Il mio argenteo guardare stilla nel vuoto,Mai presagii che la vita fosse cava.Sul mio raggio più leggeroScivolo come su trame d’ariaIl tempo in cerchio, a palla,Instancabile la danza mai danzò.Freddo serpente scatta il fiato dei venti,Colonne di pallidi anelli salgonoE crollano di nuovo.Che cos’è la silenziosa voglia d’aria,Questa oscillazione sotto di me,Quando io mi giro sopra i fianchi del tempo.Un lieve colore è il mio movimentoMa mai baciò il fresco albeggiare,Mai l’esultante fiorire di un mattino me.Si avvicina il settimo giorno –E la fine non è ancora creata.Gocce su gocce finisconoE si sfregano di nuovo,Nelle profondità barcollano le acqueE si accalcano là e cadono a terra.Selvagge, scintillanti ebbre-bracciaSchiumano e si perdonoE come tutto si accalca e si stringeNell’ultimo movimento.Più breve respira il tempoNel grembo dei Senzatempo.Arie vuote striscianoE non raggiungono la fine,E un punto diventa la mia danzaNella cecità.Else Lasker-Schüler
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