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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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« Silvio RamatCIAO »

Incenso carissimo

Post n°870 pubblicato il 14 Giugno 2007 da ossimora
 

Ai più informati non sarà difficile ricordare a quanto ammonta il gettito garantito alle casse della CEI dall’8 per mille dell’imposta sul reddito dei contribuenti… bravi! Circa un miliardo di euro all’anno.

Ma non tutti si saranno dati pena di andare a cercare informazioni su quanto annualmente ci costa il profumo dell’incenso…

“Al miliardo di euro dell’8 per mille dei contribuenti, va aggiunta ogni anno una cifra dello stesso ordine di grandezza sborsata dal solo Stato (senza contare regioni, province e comuni) nei modi più disparati: nel 2004, ad esempio, sono stati elargiti:

  • 478 milioni di euro per gli stipendi degli insegnanti di religione
  • 258 milioni per i finanziamenti alle scuole cattoliche
  • 44 milioni per le cinque università cattoliche
  • 25 milioni per la fornitura di servizi idrici alla Città del Vaticano
  • 20 milioni per l’Università Campus Biomedico dell’Opus Dei
  • 19 milioni per l’assunzione in ruolo degli insegnanti di religione
  • 18 milioni per i buoni scuola degli studenti delle scuole cattoliche
  • 9 milioni per il fondo di sicurezza sociale dei dipendenti vaticani e dei loro familiari
  • 9 milioni per la ristrutturazione di edifici religiosi
  • 8 milioni per gli stipendi dei cappellani militari
  • 7 milioni per il fondo di previdenza del clero
  • 5 milioni per l’Ospedale di Padre Pio a San Giovanni Rotondo
  • 2,5 milioni per il finanziamento degli oratori
  • 2 milioni per la costruzione di edifici culto, e così via.

Aggiungendo una buona fetta dl miliardo e mezzo di finanziamenti pubblici alla sanità, molta della quale è gestita da istituzioni cattoliche, si arriva facilmente a una cifra complessiva annua di almeno tre miliardi di euro. Ma non è finita perché a queste riuscite uscite vanno naturalmente aggiunte le mancate entrate per lo Stato dovute a esenzioni fiscali di ogni genere alla Chiesa, valutate attorno ad oltre 6 miliardi di euro.”

Il testo virgolettato è tratto da Piergiorgio Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), Longanesi, 2007, pag. 165-167

Fra uscite e mancate entrate fanno 9 miliardi di euro, ovvero circa 18.000 miliardi delle vecchie lire, pari al 45% della manovra finanziaria del 2006, che ci costò 20 miliardi di euro. Senza la Chiesa e i suoi privilegi economici, lo Stato potrebbe dimezzare le tasse di tutti i suoi cittadini.

… e tutti i salmi finiscono in gloria!

Pubblicato da stratex su 27 Maggio 2007

 
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>> Amnesty International su E=mc2
Ricevuto in data 14/06/07 @ 13:03
Il Vaticano ha bloccato i finanziamenti ad Amnesty International, perché accusata di essersi aper... (continua)
 
Commenti al Post:
rimescolareilvolga
rimescolareilvolga il 14/06/07 alle 00:56 via WEB
..."Amen"...;mauro
(Rispondi)
 
pelino55
pelino55 il 14/06/07 alle 01:44 via WEB
interessante sottolineare come, in base a meccanismi perversi, alla chiesa cattolica vada oltre il 95 per mille dell'8 per mille, compreso l'apporto di chi ha optato per destinarlo alla stato. Inoltre, alcune chiese non cattoliche rifiutano questo apporto oppure lo documentano scrupolosamente.
(Rispondi)
 
 
pelino55
pelino55 il 14/06/07 alle 01:46 via WEB
95 per cento
(Rispondi)
 
PXlab
PXlab il 14/06/07 alle 05:38 via WEB
buongiorno, felice giorno :)
(Rispondi)
 
fabiochepassa
fabiochepassa il 14/06/07 alle 07:17 via WEB
Ecco finalmente un argomento che varrebbe un 8x1000 a favore di chi scrive nei Blog!, e invece tu ce lo offri gratis. Grazie, comprerò il libro e se non ti spiace metto un link sul mio blog al tuo post. Ciao!
(Rispondi)
 
champaosel
champaosel il 14/06/07 alle 08:35 via WEB
cifre da capogiro! più che un sommerso un disperso! grandissimo esempio di ipnosi collettiva...
(Rispondi)
 
