antonia nella notte

Pantegane 2


 UN CORTEO spontaneo con cinquecento persone ha attraversato il dedalo delle vie del Pigneto sotto choc, a poche ore dalla spedizione punitiva con spranghe e passamontagna, contro bengalesi e indiani, titolari di due negozi di generi alimentari e di un phone center. Tangibile la solidarietà con gli immigrati: «Basta con le aggressioni», è scritto sullo striscione che apre la manifestazione promossa a tambur battente dai giovani dei centri sociali, da Action, dai rappresentanti delle comunità dei migranti e dagli stessi residenti. Pronte anche le reazioni, a decine. «Il raid al Pigneto nei confronti di cittadini extracomunitari, ai quali va la mia solidarietà», commenta il sindaco Gianni Alemanno, «sono di una gravità inaudita; mi lasciano sdegnato e non passeranno sotto silenzio. Serve legalità a 360 gradi». Per il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, «è un altro episodio di violenza e xenofobia che non è più possibile tollerare e che tutte le istituzioni dovrebbero condannare con fermezza. Roma ha bisogno di tornare a respirare un'aria di pace, libertà e di vero rispetto verso il prossimo». «Mi auguro — conclude — che le forze dell'ordine nero  (che ci provano come a Padova,dimenticando che c'è una testimone che ha vidto i fazzoletti con lasvastica!!!) consegnino subito alla giustizia i responsabili di questa assurda violenza». Duro il commento della neo-deputata del Pd Ileana Argentin: «I quartieri di Roma non possono essere in mano a teste rasate o alle scorribande dei pirati della strada. È questa la sicurezza di cui la destra parlava in campagna elettorale? ». E tanto per gradire
lo scontro diretto tra ministro dell’Interno in carica e ministro ombra. Insomma, tra Maroni e Minniti. Per l’occasione, sfoggiando tutta l’ironia che gli manca, il menopeggio leghista, si è definito «ministro Sole», sfiorando spericolatamente il romanesco ministro-sola. Ma pazienza, visto che il titolare berlusconiano ha fatto ogni sforzo per apparire simpatico, tollerante e quasi umano. D’altra parte, i leghisti sono sempre «double face», avendo una faccia per prima delle elezioni e una per il dopo, una pagana e celtica per il «territorio» e una ultracattolica per Roma. Così ora, dopo aver soffiato sul fuoco dell’intolleranza fino a provocare atti di violenza, possono permettersi di dire, come ha detto Maroni l’altra sera, che gli attacchi ai campi nomadi vanno condannati. La Lega, tanto esaltata per risultati elettorali che restano pur sempre inferiori a quelli degli inizi, ama vivere sul crinale tra finta rivoluzione e continua involuzione. È quella che chiamano devoluzione, ovvero porcata da esportazione.*** Non male l'espressione del ministro degli interni.SIG!!!