Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

vignetta del giorno

 

Area personale

 

 

 Un asterisco: tempo perso

  

**  2 asterischi  : Ok Chewing gum

*** asterischi : si comincia a ragionare 

****  4 astrischi : Da non perdere 

*****  5 asterischi : SUPER!!!

 

blog in inglese

immagine

IL MIO BLOG

IN INGLESE

(più o meno...)

 

Tag

 

Ultime visite al Blog

QuartoProvvisoriojigendaisukeje_est_un_autreossimoraexiettoalf.cosmoscassetta2anakyn1woodenshipOneloneswordsmanbubriskamerizeta21atapoormalibera
 

Ultimi commenti

Preferisco la Parigi del commissario Maigret.
Inviato da: jigendaisuke
il 17/04/2024 alle 19:00
 
Diciamo che ne avevo sentito certamente parlare ma dopo la...
Inviato da: ossimora
il 16/04/2024 alle 12:58
 
Ma dai! Non conoscevi i fatti di Acca Larentia?? Li conosco...
Inviato da: jigendaisuke
il 15/04/2024 alle 19:36
 
Direi proprio di si
Inviato da: ossimora
il 15/04/2024 alle 11:12
 
ecco, appunto, hai ragione.
Inviato da: exietto
il 13/04/2024 alle 21:48
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 319
 

 

 
 
     Blog counter

    Registra il tuo sito nei motori di ricerca

     Blog Directory

Migliori Siti

 

 

 

     Libertarian Political Blogs Blogs - BlogCatalog Blog Directory

 

 

 
« nessuno mi può giudicareeversione suina »

Anniversari

Post n°1639 pubblicato il 13 Gennaio 2010 da ossimora
 

A Cinquanta anni dalla morte

 Donne di ieri donne di oggi - Dal diario     di Sibilla Aleramo tutti gli articoli dell'autore

 

Giovani amiche, intellettuali, oppur casalinghe, o anche operaie (e perfino contadine come la brava emiliana N.N. che si fermò mesi fa a Roma per conoscermi di persona, qualche ora, reduce da Napoli con una medaglia vinta ad un concorso ove aveva recitato una mia poesia) molte giovani amiche, dicevo, mi chiedono spesso: «Tu, che ci hai tanto preceduto, tu che nel tuo romanzo Una donna, son cinquant’anni, vero? hai alzato il primo grido per la nostra indipendenza e per la nostra dignità, in pagine che ci sembrano scritte oggi, tu, che ne pensi di noi? E io... nessun compenso nella mia lunga vita m’è giunto mai più alto e commovente. Donne di oggi. Diverse da quelle della mia giovinezza? Certo sì, dalle intellettuali e dalle borghesi d’allora, italiane che mi furono in gran parte ostili o finsero d’ignorarmi e n’ebbi profonda malinconia. Le altre, le massaie, le operaie, le agricole non immaginavano neppure di poter organizzarsi, di poter difendersi. Esisteva qualche grande semplare maggiore a me anche d’età, che mi sostenne e che non ho mai dimenticato, Alessandrina Ravizza sopra ogni altra che fu la fondatrice dell’Università Popolare amata come una mamma, e il suo ritratto è qua sul mio tavolo; Anna Kuliscioff, Linga Malnasi, fra le artiste la D. e, la Serao, la Deledda. Ma ecco, la differenza d’oggi è soprattutto questa, che le donne che lavorano non si sentono più sole, sanno di esser tante e d’essere una forza. E non soltanto le cosiddette lavoratrici del braccio, ma anche quelle del mondo culturale, anche se non tutte lo dichiarano. Deputate, giornaliste, medichesse, avvocatesse, pittrici, maestre elementari, libere docenti di tendenze sociali diverse, persone fra loro avversarie, eppure, eppure hanno quasi tutte, ben nitido o nel subcosciente, il senso di appartenere ad una esercito nuovissimo, insignite di una nobiltà che le antenate mai supposero.

Una nobiltà collettiva, ecco, e che nello stesso tempo distingue quell’esercito da quello maschile, inconfondibilmente. Queste donne manifestano il loro valore, la loro spiritualità in quanto donne, in modo che non era mai stato possibile sinché la specie femminea veniva considerata solo per i suoi attributi - e i suoi meriti - di moglie di madre, in nulla partecipe, in nulla responsabile, di quel che il mondo virile creava. Le donne, oggi concorrono nella creazione del mondo nuovo, della nuova società: e vi concorrono con le loro qualità intrinseche, mai manifestate se non nel leggendario matriarcato, chi sa?

