Decidere di andare farsi un giro …su su ,in alto ,più in alto possibile pur senza allontanarsi troppo. Millecinquecento metri raggiungibili in una mezz’oretta di macchina e piano piano, il paesaggio che si modifica,dal giallo dei campi coltivati quasi pronti o già resi rotoloni ,ai fossi umidi , pieni delle foglie gigantesche della bardana ,che mi ricorda sempre la fiaba di Pollicina ,così minuscola da scomparirci quasi dentro .Le geometrie sbuffanti aeriformi dell’equiseto poi su ,la roccia ,i sedimenti alla cui altezza c’è sempre qualcuno che picchetta alla ricerca dei fossili del leggendario mar della Tetide ed infine,come un ampio respiro,le orecchie che ronzano e il livello dei prati ,perennemente spazzati dal vento forte .Oggi lassù c’era un numeroso gruppo di cavalli al pascolo,tranquilli ,incuranti delle rare macchine che rallentavano per timore e per goderne la sinuosa bellezza. Alle fiorite primaverili dell’altra volta si sono sostituite le sassifragacee gialle ,blu,viola,le margherite le scabiose,i cardi superbi.Sotto i faggi ho intravisto l’arancione singolare dei
gigli martagoni …i turbanti di turco o i riccioli di dama …per la prima volta ne ho trovati parecchi e ne ho raccolti una decina nonostante un (lieve) senso di colpa sapendo che sono …protetti , qualcuno a me caro, mi chiama “diserbo” per il mio incontenibile impulso a portarmi a casa e godermi per qualche giorno mazzolini effimeri ma di bellezza inarrivabile. Però sto sempre attenta non strappare i bulbi . Oggi ,poi il silenzio ,l’altezza e il panorama,i fiori mi servivano per allontanare la paura di qualche pensiero molesto.