Micco Spadaro - Napoli Ed ora che ho tempi distesi ...Il quarto libro letto della sestina delle donne dello Strega( anche l'unico candidato nella cinquina finale) è stato: "Lisario o il piacere infinito delle donne " di
Antonella Cilento .
Scrittrice napoletana che non conoscevo e che scopro essere prolifica di racconti e romanzi, tradotta all'estero , nonché insegnante di scrittura creativa da più di venti anni .(Sarà che si parla solo della Holden...) LISARIO è una giovane donna , di famiglia spagnola , vive a Napoli fra il cinque / seicento ,città sempre cosmopolita , colorata , attraversata da epidemie e creatività. Dopo una operazione chirurgica ,certo improbabile all'epoca , la poveretta resta muta . In un'epoca nella quale le donne non potevano studiare legge appassionatamente e di nascosto soprattutto il "suo" Cervantes" e scrive fogli di diario e lettere di riflessione e dubbio alla "Signora santissima delle sette spine immacolata assunta e sempre vergine Maria ". Quando la famiglia la vuol dare in sposa lei si addormenta , come nella fiaba , si nutre , respira ma dorme in una totale assenza apparente .Il giovane Avicente , spagnolo anche lui , costretto alla professione medica dal padre , pur aborrendo virulenze , strumenti medici e provandone terror panico , si trova suo malgrado a tentare di svegliare la ragazza e riesce a farlo con una terapia ...prevedibile , illecita e piacevole che oltre ad avere successo, apre in lui in un sol colpo , la curiosità per il corpo ed il piacere delle donne e la possibilità di sposare la giovane Lisario...Da qui si apre il romanzo avventuroso e picaresco fra avventurieri , capipopolo , Masaniello ,la peste ,i pittori e i pirati . Lisario che presa d'amor fou per un giovane artista fiammingo fugge con lui a sua volta inseguito da un precedente amante molto vendicativo , viene ospitata a Pitigliano , quindi riacciuffata e poi imbarcata e quasi annegata fino a Favignana dove è finalmente felice .Nell'epilogo la figlia/ o di Lisario ,dalla voce bellissima , bacchetta ancora il povero marito che certo sprizza in parte antipatia ma anche una certa tenerezza per la sua impotente malinconia di non amato perenne. ( lui che aveva in mente solo un matrimonio ricco e una maturità di pigra inettitudine. ) .