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« CIAO NOTO »

Gay camp

Post n°872 pubblicato il 15 Giugno 2007 da ossimora
 

Leggendo il programma del Pride 2007 di Roma che avrà luogo domani mi sono imbattuta sull’invito ad una performance di Ciro Cascina,mi ha fatto piacere sapere che sta bene , che fa ancora teatro ed è impegnato con varie associazioni.

La cosa ha anche mosso i miei ricordi .

 Io l’ho incontrato a Capo Rizzuto ,parecchi anni fa ,al primo gay camp al quale ho partecipato.Una serata di teatro calda e straordinaria con un pubblico felice di essere /assieme .

Lui bravissimo ,affabulatore coinvolgente di testi suoi e di grandi autori.

Adesso non c’è più la necessità di un Gay Camp,un luogo scelto ,protetto e selezionato dove ritrovarsi ,fortunatamente in tutte le città ci sono  luoghi d’incontro,bar,librerie ed in realtà esclusi i picchi di omofobia ,la società stessa nel suo complesso è fortunatamente meno catafratta.

 Mi piace ricordare i miei gay camp, molto stimolanti e pieni di persone da incontrare e iniziative ,dopo Isola ,è seguito quello di  Rodi Garganico .

Divertentissimo ;era anno d’Olimpiadi e nel campeggio si erano formate le squadre .Giochi  un po’ sui generis , parecchio lontani anche dalle Olimpiadi  gay “ufficiali”.

I tedeschi ,calzoncini e maglietta bianca ,precisini e davvero atletici ,poi …il delirio…i napoletani eternamente urlanti e travestiti da femminelli (!!!so troppo bella!!!!),i trapanesi tutti in verde con un trucco assai ricercato (notevolissimi )poi i francesi… charme a go gò.

Le gare erano, diciamo un po’ …anomale “Il tuffo in piscina …di culo”,”Il lancio della borsetta sulla sabbia  coi tacchi a  spillo” …”la gara di nuoto a farfalla “ed io me li godevo dalla giuria.

.Poi feste ,balli ,tombolate deliranti performance ,grandi mngiate di pesce ,serate en travesti.

Un continuo farsi prendere da questa eccitata capacità di organizzare e di animare .

 In un primo momento le famiglie che erano in vacanza si muovevano  fra lo scandalizzato e lo sconvolto poi …alcune se ne sono proprio andate ,altre, si sono divertite parecchio.

Un LINK ricchissimo sul mondo Gay.

 
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Commenti al Post:
Odette292
Odette292 il 15/06/07 alle 08:00 via WEB
Vivo a Catania, la città più gay d' Italia. Qui é il Gay Pride tutto l' anno :)
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 15/06/07 alle 15:05 via WEB
in effeti in quell'occasione ho avuto modo di conoscere parecchi siciliani ,fra gli ltri l'attuale sindaco di Gela ,Rosario Crocetta Co gruppo di siciliani ho passato parecchio tempo.
(Rispondi)
 
wo_land
wo_land il 15/06/07 alle 09:34 via WEB
io a capo rizzuto ci sono stato nell'80 al camping la comune però dovevo essere da un'altra parte perché non me ne accorsi che era un camping gay.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 15/06/07 alle 15:04 via WEB
..magari ci siamo incontrati,anche io sono taa alla comune e non solo nel pridodo del gay camp ,probabilmente è un questione di date.
(Rispondi)
 
Vieniviaadesso
Vieniviaadesso il 15/06/07 alle 09:50 via WEB
"Un continuo farsi prendere da questa eccitata capacità di organizzare e di animare......" c'è un qualcosa anche di leggermente triste in questo...... almeno per me.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 15/06/07 alle 15:03 via WEB
forse si ma io ho vissuto dall'interno "quel" tipo di preparazione e c'è comunque una gran voglia di esserci ed anche di giocare con il travestimento e il teatro,non a caso la componente teatrale dei gay pride e degli allora gay camp è costitutiva di un modo di essere.ciò peraltro nulal toglie all'aspetto più squisitamente "politico",mi ricordo a crotone dei dibattiti interessantissimi la sera e poi...balli sfrenati e colorati!
(Rispondi)
 
