antonia nella notte

Post N° 797


Carissima mae,
Sono Dedalo! Ti scrivo per inviarti le foto che ho scattato a te ed ad Arianna.Scusami per il ritardo. Ho tanto esitato nel mandartele a causa dell'aspetto inquietante che mi ritrovo io nella foto con te. Gli occhiali vagamente oversize si spiegano col fatto che all'epoca ero appena reduce da un'abrasione alla cornea, il primo incidente sul lavoro della mia vita (peraltro nelle uniche due settimane della mia vita in cui ho lavorato!). Per farmi coraggio, dopo aver valutato l'ipotesi del fotomontaggio (scherzo, non penserai mica che sia diventato un narcisista, me ne dispiacerei), ho deciso di aggiungere una foto in una posa un pò posticcia scattata con la mia famiglia lo scorso 24 Febbraio, giorno della mia laureaed un artwork di una amica che di tanto in tanto si diverte acostruirmi addosso una sorta di iconografia celebrativa... neanche fossi Mao... Credo infine che non farai fatica a riconoscere quell'individuo con la camicia bianca e la faccia da ebete che ti si farà davanti aprendo la terza foto!Detto questo, a te come va? E la scuola? E' sempre quella meravigliosa isola felice che ho lasciato tredici anni e mezzo fa? A giudicare dalla mostra del trentennale direi di sì! A proposito: quanto credi che ci farà attendere ancora la comunità scientifica prima di donarci la macchina del tempo!? Se soltanto arrivasse, ben prima ancora di inoltrarmi nei meandri della storia farei senz'altro una capatina in quegli anni gioiosi... così, tanto per cantare di nuovo a squarciagola "Gelato Metropolitano", o "La gatta", e ancora "Le nuvole" di De Andrè, "Vecchio frack", "Il vecchio e il bambino"... ricordo a tutt'ora perfettamente tanto le parole che il profondo senso di malinconica ,serena ,quiete che sapevano infondermi questi brani alle nove di mattina, quando li cantavamo. Ed i film... "Arrivederci ragazzi", "Danton", "L'amico ritrovato", "Il nome della rosa", "The day after";ne conservo atutt'oggi un ricordo ben più nitido di molti delle migliaia di film che mi sono ritrovato davanti negli ultimi sei-sette anni. Ogni esperienza, ogni visione, ogni storia, non soffocate dalle strutture che anno dopo anno ti irretiscono sempre di più e ne smorzano l'intensità, diventavano al tempo avventure fantastiche, sconvolgenti: il terremoto di San Francisco-Oakland del 91, con il crollo dell'autostrada; i cormorani intrisi di petrolio in Kuwait e con essi il sogno di poter, a causa della crisi petrolifera mondiale, muoversi liberamente in bicicletta lungo la strada nazionale; ed ancora: tu che tentavi di persuadermi a stare sveglio fino a mezzanotte per guardare "Avanzi" alla TV, per poi potermelo ricommentare l'indomani mattina chiamandomi alla cattedra (lo facevi già per "Blob", o per farmi sfogliare l'ultimo numero di "Airone"). Bada bene che mi sto limitando ad evocare memorie "indirette", "mediatizzate", "audiovisive", perchè se mi arrischiassi a mettere sul piatto i contatti umani, i giochi e le fantasie che elaboravamo (Pix in testa), o se anche soltanto provassi a descrivere le minime sensazioni di quei momenti (il profumo dell'aria nel giardino della scuola alle 2 nei giorni sereni di primavera) questa, che oramai è diventata una vera lettera, assumerebbe definitivamente un registro fin troppo malinconico, finanche melenso, che striderebbe col tono giocoso con cui era nata.Arrestando dolorosamente il flusso dei ricordi, torno per un attimo al presente. Io sono in una fase delicata, in cui devo fare delle valutazioni. Siamo oramai al terzo inizio  degli ultimi cinque anni in cui mi trovo con ben poche certezze sul prossimo futuro (non credo che tu sappia che per un anno ho studiato matematica: non che mi dispiacesse, ma ho dovuto presto realizzare che continuare avrebbe significato finire in un vortice dal quale quasi tutto il resto è escluso; decisi pertanto di assecondare le passioni ed iscrivermi a musica e spettacolo). Questo Giovedì andrò a Bologna per valutare se iscrivermi o meno al biennio specialistico di cinema del DAMS. Ho trascorso il mio battesimo come "critico "all'isola di Procida, dove Enrico Ghezzi ha messo su un festival delirante con registi, filosofi e scrittori. E' stato bellissimo; tra una proiezione e l'altra ho potuto conoscere tante persone interessanti, e soprattutto ho avuto la possibilità di parlare a lungo con colui che considero per visionarietà, per la rigorosità morale dello sguardo, per il suo coraggio ed il senso umanistico della scoperta, sopra tutti il mio regista di riferimento: Werner Herzog. E' stato come un battesimo!Mi fermo qui, Un grande abbraccio mae!DedaloPS:Spero di non aver sbagliato la tua e mail!