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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Post n°2229 pubblicato il 07 Settembre 2021 da ossimora
N.37 Madeline Miller La canzone di Achille Marsilio Devo proprio chiudere definitivamente con questo libro. E' un sacco che lo trascino senza nessun entusiasmo . Certamente dipende da me che in questo periodo fatico non poco a concentrarmi ed a leggere ma anche questo libro ha fatto la sua parte nell'annoiarmi! In realtà è un bel pò che non trovo storie affascinanti che mi prendono e mi fanno venire voglia di "immergermi" e perdermi piacevolmente .Questa storia di Achille viene da un pompaggio mediatico notevole ; esaltato da molti ...che lo hanno definito: "una fresca rivisitazione "della storia della caduta di Troia e del rapporto d'amore fra Patroclo ed Achille "... Io però più spesso mi sono trovata d'accordo con chi antiteticamente l'ha definita "una zuccherosa tele novelas ...nella quale Patroclo diventa un incapace lagna complessata e crocerossina nei confronti di un Achille carciofone , narcisista protetto da una dea madre iperprotettiva e capace di sceneggiate plateali da madre /vampira .Ecco ho alternato per tutto il romanzo fra queste due poli , l'attesa per la rivisitazione dei miti e la delusione per la loro volgarizzazione. Una riflessione sugli accademici americani rispetto alla cultura classica mediterranea è necessaria direi. Sono contenta di abbandonarlo . Qualcuno mi invita a leggere "Circe" della stessa autrice, me ne guarderò bene.
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