SixPixel
SixPixel il 14/06/07 alle 09:25 via WEB
L'istinto non mi ha mai ingannato...e qui ne trovo conferma. Grazie grazie grazie per tenerci gli occhi sempre ben aperti. Amen!
(Rispondi)
 
davide19581
davide19581 il 14/06/07 alle 10:04 via WEB
Nel “Libro grigio del sindacato” si documentano, per quanto è possibile dato il diritto al segreto che hanno Cgil e compagni, la monumentalità di questo capitalismo sindacale che ora si impanca a moralista della trasparenza. Ogni anno nelle casse dei tre sindacati piove tra finanziamenti e vari più di due miliardi di euro. Hanno 20mila dipendenti, non sono tenuti a rispettare l’articolo 18, né devono rendere conto di come spendono i soldi. Potresti replicarmi dicendo che se facessero conto sulle tessere non potrebbero nemmeno sostentarsi. Ma le loro entrate sono ingenti e garantite.Le principali: finanziamenti pubblici ai patronati, contributi del ministero delle Finanze ai Caf, i distacchi (permessi, aspettative, ecc ecc con contributi previdenziali a carico dell’Inps), le ingentissime somme incassate per la formazione professionale. Queste attività sono spesso a scopo di lucro, nonostante i sindacati siano protetti da condizioni di privilegio o di quasi monopolio. Inoltre incassano balzelli su ogni rinnovo di contratto collettivo, e anche un contributo sulla disoccupazione agricola. C’è altro. Gli immobili di grande importanza nel cuore delle città. Un esempio: la Camera del Lavoro (Cgil) di Milano, esempio glorioso di architettura mussoliniana, è loro. Loro dirai? Ma certo. Ai sindacati sono stati passati quasi tutti i palazzi che facevano capo alle organizzazioni corporative del periodo fascista: una legge del 1977 li ha «concessi» a Cgil-Cisl e Uil,e la conservazione di questi immobili e' a carico dei comuni cioe dello Stato. Possono avere azioni, investire come credono, finanziare centri studi, senza dover rendere conto del denaro che maneggiano. Questo in virtù dell’Articolo.39 della Costituzione: «Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso gli uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. I sindacati registrati hanno personalità giuridica». Peccato che i sindacati non si siano mai registrati e continuino a rimanere società di fatto, quindi a gestire migliaia di miliardi senza la minima trasparenza. Non presentano bilanci, non hanno rendiconti ufficiali, non hanno conti consolidati a livello di federazione. Non sarebbe il caso di chiedere ai sindacati di tirare fuori i conti, di palesare il proprio patrimonio? Adesso poi che le confederazioni gestiranno i fondi pensione, stiamo freschi. Saranno loro il nostro capitalismo. Che ipocrisia: i sindacati hanno posizioni di rendita parassitaria, succhiano soldi alla collettività, e poi ci fanno la predica sulla moralità. Quasi quasi, meglio i furbetti. Almeno questi, qualche volta (o meglio quasi mai?), se rubano, rischiano la galera. Volendo potrei andare avanti con i finanziamenti ai partiti,ai quotidiani ecc.ecc....ed ecco dove va a finire il 55% restante della manovra.........
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 14/06/07 alle 10:16 via WEB
da Libero, 8 gennaio 2006 .Buongiorno Davide ,permettimi di aggiungere la fonte dei tuuoi dati,soltanto per precisione ,utile alla riflessione ed al dibattito .
(Rispondi)
 
 
davide19581
davide19581 il 14/06/07 alle 10:31 via WEB
Sbagliato.......Istituto Bruno Leoni di Torino 11.03.2007 , buona giornata (raramente leggo libero)
(Rispondi)
 
 
 
ossimora
ossimora il 14/06/07 alle 10:47 via WEB
va bene ,io cercando il libro grigio del sindacato ho trovato questo riferimento.In ogni caso concordo sul fatto che ormai e pe r larga parte e purtroppo (non possiamo negare le conquiste ottenute con il sindacato )anche i sindacati sono diventati dei carrozzoni pieni zeppi di gente che chiacchiera soltanto .Ho un amica del mio sindacato, CGIL scuola ,che ha avuto il distaccmento e si aggira fra un convegno e l'altro mentre i finanziamenti alle scuola stesse continuanao a subire tagli su tagli.La questione della chiesa è pesantissima e tanto più grave perchè ,oltre alle spaventose ricchezze che ha (ad esempio il patrimonio immobiliare è a livelli impressionanti)predica la povertà.
(Rispondi)
 
