancia. Nessuna colpa
è stata trovata in lui". A destra, il
Divoratore (10) resta in attesa di sbranare
Ani se l'esito del giudizio fosse stato negativo.
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