antonia nella notte

Post N° 659


Oggi la chiesa decide ,con molta probabilità visto che già sono chiare le idee di "Praz" ,che il “Limbo”, quel luogo privo della visione di dio assegnato nei secoli passati a coloro che morivano senza essere stati battezzati, non esiste. Meno male, direte voi. Se non fosse che questo amaro destino ha costituito la più grande angoscia delle madri cristiane le quali si disperavano per i loro bambini morti prima di nascere e condannati quindi, non soltanto a non godere della vita dei beati per tutta l’eternità ma anche a non poter vivere questa beatitudine insieme alla propria madre, separati in assoluto
da lei.Ebbene in base all’assolutezza della logica teologica e alle sue conseguenze, con la stessa disinvoltura di chi detiene il Potere con la quale oggi la chiesa afferma che il “limbo” non esiste, era stato stabilito che la donna morta durante la gravidanza (non c’è bisogno di ricordare che le donne facevano circa un figlio all’anno e che l’eventualità della loro morte era frequentissima) fosse seppellita in terra sconsacrata dato che portava dentro di sé il feto non battezzato. Affidate al Potere della stessa assolutezza logica le madri si sottoponevano al taglio cesareo, sapendo che questo comportava con certezza sia la propria morte che quella del figlio e sofferenze atroci (l’anestesia ha cominciato ad essere praticata soltanto nella seconda metà del 1800 e all’Ospedale Maggiore di Milano il primo cesareo con sopravvivenza della madre è avvenuto nel 1830) pur di far battezzare il figlio ancora vivo in modo da garantirgli il Paradiso. (Per il divieto di seppellimento in terra consacrata si può vedere Erikson, Carolly: The Medieval Vision, New York, Oxford University Press, 1976 e Aries, Philippe: Storia della morte in Occidente dal Medio Evo ai nostri giorni, tr. dal franc. Milano, Rizzoli, 1978; per le informazioni sul parto vedi: Notizie storiche sulla ospitalità e didattica ostetrica milanese raccolte da Carlo Decio, Pavia Milano, 1906). Nessuna di queste donne è mai stata considerata martire della propria fede, vittima della chiesa. Quali giustificazioni può portare Ratzinger ai comportamenti della chiesa se non proprio quel “relativismo” che condanna con tanta sicurezza? Relativismo significa appunto che ogni convinzione teorica così come ogni comportamento sia individuale che di gruppova giudicato in base al periodo storico, al modello culturale della società nella quale si manifesta. Pretendere che le religioni siano escluse da qualsiasi giudizio, considerate “assolute” nelle loro affermazioni, significa che dalla storia non soltanto non hanno imparato nulla, ma che sono pericolosissime perché rifiutano il dovere di imparare che incombe su tutti gli uomini, ma soprattutto su coloro che detengono il Potere. ?liberamente tratto dal blog "Clerofobia"Da Repubblica.itLa Chiesa rinvia l'abolizione del limboAncora due anni per l'annuncio ufficialeCerto il suo sostituto: la sempre verde Macarena.