 
 
 
davide19581
davide19581 il 14/06/07 alle 11:02 via WEB
io non nego le VERE conquiste del sindacato, come non posso negare i VERI aiuti portato da decine di migliaia di missionari in tutto il mondo.Io, per mia fortuna, ho la possibilita di viaggiare molto, Sud America e Africa e ho visto con i miei occhi il meraviglioso lavoro che molti missionari , uomini e donne, realizano aiutando bambini e donne, sfamandoli e istruendoli,curandoli e aiutandoli a sopravvivere, che poi esista il controsenso ricchezza/poverta della chiesa non ci piove, ma allo stesso modo esiste un grandissimo controsenso tra capitalismosindacale/operai...e su questo non puoi darmi torto....
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
ossimora
ossimora il 14/06/07 alle 11:42 via WEB
Ed infatti non ti dò torto io pur non essendo d'accordo colk "metodo" dei missionari(la costruzione di chiese,l'evangelizzazione,la frequente deprivazione delle culture locali)distinguo bene il positivo che c'è all'interno della chiesa ,anche s e ahimè spessissimo osteggiat dalle stesse gerarchie!!
(Rispondi)
 
fanciullodivetro
fanciullodivetro il 14/06/07 alle 10:38 via WEB
Contrapporre le due chiese non risolve e non cambia i connotati del discorso. Ambedue si aggregano a quel carrozzone immenso della spesa pubblica. L’una cercando di controllare le menti, l’altra l’azione. Volevo solo ricordare, però, che non è certo pregando per un mondo migliore che la classe di chi ha da vendere la sola mano d’opera si riscatterà. Mentre ritengo possibile e auspicabile il lavoro nel sindacato, liberandolo dalla funzione di aggregazione elettorale, dai partiti e dai governi “amici”.
(Rispondi)
 
davide19581
davide19581 il 14/06/07 alle 10:52 via WEB
Volendo posso venirti incontro e fare un accenno sulle irregolarita FISCALI di oltre 70mila coop rosse in Italia.....Sapevi che i giudici della Cassazione tributaria hanno infatti chiesto in sede europea se le agevolazioni fiscali di cui godono le coop non rappresentino una violazione della legge europea che vieta il sostegno pubblico ad iniziative economiche???Sapevi che la legislazione permette alle cooperative di evadere il fisco in base a tre articoli di legge: l'articolo 12 DPR 601/1973 che consente per le cooperative la riduzione di un quarto sia dell'IRPEG che dell'ILOR; l'art.7, 4 comma, DPR 599/1973, che consente l'abbattimento dell'imponibile per le deduzioni spettanti ai soci delle cooperative; l'art.12, legge 904/1977 che permette alle cooperative di eludere il reddito imponibile delle somme destinate a riserva indivisibile?????Sapevi che il sette marzo 2001, Presidente del Consiglio Giuliano Amato, viene approvata la legge Treu, legge n.142, articolo 2, che abolisce l'articolo 18 per le COOP cosi i PADRONI del partito-azienda possono licenziare liberamente i dipendenti delle cooperative??? (ovviamente la CGIL non protestò e Cofferati non disse nulla)Sapevi che le Coop sarebbero tenute a pagare l'Ires (ovvero l'ex Irpeg) solo su un ammontare che va dal 20 al 30% degli utili (l'imponibile) ma per via della deducibilità dell'Ires loro destinata non pagano nulla nemmeno su quel 20 o 30% che sia?????Sicuramente tutte queste cose Piergiorgio Odifreddi le sa, ma ha avuto un lapsus e le ha ovviate....tanto per chiudere in bellezza sapevi che sono in corso (e sicuramente cadranno nell'oblio) centinaia di denuncie nei confronti della COOP per sfruttamento????
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 14/06/07 alle 10:56 via WEB
Piergiorgio Odifreddi si occupa di matematica ed il suo personale interesse è quello di rendere più "pragmatico",il pensiero italico .
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 14/06/07 alle 10:57 via WEB
In ogni caso se vuoi che parliamo di cooperative ti lascio volentieri questo intervento,perdonami la lunghezza...mal'argomento è vasto e non si può certo risolvere a boutade
(Rispondi)
 
 
davide19581
davide19581 il 14/06/07 alle 15:50 via WEB
beh, visto che e' unmatematico/pragmatico potrebbe anche fargli 2 conticini alla COOP che dall'ultimo bilancio reso pubblico (1998) ha avuto un fatturato simile a quello della SONY 51mila miliardi di vecchie lire (26miliardi di euro circa), non poco per una societa CHE LE TASSE NON LE PAGA , non ti pare????
(Rispondi)
 
