antonia nella notte

Meno otto all' estate


 Quando si parla di malattia , quella vera ,importante , molte persone usano dire : " e poi la cosa peggiore e ' che si perde anche la dignita' ..." Sara ' la mia repulsione per i luoghi comuni e per le frasi fatte ma questa cosa qui non l' ho mai capita e tanto meno accettata .L' essere umano e' poesia , bellezza, pace e sangue , merda , umori ribelli , vette inaudite e humus ctonio e tutto quanto ha  la stessa identica dignità.Capita a molti concetti primari e fondamentali ; la dignità e' tanto detta ma poco compresa nella sua quintessenza.Il latino " dignus" e' un ricalco dal greco "axios " che vuol dire a un tempo degno + assioma.Fondamentale il passaggio .L'assioma e' un ' asserzione, una verità evidente ed implicita , che prescinde ogni dimostrazione :così la dignità e' valore intrinseco ed umile che scaturisce soltanto dall' essere UMANI ,uno stato "ontologico" che non dipende ne' da scelte ne' da nessuna qualità .La dignità e' l'intima ,indimostrabile nobiltà di ogni essere , pilastro postulato su cui si fonda ( o dovrebbe o si aspira) il corpus dei diritti civili , della vita , della cultura/e civile/i , della civiltà intera. Chi prova a ripetermi, piu ' o meno contrito,  la storia della malattia che toglie dignità confondendo tutto e spargendo banalità e valore puerilmente estetico , trito , volgare , sull ' essenza del dolore , lo spello , vivo.