antonia nella notte

Appunti di lettura 2024


n: 23 Herta MullerL'altalena del respiroFeltrinelliQuesto libro ce l'avevo in libreria dal 2009 , quando Herta Muller che lo ha scritto ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura .Lo avevo iniziato ed abbandonato . Non era il mio tempo giusto .L'ho ripreso adesso, periodo di letture intense nel quale riesco a leggere agevolmente anche le pagine più toste.Non è un libro facile , peraltro percorso da un senso di algido distacco che a tratti fa rabbrividire.Nel 1945 , dopo che la Romania aveva dichiarato guerra alla Germania , i russi , dopo essersi liberati del dittatore fascista Antonescu , chiesero al governo rumeno che tutti i tedeschi abitanti in Romania venissero impiegati nella ricostruzione dell'Unione Sovietica distrutta dalla guerra ; uomini e donne dai 17 ai 45 anni vennero deportati nei lager ; campi di lavoro forzati sovietici. E' un libro duro e non potrebbe essere diversamente dato che  le singole sezioni / capitoli analizzano in maniera a tratti anche poetica ...neve , pioggia , grigio, fame, paura, lavoro, cemento, sabbia, carbone, mattoni ,pidocchi, cimici, desolanti solitudini, nostalgia ,pane e razioni, fame, morte pur non trattandosi certo di un campo di sterminio.In apertura ."tutto quello che ho lo porto con me"...perchè lì dentro ciò che si possiede diventa quello che si è.  I guanti rammendati dalla zia, un alberello di natale in fil di ferro, una sciarpa rappresentano la dignità di un uomo ; i gambali di cuoio da vendere diventano la fame che graffia, morde , dilania mente e corpo ed invade ogni parte di sè , un angelo nero , arrabbiato che veglia costantemente e si appropria di tutto .Una fame che si appropria di tutto , nutrita a bietolone ,a formiche , a sabbia. Un foulard di seta rappresenterà l'umiliazione di dover inghiottire e vincere la diffidenza verso gli altri.Il lager è "singolare" , non c'è il "NOI".La scrittura stessa della Muller , scabra ma con descrizioni che diventano paura e certezza di essere occupato soltanto nella necessità di sopravvivere.Ogni oggetto è vivo per tenere in vita Leopold Auberg ; protagonista e voce narrante. Un 'opera visionaria .Leopold ha 17 anni quando lascia la sua cittadina" angusta come un ditale" dove tutti i sassi hanno occhi.Porta con sè le parole della nonna "so che tornerai".La Muller impara a conoscerlo da vicino il lager e lo fa ascoltando Oscar Pastior ,un effettivo deportato che racconta e racconta fornendole centinaia di appunti e di annotazioni , tantissimi particolari che lo fanno rivivere .Neppure quando un prigioniero , un forzato nel lager torna a casa riesce a dimenticare , ad archiviare un'esperienza definitiva.Ed anche noi che leggiamo .Alcuni titoli dei brevi capitoli sono fortemente immaginifici...acquavite di carbon fossile ,i fantomatici dolori dell'orologio a cucù, dal pane proprio al pane delle guance, il flacone scettico e quello ingenuo, ogni turno è un'opera d'arte, uomo di patate, cielo sotto terra sopra, il bacio di latta, leggerezza di fieno, sulla felicità nel lager, radicale come il silenzio...