Quando io, alcuni anni dopo la pubblicazione di Una donna, scrissi e pubblicai in un giornale letterario alcune pagine intitolate Apologia dello spirito femminile (poi raccolte nel volume Andando e stando e più di recente in Gioie d’occasione) pochi in Italia le rilevarono: vi su solo un critico americano, a me ignoto, ad affermarne l’originalità e l’importanza. In verità - e le mie giovani amiche d’oggi sono certa non mi accuseranno di vanità per questo richiamo - originali e importanti erano, quelle paginette, e il critico d’oltre Oceano diceva nientemeno che le sorelle di tutto il mondo dovevano essermene grate. Perché io affermavo nientemeno che la donna non s’era ancor mai rivelata nella sua vera intima essenza, diversa fondamentalmente da quella maschile (parlavo delle scrittrici ma il discorso poteva avere una estensione più vasta).
Ebbene, la sorte m’ha dato di vivere tanto da vedere profilarsi l’avvento di quella mia remota trepida intuizione.

Due tremende guerre si sono succedute da allora. Una nuova formidabile forma di vita sociale s’è instaurata nella metà quasi del nostro globo, ed anche dove ancora non s’è attuata i sistemi d’esistenza stanno ovunque mutando, e ovunque, ovunque, la donna più ancor dell’uomo sta modificandosi nella sua più profonda essenza, non è forse vero, giovani amiche mie, giovani compagne?

Nella sua più profonda, più segreta essenza la donna va rivelandosi a se stessa, ora che il campo della sua attività ogni di meravigliosamente s’estende. Quanto più ella si sente partecipe e necessaria nel grande lavoro di costruzione della nuova umanità, tanto più il suo spirito coglie le differenze con lo spirito maschile, le avverte d’uguale valore, ma direbbe, più fresche, più pure, sì, e ne prova un tacito stupore, che da al suo sorriso una grazia quasi infantile.
Un sorriso che credo sia avvertito dagli uomini e li sproni ad essere degni per la maggior gloria del tempo che sopraggiunge.

Da l’Unità - 29 luglio 1959

*********************************************************************

Rivisitazioni blogghistiche

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/ossimora/trackback.php?msg=8272932

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
jigendaisuke
jigendaisuke il 14/01/10 alle 00:20 via WEB
molto interessante..... nuova società??? migliore???? bah vabbè questo è solo il mio solito pessimismo intergalattico! si nota che il linguaggio adottato è piuttosto... non so.. come dire.. antico!
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 14/01/10 alle 11:11 via WEB
beh ,Sibilla Aleramo è morta da cinquanta anni ovviamente il suo argomentare è consono alla sua vita /epoca certamente anche più incline all'ottimisno dopo la devastazione delle guerre.
(Rispondi)
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 14/01/10 alle 18:17 via WEB
"Una donna" ha avuto una notevole importanza nella mia formazione culturale e civile, nella formazione di una ragazzina che avvertiva istintivamente alcune idiosincrazie nel mondo circostante e non riusciva a farle emergere alla luce della consapevolezza. Ciao.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 15/01/10 alle 19:48 via WEB
Vero,"una donna" lo si può proprio onsiderare ,romanzo di formazione,invece alcuni brevi racconti e le poesie (alcune molto belle ) sono state per me una scoperta tardiva fors e anche perchè per lungo tempo e stato difficile anche trovare riedizioni di "una donna"...figurarsi il resto!
(Rispondi)
 
rypdal
rypdal il 14/01/10 alle 23:27 via WEB
Ti ho "rubato" i link sopra. Ciao
(Rispondi)
 
 
Red_Lady
Red_Lady il 15/01/10 alle 09:25 via WEB
Anch'io! ciao Anto...-)
(Rispondi)
 
 
 
ossimora
ossimora il 15/01/10 alle 19:46 via WEB
..ben fatto...ciao
(Rispondi)
 
Hyde1951
Hyde1951 il 15/01/10 alle 10:56 via WEB
Ricordo il grande amore fra lei e Dino Campana
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 15/01/10 alle 19:51 via WEB
Sibilla Aleramo è stata donna di grandi passioni,amicizie e e relazioni più o meno travagliate come quella con Campana all'epoca sull'orlo della pazzia che è la più nota anche grazie al film che ne è stato fatto.Ha amato molto/i/e
(Rispondi)
 
angiolhgt
angiolhgt il 16/01/10 alle 01:35 via WEB
a 10 anni dalla sua morte...tutti in tunisia?
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 16/01/10 alle 11:31 via WEB
50 ...nel caso di Sibilla...e sensa esilio
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renato il 09/02/10 alle 04:05 via WEB
Sibilla Aleramo: Ho letto, qualche anno fa, la sua biografia. Poetessa di indicibile levatura. Quello che più mi ha colpito è il fatto che ha vissuto in miseria ed è morta povera. Grazie, Renato.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963