antonia nella notte

Post N° 739


Auden diceva che scrivere è come grattare la polvere da una vecchia roccia per leggere l’inscrizione nascosta. Scrivere di getto senza sapere dove si andrà a parare ;una cosa automatica che tenta di percepire il borbottio interiore e di farlo affiorare in mezzo alle giornate che ti stropicciano e ti rubano il tuo tempo strizzandoti,accartocciandoti e lasciandoti estraneamento ,stanchezza. Non è male  mettersi davanti alla tastiera e lasciarsi andare ad un flusso che è in se stesso meditazione,ricerca di pace e di connessione con le parole e con il tempo negato. Non importa nè cercare una storia ,né il ritmo ,né altro. La  scrittura stessa diventa piacere ,un esercizio silente.
 Mi sono negata il gironzolio  attraverso i miei luoghi di informazione,(l’eco delle follie che si abbattono su di noi,più o meno violentemente arriva comunque-difficile tacitarlo)  i commenti,i pensieri d’altri,;ho ripreso in mano storie avviate,abbozzi,rielaborato vecchie cose,cercando di mettere ordine fra  le parole e di attualizzarle per me ,per questi miei giorni. Lentamente la tensione si scioglie ,diventa flusso onirico e mi incanto a guardare la spirale di legno che rotea sul muro al mio fianco.