 
 
Vieniviaadesso
Vieniviaadesso il 15/06/07 alle 17:12 via WEB
Forse prenderò anche le distanze e seguirò la logica conservatrice, ma la tristezza non era riferita ai balli sfrenati e colorati.... è che c'è tanta gente che non ha nelle sue corde, nel suo modo di essere, questo "coraggio"?, li conosco anch'io senza essere andato a Crotone..... che ha bisogno di "normalità", di pace vera. Non di riconoscimento (semmai di diritti)....... che non si trucca, che non si sente rappresentato, nè una caricatura. Questa minoranza, forse più debole, mi appartiene profondamente. C'è chi non è necessariamente orgoglioso di essere gay, ma orgoglioso di provare ad essere libero, provare naturalmente..... se questa sia la strada.... io, non so.
(Rispondi)
 
 
 
 
ossimora
ossimora il 16/06/07 alle 01:21 via WEB
hai ragione e cavolo se hai ragione,io ho degli amici cari che sono stati travolti e rovinati dalla loro condizione vissuta in una provincia miserrima e nella loro timidezza .Anche a me appartiene .
(Rispondi)
 
jo_march1979
jo_march1979 il 15/06/07 alle 10:30 via WEB
In Siria l'omosessualità è proibita per legge, ma ho visto dei ragazzi imbucati nelle feste a tema per "OCCIDENTALI" che sembravano una via di mezzo tra i napoletani e i siciliani che descrivi tu...troppo bello!
(Rispondi)
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 15/06/07 alle 13:52 via WEB
Mi spiace per la presa di posizione della Pollastrini. Mi spiace molto.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 15/06/07 alle 15:00 via WEB
Il portavoce del Coordinamento Roma Pride 2007 e Presidente nazionale Arcigay, Aurelio Mancuso, ringrazia il ministro per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini per ''la sua dichiarazione di queste ultime ore che - spiega - ci conforta rispetto alla preoccupazione che avevamo avuto di un tuo cedimento rispetto alle pressioni avute dalla presidenza del Consiglio e dei Teo-Dem. "Sapevamo che non potevi aderire alla piattaforma politica del Pride, che è un'autonoma elaborazione del movimento lgbt, ma quello che ti chiedevamo è di non smentire il tuo impegno come ministro e come persona della sinistra italiana rispetto ai nostri diritti." "La tua lettera aperta - conclude Mancuso - ci conforta e ti chiediamo come hai fatto al Pride di Torino dell'anno scorso, di venire anche tu sabato alla manifestazione del Pride di Roma. Ti attendiamo a braccia aperte''.
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 15/06/07 alle 15:21 via WEB
Il giocare con il vestito,col trucco,con l'uscire "fuori",non è folklore assolutamente ma una specificità che trae radici si dalla separazione del ghetto e quindi dal rito liberatorio collettivo ma anche dal teatro e da tutta una specificità storica .Documenti politici e gioco dell'apparire e divertirsi vanno di pari passo.A capo Rizzuto ,l'anno della bomba alla stazione di Bologna ,ci fu un assemblea permanente che durò ore e le stesse persone che mi chiedevano vestiti e mollette per i capelli per ballare e giocare la sera partecipavano vivacemente e con un preciso impegno politico.Il momento delle rivendicazioni di laicità e di riconoscimento di diritti,pur trovando vari spazi anche in occcasione delle manifestazioni di piazza ha sedi oggettivamente diverse dai pride stessi che sono l'incontro/attesa/divertimento/conoscenza anche di tutta una grande varietà di gruppi ,comunità gay e,lesbiche ,transessuali,trasgender etc etc. Sminuire l'aspetto "Giocoso" dei pride significa comunque prenderne le distanze e seguire la logica conservatrice,che tende a dire."si,vabbè ma potrebbero smetterla di fare i pagliacci "Ma perchè? "Ciao Miti
(Rispondi)
 