 
 
ossimora
ossimora il 14/06/07 alle 21:40 via WEB
non credo che gli interessino i conti nè delle coop nè dei vari "imprenditorI" che succhiano denaro pubblico a gogò...in ogni caso sono stanca...
(Rispondi)
 
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 14/06/07 alle 22:27 via WEB
Quello che scrivi e' falso. Al 2005 il bilancio della Sony risulta essere cinque (5) volte quello delle Coop. Mi paiono due grandezze non paragonabili.
(Rispondi)
 
 
 
 
davide19581
davide19581 il 14/06/07 alle 23:14 via WEB
punto 1) ho scritto 1998 (leggasi millenovecentonovantotto), punto 2) chi dice flasita sei tu: bilancio Sony 2005 54,8 miliari di euro il bilancio di tutto il gruppo COOP Italia per il 2006 e' di 38,3 miliardi di euro. I bilanci sono disponibili sulla rete.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
MacRaiser
MacRaiser il 15/06/07 alle 11:56 via WEB
questa e' la mia fonte. In ogni caso, ammesso e non concesso che il fatturato Coop sia quello da te menzionato (attendo link da parte tua), le due grandezze non sono comunque simili, come tu sostieni. E dato, che ti piace tanto parlare di "conticini", ti faccio presente che ci sono qualcosa come 16 miliardi e mezzo di euro di differenza. Un'inezia (sempre stando alle tue cifre). Questo non per entrare nella polemica Coop, alla quale non ho intenzione di partecipare, ma perche' non mi piacciono le affermazioni un tanto al chilo. Come ad esempio l'altra tua: "..non poco per una societa CHE LE TASSE NON LE PAGA". Un conto e' dire che esistono delle agevolazioni fiscali, magari ingiuste, un altro e' sparare affermazioni alla 'ndo cojo, cojo.
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 14/06/07 alle 10:57 via WEB
Intanto le coop sono imprese Non Profit non nel senso che non possono fare profitti, ma nel senso che il profitto è un mezzo e non il fine come per le società di capitale. Essendo imprese con fini di mutualità verso i soci, devono competere sul mercato facendo profitti e non perdite assolvendo contemporaneamente ai doveri “di mutualità e senza fini di speculazione privata” per cui sono loro riconosciute alcune agevolazioni fiscali come la tassazione solo del 30% degli utili, sempre a patto che non siano distribuiti ai soci e destinati a riserve indivisibili. Questi famosi vantaggi fiscali, che per le cooperative di produzione e di consumo si riducono ad un’aliquota del 10% sugli utili (il 33% di aliquota sul 30% degli utili fa il 10% di aliquota) a fronte del 33% pagato dalle imprese di capitale sono la contropartita della “mutualità” cioè del fatto che il socio-azionista, a differenza dell’azionista delle altre società, mentre deve ripianare le perdite deve rinunciare ai Capital Gain, che resteranno alla Cooperativa vita natural durante o andranno allo Stato in caso di cessazione della coop. Oltre questa rinuncia non banale, il piccolo vantaggio fiscale è pagato dal socio con “doveri” verso gli altri Stakeholder, lavoratori, territorio, consumatori, che la società di capitale non ha, come, impossibilità di delocalizzare l’impresa cooperativa, lavoro che deve essere fornito dalla maggioranza dei soci se coop di produzione o conferimenti di prodotti da parte della maggioranza dei soci se coop agroalimentare, o acquisti da parte della maggioranza dei soci se coop di consumo. Valori base della cooperazione che hanno consentito i suoi successi nel mondo sono questi tre, democrazia, una testa un voto, indivisibilità del patrimonio sociale con rinuncia ai Capital Gain, bassa remunerazione del capitale dei soci (buoni postali più 2 punti …quando possibile). Quanti capitalisti sono disponibili a prestare lavoro e capitali (sia pure piccolo) a queste condizioni? La cooperazione nasce intorno agli anni 1850, prima dei partiti socialisti, come visione alternativa a quella capitalista ed oggi si è evoluta, pur conservando i valori fondativi, come importante elemento di forza del capitalismo moderno, come tale riconosciuta e rispettata in tutti i paesi; in Italia importanza e funzione sociale delle coop sono riconosciute dalla Costituzione (art 45). Ma si dice: Granarolo ed Unipol non sono coop. Vero, ma anche Credit Agricole e Rabobank, rispettivamente la prima banca francese e la prima banca olandese, entrambe di proprietà di imprese cooperative sono delle SpA. E’ successo che sotto la spinta della globalizzazione e della finanziarizzazione, il movimento cooperativo, in tutto il mondo, si è evoluto verso forme di impresa di secondo e terzo livello che devono di necessità assumere forme societarie diverse dalla cooperazioene se vogliono raccogliere capitali sul mercato o andare in Borsa. E queste società di capitale di proprietà delle coop sono sottoposte agli stessi regimi fiscali delle società di capitale. Tremonti ha addirittura accusato l’Opa Unipol, che