antonia nella notte

Ministrello/In piazza


STRADA: In Afganistan l'Italia non conta niente In Italia infuria la polemica. Gino Strada, che dalla sede della Ong di Milano sta seguendo gli sviluppi della vicenda, è tornato a respingere le accuse ai tre operatori umanitari sostenendo che «neanche un demente» potrebbe credere che fossero stati pagati per uccidere il governatore provinciale di Helmand. Se al posto dei tre cooperanti italiani fossero stati arrestati tre operatori statunitensi, la loro liberazione sarebbe avvenuta nel giro di un quarto d'ora.  «Invito tutti a una riflessione:se tre cittadini di un'organizzazione umanitaria americana - ha precisato Strada - fossero stati trattenuti nelle celle dei servizi di sicurezza afgani per cinque giorni, senza alcun contatto, come avrebbero reagito gli Stati Uniti». La risposta secondo Strada è chiara: «Io credo che se fossero stati americani sarebbero stati liberi in 15 minuti». A questo proposito il chirurgo di Emergency ha ricordato il caso Cermis: «Se l'Italia - ha concluso - avesse preso dei militari americani e li avesse tenuti senza contatti con il mondo esterno, come avrebbero reagito gli Stati Uniti?».Già in mattinata in una lettera aperta a «Repubblica», il fondatore della Ong ha affermato che le armi furono introdotte in ospedale dagli 007 «direttamente o con la complicità di qualcuno che vi lavora» e poi le truppe afghane e britanniche andarono a colpo sicuro per trovarle, non nascoste ma «sul pavimento in mezzo al locale». Il fondatore della ong se l'è presa con quelli con quelli che ha definito i «pochi mediocri» che in Italia hanno assecondato l'accusa «con insinuazioni e calunnie, con il tentativo di screditare Emergency, il suo lavoro e il suo personale». Un'aggressione a suo dire motivata dal fatto che Emergency «cura anche i talebani» («Crediamo che anche il più crudele dei terroristi abbia diritti umani») e che rappresenta «un testimone scomodo» degli orrori della guerra della Nato contro il terrorismo. «Non staremo zitti», ha avvertito Strada, «adesso è ora che chi «di dovere» tiri fuori «i nostri ragazzi». «Può farlo, bene e in fretta», ha spiegato Strada, «glielo ricorderemo sabato pomeriggio in piazza Navona a Roma».