antonia nella notte

Partire


Ovviamente un'altra delle opportunità del lasciarsi crogiolare da sole e brezze è quella di leggere ;ho letto abbastanza ,riscoprendo intanto il gusto del quotidiano cartaceo e portandomi /comprandomi diversi libri.(Anche qualche delusione ...ahimè)L’ultimo in ordine di suggestione è stato “Partire” di Tahar Ben Jelloun. Non vi ho trovato l’esplosione di fantasia e di magia di “Creatura di sabbia “che mi sono anche ri-letta più volte  ma anche questo si lascia leggere in un soffio e non credo certo solo perché io ho un po’ la fissa delle letterature del Mediterraneo .E’ un romanzo nel quale l’autore riesce  a tratteggiare ,raccontando a spezzoni ,le vite di un gruppo di persone migranti,aspiranti migranti,sognatori di futuri splendenti,persino ombre di cadaveri dispersi per sempre nei 14 chilometri che dividono Ceuta e Melilla, enclavi spagnole,dalla Spagna vera e propria .Un confine di fuoco ,dove fa capolinea un po’ tutta l’Africa ,un Africa lontana sia da sè stessa che dalla Spagna e dal sogno dell’Europa.Traspaiono i vari ed articolati  motivi del desiderio di “altrove,fuggire la miseria ma non solo ,la corruzione, gli integralismi ,la tradizione stessa. Fra le altre cose c’è il racconto di un’imboscata del governo spagnolo ad un gruppo di persone dell’Africa subsahariana , un gruppo di poveri cristi presi e tenuti buoni a ballare e festeggiare per l’avvenuto permesso di soggiorno ,ingannati,quindi picchiati selvaggiamente , narcotizzati ,messi su un aereo e riportati al loro paese e lì trattati ancora a pesci in faccia come dei reietti;c’era il buon Aznar all’epoca e spero davvero che Zapatero non faccia le stesse cose ,non lo sopporterei. E le donne ,le donne che emergono ;Soumaya,Malia,Kenza ,figure sensuali e spezzate  fra le sinuosità delle danze arabe ,il desiderio di libertà ,quello di un marito che le protegga o soltanto quello di conservare la possibilità di rinchiudersi nel gineceo “hammam”,fra le risate , i racconti sconci ,le confidenze e le cure dei corpi.Il tutto si chiude con un viaggio onirico purtroppo non  catartico dove si ritrovano tutte le storie in un ritorno improbabile.“Allora noi partiamo ,remiamo sui mari fino a che non si spegne anche la più piccola luce che  un essere vivente porti ,qui o altrove,che sia un uomo buono o uno sbandato posseduto dal male ;e noi seguiremo quest’ultima luce ,così piccola ,così flebile ,perché è forse da lì che scaturirà la bellezza ,quella che metterà fine al dolore del mondo.”