io non difendo ma per altre ragioni, di incostituzionalià. Qui l’ignoranza supera la maldicenza. Fare un’Opa come quella Unipol, appoggiata da un Piano industriale condiviso da Banche che hanno assunto impegni pluriennali (di Put e Call a tre anni e più)-al di là di modalità specifiche di conduzione dell’Opa, sulla cui correttezza o scorrettezza le Autorità competenti si sono pronunciate e sono chiamate a pronunciarsi- esclude “ab imis” l’ipotesi dell’intervento del tipo mordi e fuggi, caratteristica base per definire speculativa un’azione del genere. Perciò, forse l’Opa Unipol sarà illegale se venisse accertato essere stata condotta con metodi illegali, ma sicuramente non anticostituzionale perché non aveva fini “speculativi” giustamente vietati dall’art.45 della Costituzione. E veniamo al divieto di varcare i limiti settoriali di nascita come invocato, più volte da mesi e anche di recente da Montezemolo e Pininfarina “chi comincia vendendo saponette continui a venderle vita natural durante”. Questo hanno detto in sostanza. Sarebbe come dire a Tronchetti Provera di fare solo pneumatici ed a Benetton solo maglioni invece di interessarsi anche, come fanno di TLC e di Autostrade. Bravi! E’ proprio il contrario di quello che la globalizzazione impone all’economia del paese, continuare a fare solo scarpe e mobili invece che anche aerei e PC. Proprio il contrario dei Bench Mark o casi esemplari esteri spesso ricordati, giustamente dagli stessi industriali, quando citano, ad esempio, il caso della finlandese Nokia che, passando dagli stivali per pescatori a telefoni e cellulari è diventata in pochi anni leader mondiale del settore. Chi conosce il panorama europeo ed americano della cooperazione, sa che essa sta vincendo bene, meglio delle società di capitale, la sfida della globalizzazione, solo laddove riesce ad adeguarsi ai nuovi traguardi di dimensione aziendale, di settori innovativi, di concorrenza internazionale e di stretta connessione con la finanza. E per restare a quest’ultimo settore, ormai di moda nei dibattiti sui Media e nelle polemiche politiche, perché non ricordare che la finanza cooperativa pesa in Europa il 17% del mercato, con Francia, Olanda e Germania al di sopra della media e Italia, Spagna e Grecia al di sotto? In Italia le Bcc, banche di credito cooperativo affiliate alla Lega bianca, pesano quasi l’8% del mercato del credito e sono cresciute, in ricavi ed occupati molto più della media del settore, come del resto è successo a tutti i settori della cooperazione, produzione, servizi e consumo. Chi, e sono tanti a destra e a sinistra, ha accusato la Lega rossa di “lesa purezza della razza cooperativa” conosce questi dati? Sa che la Lega è l’unico grande movimento cooperativo europeo praticamente senza finanza, con poco più di 200 sportelli bancari contro i 3500 delle Bcc bianche affiliate alla lega bianca presieduta da Luigi Marino. Che è stato, ironia del caso, tra i primi critici dell’Opa Unipol accusata di “lesa purezza della razza cooperativa” per aver invaso il campo della finanza. E infine molti, da Berlusconi in giù, ritorna al cosiddetto “favore fiscale” di cui godono le coop, dimostrando ignoranza di economia e di storia. Ho già scritto delle ragioni storiche, sociali ed economiche alla base di queste agevolazioni che sono in tutto il mondo civile, contropartite di vincoli di mutualità cui nessuna società di capitale si sottometterebbe. C’è di più. Il presidente della Lega, Giuliano Poletti, ha già detto a Porta a Porta che il movimento cooperativo non sarebbe contrario a provvedimenti che estendessero l’agevolazione fiscale anche alle società di capitale disposte a reinvestire gli utili senza distribuirli. Tra le tante prediche rivolte dagli industriali ai cooperatori, non ho sentito alcun commento alla proposta. Non interessa? P.S. Sulle accuse di collateralismo e di tifo rivolte ai DS. Se i DS avessero davvero esercitato quel collateralismo di cui sono accusati, sarebbero almeno riusciti a far collaborare o a non far collidere i piccoli pezzi di “finanza amica”, il Monte dei Paschi di Siena (tra l’altro azionista di Bnl) ed Unipol, come invece non è successo. E ancora più ridicola è l’accusa ai DS di aver tifato. A parte che tanti, anche a sinistra, hanno tifato legittimamente per gli altri e contro Unipol. Ma che peccato sarebbe? Forse vanno ripensati i modi del tifo, specie in un mondo finanziario così “opaco” come il nostro, ma non cancellati i Valori comuni alla cooperazione ed alla sinistra scritti nella storia. P.S.2. In questo caso forse si dovrebbe semmai parlare di “debolezza della politica” rispetto alla finanza, corretta e scorretta, non il contrario, almeno a sinistra. Oltre naturalmente ad aprire un dibattito sulla Corporate Governance delle Coop e delle sue imprese.
(Rispondi)
 
