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« Vila MatasDomenica »

RU486

Post n°1589 pubblicato il 24 Ottobre 2009 da ossimora
 

«L'obiezione di coscienza è anche un diritto che deve essere riconosciuto ai farmacisti permettendo loro di non collaborare direttamente o indirettamente alla fornitura di prodotti che hanno per scopo scelte chiaramente immorali come l'aborto e l'eutanasia».

Ne è convinto il segretario generale della Cei, Mons. Mariano Crociata, intervenuto al convegno nazionale dell'Unione cattolica farmacisti italiana dal titolo «L'obiezione di coscienza del farmacista tra diritto e dovere».

Mons. Mariano  Crociata

ho riletto un paio di volte l’occhiello dell’articolo ,pensavo fosse una battuta ironica ,

invece si chiama proprio così …Crociata ;

è un periodo che la satira si mescola sempre più spesso alla cronaca acclarandone involontariamente  i paradossi  e le obsolescenze.

Vergognosa ed allibente in questo caso, l'ennesima violenza sul corpo delle donne.  Si patteggia pure .

 
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Commenti al Post:
fortebracciodamonton
fortebracciodamonton il 24/10/09 alle 11:16 via WEB
E cara ci costa questa ingerenza nella vita civile!! Però tutti zitti non si può rinunciare a qualche milione di voti pilotati....
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 24/10/09 alle 11:23 via WEB
Letta e compari non stanno affatto zitti ...anzi...segui il link!
(Rispondi)
 
 
 
ossimora
ossimora il 24/10/09 alle 11:53 via WEB
il ritornello del diritto all'obiezione di coscienza da parte dei farmacisti per la vendita di un contraccettivo, quale la pillola del giorno dopo, sta diventando una grottesca rappresentazione di una crociata senza senso. Per tutelare il diritto alla vita e per evitare l'aborto, monsignor Mariano Crociata farebbe meglio a promuovere l'astinenza dal sesso o i diversi metodi contraccettivi: naturali, meccanici, chimici o chirurgici. Ma evidentemente si preferisce la strada piu' subdola del creare confusione, avvicinando la pillola contraccettiva a quella abortiva, e facendo credere che in farmacia si vendano pillole abortive. Che e' quello che ha fatto il nostro monsignore intervenendo stamane al Convegno Nazionale dell'Unione Farmacisti Cattolici Italiani. L'unico modo perche' un farmacista possa decidere cosa vendere, e' trasformare le farmacie in esercizi commerciali privati che rispettino vincoli di sicurezza per i farmaci; e dove i cittadini vadano sapendo che ad una farmacia cattolica non gli venderanno un preservativo cosi' come ad un ristorante vegetariano non gli cucineranno un pollo arrosto. Se monsignor Crociata sta parlando di questo, cioe' di una completa liberalizzazione del mercato delle farmacie, senza pianta organica, diritti ereditari, monopolio nella vendita, lo dica... ma temiamo che voglia invece mantenere i privilegi delle farmacie e del servizio pubblico, aggiungendoci anche qualcosa: un servizio pubblico, dove a decidere cos'e' di interesse pubblico non sia lo Stato e la propria farmacopea, ma la Conferenza Episcopale Italiana. La botte piena e la moglie ubriaca -recita un vecchio detto- e' difficile averla, anche per chi crede ai miracoli * senatrice Radicali - Pd, segretaria commissione Igiene e Sanita'
(Rispondi)
 
annisexanta
annisexanta il 24/10/09 alle 12:38 via WEB
la crociata clericale sta rovinando piano piano questo Paese e i nostri (pochissimo cristiani) politici assecondandola fanno il resto...Chissà quanti farmacisti obbiettori saranno coerenti anche su altre tematiche di tipo etico, che ne sò, tipo pagare le tasse fino all'ultimo euro, oppure liberalizzando il settore (senza resistenze di lobby) e i prezzi dei farmaci che sono sempre troppo cari...Un'etica su misura che non costa nulla è facile per tutti da mettere in pratica.
(Rispondi)
 
