antonia nella notte

herta muller


Il primo libro dell’anno,letto in un soffio, è un sottile Sellerio Blu ,
della collana “La memoria “,si intitola “Lo sguardo estraneo ”ed è del premio Nobel 2009 Herta Muller .Poche pagine intense precedute da una tensiva , empatica prefazione di Adriano Sofri.Lo “sguardo estraneo”,condizione di chi ha vissuto ed abitato ,di chi abita forse  per sempre,  storie di persecuzione ,di separatezza .La separazione ,lo sguardo estraneo è la presa di coscienza di una condizione ed il tentativo di definirla /raccontarla non una condizione letteraria ma una lacerazione dello spirito. Perché non era possibile smettere di osservarsi mentre stava succedendo qualcosa .Ogni essere umano smette volentieri di osservarsi.Per me estraneo non è il contrario di noto ,è il contrario di familiare .Ciò che è ignoto non deve essere necessariamente estraneo ma può diventarlo ciò che è noto.Considerare lo sguardo estraneo le conseguenza di un ambiente estraneo  è tanto più assurdo in quanto è vero il contrario ,esso deriva dalle cose familiari  dalle quali ci viene solo l’ovvietà. Sentirsi in accordo con le cose è prezioso perché ci lascia vivere .La si chiama ovvietà .Essa esiste soltanto finchè non la si percepisce .Credo che l’ovvietà è quanto di più rilassante ;ci mantiene a distanza da noi stessi.La continua percezione di sé ha qualcosa di incestuoso con la realtà circostante e di adultero con la propria persona .I nervi sovraeccitati ce li si sente in corpo ,alla lettera ,come dei filamenti e non li i può strappare via .Ci si stanca di sé stessi e bisogna amarsi