antonia nella notte

Post N° 590


Stasera volevo scrivere di balòn, del giuoco del calcio. E' da un po' di tempo che voglio scriverne. Per dire che il giuoco non è solo la vittoria ai Mondiali. Quella è una cosa che capita ogni 4 anni a 23 fortunati bipedi tra gli svariati miliardi di esseri umani che popolano questo mondo. E' anche quello, ma non è solo quello.Volevo anche dire che il succitato giuoco non è quella poltiglia stercorea di cui tanto di parla in questi giorni. E' anche quello, ma non è solo quello.Il giuoco del balòn è quella cosa strana che, dato un rettangolo libero (sia esso di prato, di terra, di asfalto o di cemento), una sfera e un numero x (meglio se pari) di esseri umani (maschi, in linea di massima), fa sì che quel gruppo di individui si divida come per magia in due parti e, l'una contro l'altra, ognuno sputi tutto quel che ha in corpo, neanche fosse un duello all'ultimo sangue.Però le parole sono femmine, e come tutte le cose e le persone di sesso femminile danno l'impressione di essere prede, ma si fanno catturare solo da chi vogliono loro. E quelle parole stasera mi hanno evitato.Non sono riuscite, però, ad evitare altre persone. Un gruppo di cui mi sono fatto regalare un cd a scatola chiusa, senza averlo mai sentito, solo perché qualcuno me ne ha parlato bene. Quel gruppo, quelle parole le ha catturate. Ne ha fatto una canzone dedicata a uno di quei bipedi che del gioco del balòn hanno fatto professione. Ma che sono riusciti a non diventare ciechi su quanto gira attorno a loro.Lui è Cristiano Lucarelli. Il gruppo è la Casa del Vento. Il cd è Il grande niente. La canzone, questa canzone, è Ala sinistra.Ero bambinoe davo calci ad un pallone.Gente comune nel quartiereed il sudore. Cosa vuol direcamminare per il pane,marcato a uomomi volevo liberaredal mio destinodi ogni giorno ad otto ore,dal fiato sul mio collo,da una condizione. Un catenaccioa denti stretti e un centrattaccosu quella fasciala bellezza di un riscattoPerché ho sempre immaginatodi smarcarmi, di involarmie insaccare in un rettangolo di gioia. E così che come allorasono incline a liberarmie il mio piede è più sensibile a sinistraAla sinistra, sola sulla fasciatutti al centro e io rimangoala sinistra.Ala sinistra, sola sulla fasciatutti al centro e io rimagoala sinistraE allora so che intornoc'è tanto dolore,non solo l'oro dei contrattida firmare. Uno squilibriodove sempre brucia un fuocomilioni in un'azionesempre in fuorigiocoPerché la fuoric'è chi gioca una partitache già in svantaggioprende calci dalla vita. Passo la pallaa tutti gli altri per vedereuna giocata più coralee realizzarePerché so che per segnarec'è uno schema solidalemescolando i tentativialla pazienza.E così anche se attaccatistretti con i miei compagnitrasformiamo la difesa in resistenzaAla sinistra, sola sulla fasciatutti al centro e io rimangoala sinistraMille calci da guardaregiornalisti da ascoltaree discutere per orese è rigore. Per portarci ad assopiree non farci più pensarerompere le antennee farci addormentareChiuso nella metà campoda quel diavolo assalitoun contrasto vintoe sono ripartito. E spostandomi a sinistraho calciato all'improvvisoPalla in rete, rete gonfiasi è sgonfiato e si è spento quel sorriso.Perchè so che per segnarec'è uno schema solidalemescolando i tentativi alla pazienza.E così anche se attaccatistretti con i miei compagnitrasformiamo la difesa in resistenza