 
davide19581
davide19581 il 14/06/07 alle 15:40 via WEB
ossimora.........prima di andare avanti ti consiglio di consultare per benino www.minefi.gouv.fr oppure www.impots.gouv.fr....purtroppo per loro (le coop francesi),esse non usufruiscon degli innumerevoli benefici fiscali che , purtroppo, in Italia vengono concesse , "politicamente e per interessi PERSONALI", alle nostre COOP, mi limito a riportarti che al pagamento delL'Impôt sur les Sociétés (IS) ,la stessa cosa del nostro IRES , sono soggette senza sconti di nessun tipo tutte,ma dico TUTTE , le società: anonime, società a responsabilità limitata, società in accomandita per azioni , società cooperative ecc........cosi come a nessuno gli viene da pensare in Francia che una societa cooperativa sia esclusa dall'Art. 18......va ricordato inoltre ossimora (ed e' un fatto risaputo) che sono state le coop rosse a finanziare prima e "PAGARE" tutti i debiti poi del PCI.
(Rispondi)
 
 
 
MiseEnAbime
MiseEnAbime il 14/06/07 alle 18:34 via WEB
e allora?, quale sarebbe il punto?, tutti i partiti politici hanno fonti di finanziamento, hanno legami con imprese, imprenditori e banche, a volte hanno in proprio le imprese e le banche, e allora?, le cooperative italiane non sono solo legate alla sinistra e non solo al partito comunista, comunque. hanno sconti fiscali e allora dove sta il problema?, voi potete avere tutto e noi no?, ancora, qual'è esattamente il tuo problema?
(Rispondi)
 
 
 
 
davide19581
davide19581 il 14/06/07 alle 20:00 via WEB
qui l'unico/a ad avere problemi sei tu visto che non hai capito nulla di cio che si stava parlando.
(Rispondi)
 
yappappeo
yappappeo il 14/06/07 alle 11:15 via WEB
...non ho parole...
(Rispondi)
 
qis
qis il 14/06/07 alle 15:01 via WEB
capperi! nostalgie? un po di cartavetro sulle ghigliottine :)
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 14/06/07 alle 21:39 via WEB
no no ..nessuna cartavetro ,in giro c'è in realtà soltanto nostalgia di pire e roghi.
(Rispondi)
 
 
 
davide19581
davide19581 il 14/06/07 alle 23:17 via WEB
attenta a non scottarti
(Rispondi)
 
 
 
 
ossimora
ossimora il 15/06/07 alle 02:19 via WEB
battutona
(Rispondi)
 
 
 
qis
qis il 15/06/07 alle 16:58 via WEB
...scherzavo dài, è che in un blog raffinato come il tuo non pensavo di incontrare il corrivo e "satanico" odifreddi...
(Rispondi)
 