pelino55
pelino55 il 15/06/07 alle 16:58 via WEB
Eh, eh. Catafratta. Mi piace questa immagine.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 16/06/07 alle 01:02 via WEB
anche a me...anche se non è mia ma ....
(Rispondi)
 
magdalene57
magdalene57 il 15/06/07 alle 21:34 via WEB
ho letto ora. la Pollastrini è coraggiosa. è il governo che manca. ma per averne uno veramnete laico, chi dobbiamo votare?.... i giochi olimpici che hai citato mi piacciono, assai.... dici che mi prenderanno come atleta?? un sorriso...grande!!
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 16/06/07 alle 01:03 via WEB
l'importante oggi è che si divertano....fiesta...hai visto la prima pagina del Manifesto?
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/06/07 alle 08:16 via WEB
ohhhhhh............. finalmente due donne... ecapperi...metton sempre gli uomini...!!! buona giornata Antonia, mag
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 16/06/07 alle 10:21 via WEB
Manifestanti del Gay Pride Se oggi potessi essere a Roma andrei al Gay Pride. E non per solidarietà "da esterno" a una categoria in lotta. Ci andrei perché, da cittadino italiano, riconosco nei diritti degli omosessuali i miei stessi diritti, e nell'isolamento politico degli omosessuali il mio stesso isolamento politico. Ci andrei perché la laicità dello Stato e delle sue leggi mi sta a cuore, in questo momento, più di ogni altra cosa, e ogni piazza che si batta per uno Stato laico è anche la mia piazza. Ci andrei, infine e soprattutto, perché, come tantissimi altri, sono preoccupato e oramai quasi angosciato dalle esitazioni, dalla pavidità, dalla confusione che paralizzano, quasi al completo, la classe dirigente della mia parte politica, la sinistra. Una parte politica incapace di fare proprio, senza se e senza ma, il più fondante, basilare e perfino elementare dei princìpi repubblicani: quello dell'uguaglianza dei diritti. L'uguaglianza degli esseri umani indipendentemente dalle differenze di fede, di credo politico, di orientamento sessuale. Ci andrei perché ho il fondato timore che la nuova casa comune dei democratici, il Pd, nasca mettendo tra parentesi questo principio pur di non scontentare la sua componente clericale (non cattolica: clericale. I cattolici sono tutt'altra cosa). Ci andrei perché gli elettori potenziali del Pd hanno il dovere di far sapere ai Padri Costituenti del partito, chiunque essi siano, che non sono disposti a votare per una classe dirigente che tentenni o peggio litighi già di fronte al primo mattone. Che è quello della laicità dello Stato. Una piazza San Giovanni popolata solamente da persone omosessuali e transessuali, oggi, sarebbe il segno di una sconfitta. Le varie campagne clericali in atto tendono a far passare l'intera questione delle convivenze, della riforma della legislazione familiare, dei Dico, come una questione di nicchia. Problemi di una minoranza culturalmente difforme e sessualmente non ortodossa, che non riguardano il placido corso della vita civile di maggioranza, quella della "famiglia tradizionale". Ma è vero il contrario. L'intero assetto (culturale, civile, politico, legislativo) dei diritti individuali e dei diritti di relazione riguarda il complesso della nostra comunità nazionale. La sola pretesa di elevare a Modello una sola etica, una sola mentalità, una sola maniera di stringere vincoli tra persone e davanti alla comunità, basta e avanza a farci capire che in discussione non sono i costumi o il destino di una minoranza. Ma i costumi e il destino di tutti. Ci andrei perché dover sopportare gli eccessi identitari, il surplus folkloristico e le volgarità imbarazzanti di alcuni dei manifestanti è un ben piccolo prezzo di fronte a quello che le stesse persone hanno dovuto pagare alla discriminazione e al silenzio. E i peccati di orgoglio sono comunque meno dannosi e dolorosi delle umiliazioni e dell'autonegazione. E se