N.52Fabio BacàBenevolenza cosmicaAdelphiLui ( lo scrittore) ha 47 anni , marchigiano (di San Benedetto e vive ad Alba marina ), definito da D'Orrico il miglior debutto dell'anno.Un libro ben scritto che seppur d'esordio lascia trasparire /intuire ricerca e costruzione attenta . Il protagonista della storia ,ambientata a Londra è Kurt O Reyllie ,un giovane impiegato dirigenziale in una struttura che si occupa di statistica.Il filo Il/logico del romanzo è lo stupore del protagonista stesso riguarda alla "fortuna " dalla quale è baciata la sua vita durante gli ultimi tre mesi :Tutto va alla grande imponendogli di pensare che ...ci sia qualcosa di strano, qualcosa che non va...Appunto una "Benevolenza cosmica".A tratti è divertente e dissacrante .Scritto molto bene , quasi virtuoso , gradevole.Un viaggio fra il bene e il male e la base statistica che naturalmente si allarga e riguarda tutti gli uomini .Sembra davvero un film , un viaggio in una Londra quasi tunnel fra uffici /cartomanti , psichiatri folli e taxisti originali .Nel finale Kurt diventa padre proprio mentre è in ospedale per gli esiti di un incidente che lo aveva tenuto in coma ...facendogli perdere l'aura di assoluta fortuna!"...mia madre si chiamava Francesca ed era nativa di un piccolo paese marchigiano .Era una creatura persino più eccentrica di mio padre ; quasi hegeliana nella sua comunicativa.Le piante erano la sua più grande passino e:sospetto che ne fosse diventata devota anche grazie alla modestia delle esigenze relazionali che occuparsene implicava ....La mia esistenza era stata costellata di un numero statisticamente normale di grane e delusioni , senza che eventi particolari fossero mai intervenuti ad alterarne la relativistica aura probabilistica....Il karma in realtà è la somma dei comportamenti di un essere umano e dei crediti (o debiti) spirituali che ne derivano,contabilizzati con scrupolo certosino da una presunta aura di divinità .Il destino invece , evoca un caos imprescrutabile da cui erompono occidentali premi o punizioni , esiti a cui la condotta degli esseri umani non sarebbe collegata...."l'intera popolazione occidentale sembrava aver insignito il proprio cellulare della socialità di cui un viaggiatore medioevale investiva il crocefisso di legno al collo ...nel limbo del social network...