antonia nella notte

stridii


 Quando penso alla Svizzera  ed ai suoi cantoni penso da sempre  all’ultimo posto al mondo dove vorrei vivere. Montagne ad oltranza ,cime altissime e laghetti a sfinimento,sempreverdi a gogò ,pareti di rocce a sfinimento...claustrofobia .Ovviamente la specificità soggettiva della cosa è lampante , non me ne  vogliano gli amanti del panorama alpino,mi  rilasso davanti al fulgore del Mar mediterraneo ,il  lucore  di certi paesi intrecciati a buganvillee e argento di ulivi mi eccita ,mi piace che l’occhio spazi e che il sole si tuffi all’ultimo istante possibile dietro orizzonti avvampati,il profumo delle zagare e dell’origano mi stuzzica energetico. La Svizzera mi unduce al luogo comune ,lo so  bene che non è solo questo ,so che c’è tanto di buono,c’è un sacco di ricerca sull’architettura , sulla bioedilizia , c’è…Alinghi,inopinatamente un vero ossimoro ma automaticamente mi vengono in mente i luoghi  asettici ,i balconi di legno coi gerani ,le montagne che incombono ovunque, gli orologi, ormai cronografi superprecisi che detesto allegramente , il coltellino multiuso , la cioccolata con la Nestlè che  uniformando i gusti s’ è inglobata la Perugina e la Colussi e la Buitoni  che stanno qui attorno e le banche le superblindatissime ,riservate  banche ,custodi di ricchezze di varie origini,le case farmaceutiche ,come l’Avensis che sta facendo un sacco di soldini con l’influenza entrambe molto meno pulite delle leggendarie , nitide , tristi ,città elvetiche. Gli sport nazionali “La lotta svizzera “ ed il “lancio della pietra “praticati in sagre mi danno un senso di passato remoto polveroso , riclaustrofobia,  come il corno svizzero e lo jodel…un po’ come tutto…come il protezionismo dei sacri valori ,come Heidi e suo nonno .