la piazza dovesse essere dominata soprattutto da questi siparietti, per la gioia di cameraman e cronisti, la colpa sarebbe soprattutto degli assenti, che non hanno capito che piazza San Giovanni, oggi, è di tutti i cittadini. Se ci sono pregiudizi da mettere da parte, e diffidenze "estetiche" da sopire, oggi è il giorno giusto. Ci andrei, infine, perché in quella piazza romana, oggi, nessuno chiederà di negare diritti altrui in favore dei propri. Nessuno vorrà promuovere un Modello penalizzando gli altri. Non sarà una piazza che lavora per sottrazione, come quella rispettabile ma sotto sotto minacciosa del Family Day. Sarà una piazza che vuole aggiungere qualcosa senza togliere nulla. Nessuna "famiglia tradizionale" si è mai sentita censurata o impedita o sminuita dalle scelte differenti di altre persone. Nessun eterosessuale ha potuto misurare, nel suo intimo, la violenza di sentirsi definire "contro natura". Chi si sente minacciato dall'omosessualità non ha ben chiaro il concetto di libertà. Che è perfino qualcosa di più del concetto di laicità.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/06/07 alle 11:02 via WEB
GAY PRIDE: SCRITTE FASCISTE A VILLAGGIO ITALIA A Villaggio Italia, il parco sulla Tiburtina che ospitera' stasera la festa di chiusura del Gay Pride Roma 2007, sono apparse nella notte lungo via di Tor Cervara, e anche sulle strutture all'interno dell'area privata, simboli e scritte nazifasciste: "La Roma fascista non vi vuole', 'Gay Raus', contornate da svastiche e croci celtiche". Ne da' notizia il circolo Mario Mieli. 'Il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e la manifestazione di oggi - afferma Rossana Praitano, presidente dell'associazione e portavoce del Pride - sono da giorni sotto attacco da parte di Forza Nuova e gruppuscoli di anonimi fascisti. Oltre a condannare il gesto e l'attacco da parte di questi gruppi antidemocratici, che evidentemente si sentono leggittimati anche da incaute dichiarazioni di esponenti politici, rivolgiamo per l'ennesima volta un pressante appello al ministro Amato e al prefetto di Roma Achille Serra perche' si attivino affinche' sia garantita l'incolumita' e la sicurezza dei partecipanti alla manifestazione di oggi e che la squadra decoro del Comune di Roma si attivi immediatamente per cancellare l'ennesimo schiaffo alla dignita' della comunita' omosessuale e transessuale'.
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 16/06/07 alle 17:50 via WEB
Da secoli viviamo sotto l’ossessiva dittatura della cultura eterosessuale che ormai non funziona più, monolitica com’è, perché provoca mille ritardi rispetto ai diritti civili. In più qui in Italia purtroppo per voi vivete sotto il Vaticano che aggiunge un enorme peso di ipocrisia, di apparenze rancide, anacronistiche, lontane dalla verità complessa della società contemporanea. Per fortuna nel resto del mondo non abbiamo il vostro problema morale e religioso». Tornando al Gay Pride di questo pomeriggio a Roma e alle sfilate secondo alcuni così troppo carnevalesche? «I lustrini, il carnevale? Ma qui parliamo solo della superficie, di un modo di comunicare che dovrebbe essere metabolizzato senza ridicoli moralismi. Siamo solo a una illustrazione colorata. Sul fondo c’è il nodo delle libertà individuali. Di quelle dobbiamo discutere seriamente. Al più presto. Anzi, subito». In che modo? «Io dico che la società dovrebbe scusarsi con chi raggiunge la propria serenità nel travestimento e viene ancora segnato a dito. E magari non fargli pagare le tasse come risarcimento dovuto alla perdita della dignità e del diritto ad essere se stessi. Perché poco importa la ragione per cui sceglie di travestirsi. Un impulso biologico. Una necessità psicologica. Un modo per ritrovarsi. Poco ci importa. L’importante è che si abbia il pieno diritto al rispetto altrui».
(Rispondi)
 
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