 
 
 
ossimora
ossimora il 16/06/07 alle 01:07 via WEB
non so...odifreddi è un amico di una mia cara amica anche lei del politecnico di TO che mi diceva peraltro che odifreddi è molto molto tenero...
(Rispondi)
 
independent_world
independent_world il 14/06/07 alle 15:59 via WEB
La pubblicità dell'8 per mille alla chiesa cattolica è passata per un bel po' fissa prima dei video rai sul web. Tipo lavaggio del cervello. Le cifre a parte, "donate" dallo Stato (cioè da noi) sono scandalose.
(Rispondi)
 
wo_land
wo_land il 17/06/07 alle 10:19 via WEB
Scusa, ma a me pare che tu stia tra quelli che predicano bene e razzolano male. Immagino che tu alle ultime elezioni abbia votato per un partito di sinistra, ebbene la sinistra al governo, anche la sinistra sinistra, si è forse espressa chiaramente o ha fatto qualcosa contro sti privilegi? Niente di niente. E già che ci siamo, salto di palo in frasca. Tutti contro la pena di morte. E v'indignate al massimo se a uno come Priebke (un vero pezzo di merda) a 93 anni gli viene concessa un po' di libertà. Il perdono lo conoscete solo quando vi conviene? (Ad es. i brigatisti in libertà...) Ecchcazzo dico io, Pena di morte no, carcere a vita si? E non è morte comunque? Con questo, sia ben chiaro che non sono nazista, né fascista: Mi stanno sul cazzo le ipocrisie, questo è quanto.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 17/06/07 alle 11:29 via WEB
Certo ,sono d'accordo con te che la sinistra dovrebbe essere più ficcante e meno accondiscente nei confronti del potere temporale della Chiesa ,che le voci di laicità sono poche e flebili ma dimmi avrei forse dovuto votare per la cdl ???Magari a sx troverò Boselli;Diliberto Angius la Napolitano e altri a dx il buio dell'ipocrisia è ancora più viscido e profondo.Riguardo la pena di morte;se parliamo di Priebke io non è che mi indigni al massimo grado ma certemente credo che un fautore di una strage del genere è prima di tutto un SIMBOLO e come tale va trattato (le scritte naziste con scritto :onore al generale Priebke ne sono la testimonianza)In effetti a me fa abbastanza orrore anche l'ergastolo;io credo che la pena debba mirare al recupero possibile dei rei .Per piacere non usare il plurale maiestais quando interagisci con me ;in realtà mi riconosco sempre molto trasversalmente e non credo sia facile facile etichettarmi tanto dal darmi del "voi":Buona domenica
(Rispondi)
 
wo_land
wo_land il 17/06/07 alle 11:42 via WEB
Scusa per il voi, e allora ti dirò: maddai, Priebke simbolo? E proprio tu dimentichia l'essere umano? Ma per favore!
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 17/06/07 alle 11:53 via WEB
Quest estate sono tornata alle fosse Ardeatine ,lo avevo fatto da bambina ed ero rimasta senza fiato.Lo s tesso è successo questa volta ,soltanto modificato da un diversa consapevolezza.Temo che il problema in questo caso se la vuoi mettere fuori dalle responsabilità storiche è quanto lui sia un essere umano.Una soluzione potrebbe essere farlo vivere magari nella zona del ghetto di Roma ,vicino di ualche famigliache ha tre o quattro fucilati e sepolti alle Ardeatine.
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wo_land
wo_land il 17/06/07 alle 12:49 via WEB
ok. C'era una canzone (ironica) di Eduardo Bennato, tanti tanti anni fa, che si chiamava: La bandiera. Chissà; se hai intorno alla mia età, forse te la ricoradi; diceva: bella, la bandiera, la più bella che ci sia... Ama, quella gente, che sventola la tua bandiera... Odia, quella gente, che non sventola la tua bandiera... Ama, Odia... Ama, Odia... Ama, Odia... L'album si chiamava "I buoni e i Cattivi". Questo è quanto.
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ossimora
ossimora il 17/06/07 alle 12:56 via WEB
Certo che la ricordo .Non me ne può fregare di meno del bandiera ma una cosa è certa nei casi di genocidio e di strage la "pietà", e la compassione ,l'empatia debbono lasciare il passo alla "Giustizia" storica.C'est tout.
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