antonia nella notte

Verso il 25 Aprile


 Ri/scritto
Veronica  frequentava la scuola elementare in una frazioncina ,una scuola rurale,dall’architettura inconfondibile,con grandi finestre slanciate verso l’alto, molto ravvicinate; di quelle che oggi sono tutte state ristrutturate ed adibite perlopiù ad abitazioni..Amava molto studiare ,era curiosissima e ricettiva ,entusiasta .Ogni giorno percorreva a piedi ,scattando agile e veloce, il paio di chilometri che la dividevano dalla scuola ,stringendo e roteando “La busta”di pezza ,artigianale, che sua mamma le aveva cucito per i suoi libri..Ersilia ,la madre, gestiva ,assieme al marito,un piccolo commercio di granaglie ,uova e pollame ;i tempi erano duri,gli spostamenti difficili ed il tempo poco.La stoffa nera acquistata per cucire la “divisa “da piccola italiana ,era rimasta in un angolo,ancora solo imbastita .Non c’era stato tempo di rifinirla. L’avrebbe  indossata fra una settimana. La maestra –ispettrice della GIL ,passò in rassegna le bambine illugubrite dalle  divise ;Veronica era tesa ,si faceva piccola ,tentando di rendersi invisibile,ma non fu certo così ,la virago la riprese aspramente ,incurante delle sue scuse ,le tirò un orecchio con forza tanto da strapparle l’orecchino,tagliandole il lobo e facendola sanguinare. La piccola tornò a casa umiliata e rabbiosa ma si tenne tutto per sé;nascondendo ai suoi genitori quello che le era successo .Era terrorizzata all’idea di quello che sarebbe potuto capitare se,soprattutto suo padre ,uomo forte e pragmatico,lontano ideologicamente ed emotivamente dalle pagliacciate del regime ,si fosse accorto dell’accaduto ed avesse affrontato l”insegnante”rischiando di incorrere in rappresaglie delle squadracce ed in esiti ancor più imprevedibili.Mia madre si curò ,piangendo in silenzio e tacque con tutti ma posso garantire che non ha mai più indossato un paio di orecchini né si è mai fidata ,né si fida di chi indossa o fa indossare “divise”.