antonia nella notte

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Ora è ancora più grave il conflitto di interessi.L'opposizione critica duramente l'interim del presidente del Consiglio al ministero lasciato da Claudio Scajola. Per un motivo molto semplice, come spiega il responsabile comunicazioni del Pd Paolo Gentiloni: «L'interim al ministero dello Sviluppo economico non può fare di Silvio Berlusconi anche il ministro competente in materia di televisioni». E poco importa che, dalle indiscrezioni fatte filtrare dal centrodestra, la nomina del successore di Scajola dovrebbe arrivare entro poco. «Neanche per un breve periodo di tempo - dice Gentiloni - è immaginabile che il presidente del Consiglio abbia anche formalmente il potere di decisione e di firma nel campo delle comunicazioni da cui dipendono, ad esempio, delicate partite in corso in questi giorni: dal contratto di servizio da firmare con la Rai all'assegnazione delle frequenze televisive. Sarebbe davvero il colmo del conflitto d'interessi». Un tasto su cui batte anche il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro, per la quale a questo punto siamo di fronte a «un conflitto di interessi solare»: «Abbiamo un presidente imprenditore e quindi non può fare il ministro dello Sviluppo economico». E Antonio Di Pietro, leader dell'Idv: «È la dimostrazione che ancora una volta questo governo intende farsi solo gli affari propri». Le dimissioni di Scajola finiscono insomma per determinare una situazione ancora più allarmante, per l'opposizione. Pier Luigi Bersani non sottovaluta i rischi insiti in una situazione che ogni giorno appare più «paludosa»: «Siamo in presenza, al di là delle doverosissime dimissioni di Scajola, a una vera giostra di Stato: appalti, segretari, pubblici ufficiali corrotti, soldi trasferiti illegalmente all'estero e poi a quanto pare ripuliti con lo scudo fiscale». «Davanti a una cosa del genere non si può dire tocca solo alla magistratura. Qui tocca al governo venirci a dire cosa c'è nel sottoscala di questa Repubblica e di fare veramente chiarezza su una vicenda che può essere ancora più torbida di quello che abbiamo visto fin qui».Per il segretario del Pd, inoltre, «evasione fiscale e corruzione da sempre hanno punti di collegamento», e c'è un esempio preoccupante da non seguire, la Grecia: «È un paese che ha una quota di sommerso paragonabile al nostro, per avere una buona tenuta dei conti pubblici bisogna innanzitutto occuparci di avere un po' di crescita in più, perché con lo 0,8% non mettiamo a posto i conti, secondo dobbiamo preoccuparci di far emergere gran parte del sommerso e vedere che questo non dia luogo a corrompimenti. Mi pare che le ultime vicende ci dicono che abbiamo la febbre alta: bisogna preoccuparcene e occuparcene con decisione».L'interim di Berlusconi al ministero dello Sviluppo economico arriva tra l'altro nel giorno in cui la giunta per le autorizzazioni della Camera ha votato a maggioranza per l'insindacabilità del premier nel procedimento che lo vede coinvolto per le dichiarazioni a Santa Margherita Ligure del 13 giugno 2009, in cui esortava gli industriali a non acquistare pubblicità dal gruppo editoriale L'Espresso.Decisione duramente contestata dal Pd, che ha votato contro insieme all'Idv (gli esponenti Udc non erano presenti al momento del voto): «Ancora un voto per impedire il regolare corso della giustizia utilizzando impropriamente le prerogative previste dall'articolo 68 della costituzione», ha detto la capogruppo del Pd in Giunta Marilena Samperi. Nonché l'ennesima dimostrazione dell'esistenza di un grave conflitto di interessi, attacca la democratica sottolineando che il premier è «personalmente azionista di controllo di numerose società per azioni che operano proprio nel settore dell'editoria e dell'informazione, in diretta concorrenza con il gruppo editoriale L'Espresso».