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« Messaggio #675Cervellino bonsai ( non ... »

"Disimpegno attivo"

Post n°676 pubblicato il 27 Ottobre 2006 da ossimora
 

immagineLa paura di perdere l'identità

è la prova che la si è già perduta.

Raimon Pannikar

Nei periodi di cambiamento ,quando prevalgono le incertezze collettive sui punti fermi ,rassicuranti ,il tema dell'identità torna ad essere suggestivo.

Pericoloso.

L'identità  che va a fare leva sui vincoli del sangue ,della terra ,della tradizione,può facilmente trasformarsi in un'arma per combattere gli altri,che esprimono una diversità non integrabile in tali parametri.Ultimamente  ,con sfumature diverse,più o meno civilmente, si sono moltiplicati appelli di ,intellettuali,laici ,politici che invitano a  difendere  "l'identità cristiana"dell'Europa,addirittura con rabbia ed orgoglio.

Credo che l'equivoco di simili posizioni consista nel concepire l'identità  come UN POSSESSO che deve essere difeso,dagli altri ,che costituiscono comunque un potenziale pericolo.

Essa rappresenta invece il segno del nostro limite ,quello che ci libera dal delirio onnipotente di rappresentare la totalità ma sopratutto va concepita come una realtà fluida nella quale ogni contributo che viene dagli altri è essenziale .

Nessun io senza un tu.

La difesa aggressiva alla propria "identità"rivela che si è aggrappati ai propri possessi ...per i cristiani l'antitesi con la fede cattolica che recita"chi vuol difendere la propria vita la perde";la fede non può servire per battaglie identitarie ..semmai c'è la Paura ,che è il segno sicuro di un identità fragilissima senza il proprio centro da cui partire per  saper/voler dialogare.

Poi c'è l'aspetto "politico",che merita di essere demolito  e criticato impietosamente ;si addossano all'identità problemi politici che andrebbero risolti con altri strumenti .si ipostatizza così un identità cristiana o islamica ,le si giudicano astrattamente incompatibilie ,si chiama a raccolta per un presunto scontro di civiltà giudicato ormai inevitabile.

Operazione scorretta sul piano culturale e piena di malizia su quello politico.

Coi media che fanno da cassa di risonanza (o da tromboni),il travisamento è garantito.

Non rimane che il disimpegno attivo e la demistificazione critica di queste pretese crociate .

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Commenti al Post:
suresh.06
suresh.06 il 27/10/06 alle 00:59 via WEB
Toh! La religiosità atea bigotta sbatte la testa contro Pannikar…un prete! Non finirò mai di stupirmi. E’ per questo che forse vale o non vale la pena di restare in "questo mondo". Davvero. Ciao.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 27/10/06 alle 01:02 via WEB
religiosità atea bigotta...più che un ossimoro un paradosso...Pannikar un prete con uan bella testa Ciao
(Rispondi)
 
 
 
suresh.06
suresh.06 il 27/10/06 alle 03:00 via WEB
Sono un estimatore di Pannikar e un appassionato dell’India, della sua cultura e della sua gente. Pannikar è per metà indiano e ha scritto una memorabile introduzione ai Veda...2 volumi. 3.000 pagine. Il titolo è Mantramanjari. Sono d’accordo, è un prete che ha testa.
(Rispondi)
 
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 27/10/06 alle 10:15 via WEB
Lo conosco Pannikar,l'ho anche sentito,in Umbria viene pe r dei seminari sulla pace .
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lupopezzato
lupopezzato il 27/10/06 alle 03:16 via WEB
"Non rimane che il disimpegno attivo e la demistificazione critica di queste pretese crociate". In realtà si sta facendo proprio il contrario. In questo momento c’è un solo modo di uscire da Afghanistan ed Iraq: con la coda fra le gambe e con l’umiliazione degli sconfitti. Gli USA hanno capito che quei due fronti restano impossibili da sottomettere con operazioni militari di tipo convenzionale e continuano ad alimentare lo scontro di civiltà e del pericolo che l'islam rappresenta per l'occidente. Intanto hanno approvato la legge del 6 ottobre che mette a tacere la Corte Suprema nei confronti del carcere duro e dei diritti dei prigionieri. Il mondo, cosiddetto civile, ha lasciato passare in un vergognoso silenzio quest’ulteriore barbarie e il nostro governo, cosiddetto di sinistra, continua a finanziare le cosiddette missioni di pace. La mia opinione è che si stia lavorando sottobanco per arrivare a giustificare un intervento militare di tipo non convenzionale sui fronti afgano ed iraqueno.
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 27/10/06 alle 10:14 via WEB
Il quadro che hai fatto è inquietante speriamo che non sia così.Disimpegno attivo e demistificazione critica sono intese ,nelle questioni diciamo "spicciole ".quelle quotidiane ,che vanno dal micro atto di razzismo pe r la strada ,alla chiacchiera da bar alla soluzione delle questioni dei bambini a scuola .Certamente chi fa salire il livello del clima a scontro di civiltà è il peggiore.
(Rispondi)
 
gambediseta
gambediseta il 27/10/06 alle 11:17 via WEB
... sono confuso, ma prevale la voglia di esprimermi con l'impegno attivo senza dimenticare da dove arrivo sapendo dove voglio andare... con rabbia ma senza violenza.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 27/10/06 alle 14:40 via WEB
la libertà le libertà simul stabunt simul cadent. sergiotarli
(Rispondi)
 
pelino55
pelino55 il 27/10/06 alle 16:31 via WEB
Non ho mica capito quest'ossimoro "disimpegno attivo", sto perdendo colpi. Ciao.
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 27/10/06 alle 17:05 via WEB
Ciao Guidillo,con disimpegno attivo intendo una roba minimale ,attivo nel piccolo ,in quelle sfumature che sfuggono alla cronaca ed alal catalogazione ma che sono esiziali pe rla vita delle persone .l'impegno con la maiuscola dovrebbe essere quello politico a proposito del quqle c'è veramente pochino d a fare.
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Twisted_truth
Twisted_truth il 27/10/06 alle 21:28 via WEB
CHE TRISTEZZA... :(
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