E’ il primo
libro che leggo di Pino Cacucci. E la prima volta che sento parlare di lei:Nahui.La storia di una donna fatale ,bellissima e fragile come la porcellana.
Nel Messico teatro dell’epopea di Frida Khalo ,fra gli anni venti e trenta ,Diego Rivera e Tina Modotti ,il fotografo Edward Weston ; Nahui Olin (Carmen Mondragon) vive amori folli ,ha reazioni di gelosia e di passione smodata.Dipinge ,scrive,suona il piano con trasporto e coinvolgimento panico. Finisce male ,Nahui ,ridotta a vendere immagini della sua perduta bellezza in preda al delirio ed alla pazzia. Il romanzo è interessante per gli scorci di storia messicana si quali si staglia la storia di Nahui ;Cacucci racconta anche il mondo dei suoi sentimenti e traccia le sue parole (in pagine di corsivo) ma è un uomo e si colgono gli stereotipi del pensiero maschile su quello che pensa o presumibilmente potrebbe/dovrebbe pensare una donna passionale,innamorata ,piena di vita e di energia ;più rivelatrici le brevi note tratte proprio dall'opera di Nahui,pochissimo è tracciato il suo lavoro di artista.E stato bravo comunque a far riemergere questa storia e il romanzo scivola con piacere.Mi ha portato a cercare parecchie immagini di quel periodo e di
questa donna meno celebre delle sue coeve ma molto bella e teatralmente ,apertamente, interprete della sua vita fino alle conseguenze estreme dell'autoannulamento e dell'autodistruzione.