Si sentiva a suo agio ,finalmente. Il locale era sufficientemente lontano esteticamente ,sonoramente ed olfattivamente dai posti comuni tanto da diventare quanto mai adatto ad accogliere l’uscita dall’estraneazione profonda, ormai estesa ,seppur riappacificata ,dai suoi luoghi. Se ne stava seduta nell’angolo formato dai grandi cuscini adagiati sul gradino di ceramica ,era confortevole e si sentiva al sicuro. Il the bollente ,dolce in maniera anomala era servito in stretti bicchierini screziati di fregi d’oro, pieni di menta .Abdellatiff le si avvicinò sorridente , posò la mano destra sul cuore e le chiese se poteva sedersi accanto a lei. Ester,ancor prima di pensare se ne aveva realmente voglia ,rispose istintivamente di si . Lui era molto giovane , spiazzantemente giovane,indossava un paio di jeans ed una maglietta qualsiasi ma con le babbucce ai piedi, tipiche di tutto il maghreb ,con la punta sottile e di un giallo ocra.I suoi occhi scintillavano ,profondamente scuri ed interessati a tutto ciò che aveva attorno,iperattento,il suo profumo era particolare,intenso ed avvolgente un pò agrumi ed un pò sapone nero.Parlava con l’accento tipico dei nord africani italianizzati ,pochi o nulla gli articoli ,verbi essenziali,qualche parola in slang francese ,incomprensione pressocchè totale degli aggettivi e delle sfumature degli stessi.Ester ascoltava il suo approccio, sorridendo del pomeriggio che aveva ripreso il tempo fluido dell’imprevisto e della rilassatezza.Epifanico. Quell’uomo semplice,dal sorriso splendente le dava pace e le rendeva chiaro quanto tutte le parole e le immagini che avevano causato la sua frattura interiore non fossero ormai che un voragine in attesa di aria fresca. La invitò a casa sua .Abitava nei vicoli della zona ,a due passi Un quartiere prima abbandonato che stava riprendendo vita grazie agli immigrati.
Trasparenze
Si sentiva a suo agio ,finalmente. Il locale era sufficientemente lontano esteticamente ,sonoramente ed olfattivamente dai posti comuni tanto da diventare quanto mai adatto ad accogliere l’uscita dall’estraneazione profonda, ormai estesa ,seppur riappacificata ,dai suoi luoghi. Se ne stava seduta nell’angolo formato dai grandi cuscini adagiati sul gradino di ceramica ,era confortevole e si sentiva al sicuro. Il the bollente ,dolce in maniera anomala era servito in stretti bicchierini screziati di fregi d’oro, pieni di menta .Abdellatiff le si avvicinò sorridente , posò la mano destra sul cuore e le chiese se poteva sedersi accanto a lei. Ester,ancor prima di pensare se ne aveva realmente voglia ,rispose istintivamente di si . Lui era molto giovane , spiazzantemente giovane,indossava un paio di jeans ed una maglietta qualsiasi ma con le babbucce ai piedi, tipiche di tutto il maghreb ,con la punta sottile e di un giallo ocra.I suoi occhi scintillavano ,profondamente scuri ed interessati a tutto ciò che aveva attorno,iperattento,il suo profumo era particolare,intenso ed avvolgente un pò agrumi ed un pò sapone nero.Parlava con l’accento tipico dei nord africani italianizzati ,pochi o nulla gli articoli ,verbi essenziali,qualche parola in slang francese ,incomprensione pressocchè totale degli aggettivi e delle sfumature degli stessi.Ester ascoltava il suo approccio, sorridendo del pomeriggio che aveva ripreso il tempo fluido dell’imprevisto e della rilassatezza.Epifanico. Quell’uomo semplice,dal sorriso splendente le dava pace e le rendeva chiaro quanto tutte le parole e le immagini che avevano causato la sua frattura interiore non fossero ormai che un voragine in attesa di aria fresca. La invitò a casa sua .Abitava nei vicoli della zona ,a due passi Un quartiere prima abbandonato che stava riprendendo vita grazie agli immigrati.