Esistono persone che si nutrono di conflitto.Solo nel conflitto trovano linfa vitale e sostanza,in genere inconsistente ma indispensabile per loro esistenza stessa.La relazione armoniosa ed anche il tentativo( spesso sofferto) di raggiungerla, diventano per questi soggetti una sorta di criptonite che li rende apatici e privi di stimoli,quasi depressi.Li si trova un po’ ovunque ,ambienti di lavoro ,strade reali e non ;ogni discorso minimale ogni atteggiamento del prossimo viene vagliato e passato al setaccio allo scopo non dell'ascolto( che per sua natura dovrebbe richiedere "attenzione",riflessione,ridiscussione dei propri pre-concetti ,elaborazione,rielaborazione e poi forse dialogo ,raramente conflitto vero e proprio ed anche in quel caso ,sua gestione accorta ) ma del cercare ogni possibile minuzie insignificante per attaccare e rivendicare non tanto una diversità nelle idee e nei contenuti (dei quali temo non si accorgano),ovviamente fisiologica e vivificante ma la immarcescibile forza del proprio punto di vista ;intoccabile e sacrosanto su tutti.Senza se e senza ma.Apodittico e statuario .La cosa disturbante ed anche un po’ deprimente è che mai o quasi mai, chi è portato allo stillicidio continuo, nella ricerca della "bega" di poco conto, si interessa di questioni di reale spessore né dialetticamente né nella pratica e meno ancora nell'operatività fattiva.