donnesudestbarese
donnesudestbarese il 24/10/09 alle 13:07 via WEB
L'incontro di Letta con Ratzinger, senza la mediazione di Bertone e Bagnasco, indica chiaramente quanto poco rilevante sia il peso della Conferenza Episcopale Italiana. L'intervento di Crociata appare perciò come il tentativo di rivendicare un ruolo concreto e non di facciata della gerarchia ecclesiale italiana nel rapporto con il governo italiano. E' il frutto del ventennio ruiniano centrato sulla partecipazione politica diretta da parte della gerarchia italiana orfana di referenti politici dopo le decimazioni di tangentopoli. Per quanto possa dar fastidio l'ingerenza dei chierici e dei clericali nelle vicende politiche del nostro Paese è estremamente deleterio che questi non siano neppure espressione di una Chiesa nazionale e di base, ma addirittura diplomatici e affaristi extra-territoriali. E' come quando ci "arrabbiamo" per l'ingerenza degli Usa e della Cia, della Russia e dell'ex-Kgb, di Israele e del Mossad, etc. etc., negli affari interni di una nazione.
D'altro lato c'è da dire che, per il sempre più crescente discredito dell'Italia in ambito internazionale, se sul nostro territorio non ci fosse il Vaticano ormai saremmo un Paese totalmente ignorato ed escluso dai diversi "club dei grandi del mondo"!
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 24/10/09 alle 15:37 via WEB
Fatico un pò a comprendere gli equilibri o squilibri all'interno del clero.In questo caso mi preme sottolineare sopratutto la disonestà del chiamare in causa i farmacisti sulla RU486,spcciandola per anticoncezionale quando si sa bene che la stessa per essere somministrata abbisogna della trafila della 194 e dell'assitenza ospedaliera.E' intollerabile che passino messaggi totalmente falsi e che le donne debbano continuare a subire l'aborto chirurgico.
(Rispondi)
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 24/10/09 alle 16:32 via WEB
io sono sempre favorevole a qualunque obiezione di coscienza. sta nel diritto delle libertà individuali. e non credo che nessuno abbia il diritto di approvarne alcune e di contestarne altre.
allo stato sta il dovere di garantire (attraverso il ricorso alle percentuali, come era all'inizio per l'applicazione della 194) la reale applicazione del diritto dell'utente. una percentuale di obiettori a fronte di una percentuale di non obiettori, cioè, a fronte della distribuzione delle farmacie, ASl per ASL.
(ma perché? cosa temi? di non trovare farmacie che vendano la pillola del giorno dopo? a me pare un falso problema, data la percentuale dei cattolici praticanti italiani)
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 24/10/09 alle 16:46 via WEB
Ciao ,io invece vado cauta sul discorso dell'obiezione di coscienza in generale sopratutto perchè sono solo certe categorie che ne possono fruire mentre la maggioranza la subisce e basta.Hai detto ben ,all'inizio ...in realtà ci sono interi reparti ospedalieri nei quali non si riesce a trovare ostetriche ,infemiere e ginecologi che attuano la 194 e ,ammesso che il motivo dell'obiezione sia davvero di "coscienza",bisognerebbe fare delle assunzioni differenziate in modo tale che ci sia sempre la possibilità di avere assolto il proprio diritto sancito dalla legge.Riguardo alla RU486,il discorso è un altro,Crociata ha chiesto l'obiezione per i farmacisti dando prprio un'informazione falsata dato che la RU non si prende in farmacia ma segue l'iter della 194.Quanto alla pillola del giorno dopo non credere che sia sempre ed in tutti i casi ,facile ottenerla ;i tempi sono stretti per quella e se una ragazza giovane ,in un raggio di due o tre farmacie o di una di turno non la trova entro 24/48 ore???
(Rispondi)
 
raba_rama
raba_rama il 24/10/09 alle 23:49 via WEB
Io non credo che gli italiani e le italiane, possano essere in qualche modo "controllati" da quello che dice la chiesa! Se si pensa alle caz2ate che provengono dal santo pulpito...come per esempio non usare i preservativi...mi dici chi non li usa? Oppure non all' aborto...(io sono contro) pero' chi e' che non lo fa se decide di farlo? Perche' lo dice il papa? Adesso con la ru486...se un farmacista non te la da...beh vai alla proxima! Sono questioni di coscienza...e la chiesa fa il suo dovere...ma in fondo chisenefrega! Felice serata...Paola.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 25/10/09 alle 09:01 via WEB
Sigh.GRAZIE
(Rispondi)
 
card.napellus
card.napellus il 31/10/09 alle 10:39 via WEB
Anche io farò obiezione di coscienza, perché quello che vendo può essere usato per uccidere. Come quasi tutti gli oggetti metallici che pesano dieci chili e hanno la vaga forma di una clava.
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