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« resistirèStaino »

facile no?

Post n°1258 pubblicato il 01 Luglio 2008 da ossimora
 

 

Mi ero meravigliata abbastanza positivamente del fatto che la neo ministra dell’Istruzione (pubblica è sparito di nuovo,proprio non va...) dopo tre mesi non avesse “esternato” su nessuna questione inerente la scuola ; memore forse delle giaculatorie più o meno interessanti /utili della logorroica Moratti ed in parte anche  di Fioroni ,la Gelmini sembrava  procedere coi piedi di piombo almeno a livello di proclami .

Se  ce la facciamo a considerare bazzecole i tagli da cavallo agli organici con la relativa condanna alla precarietà sine die di tanti insegnanti e la passiva accettazione delle impronte del Mar(ci)oni  infatti la si era sentita solamente chiedere scusa  per i numerosi errori nelle prove di maturità ,cercando i responsabili e in qualche caso ,licenziandoli.

Oggi  la prima sortita pubblica  con rilievo mediatico :

torneranno i grembiulini obbligatori”!

URCA! Questa si che è una rivoluzione copernicana!

Non sarebbe male ricordarle che in molte scuole ,grazie all’autonomia (decisioni  dei consigli di classe e dai collegi docenti).già c’è la scelta(meglio di obbligo) dell’uso  eventuale  del grembiule che sia bianco ,rosa ,blu o come meglio si ritiene opportuno e se non è il grembiule è un panuccione in plastica da utilizzare magari nei lavori più “sporchevoli”,o un vecchio grembiule un po’ grande che lasci i movimenti liberi.

La cosa che più mi lascia senza parole è la motivazione che ho già sentito centinaia di volte dentro la scuola e che sempre mi ha fatto sorridere per la sua malafede o palese  stupidaggine :il grembiule come grande conquista di democratica partenza ,tutti sullo stesso piano,indistinguibili.

Evviva ,tutti uguali ,basta con le griffe !

Ahmed ,Sofia, Jasmina ,Sara e Ling assieme verso le pari opportunità!!!

Anche fior di” pensatrici “come Anna Oliviero Ferraris santificano l’esternazione ,che meraviglia la democrazia !

Ottimo, adesso resta da far acquistare a tutti zainetti Invicta ,Winx ,Bratz ,Gormiti a cento euro ,poi gli astucci supergriffati e pieni di penne e matite  lurexate ,le scarpe Nike ed Adidas ;gli inviti ai compleanni stampati apposta per pomeriggi in giardino o in piscina col clown ed i regali a profusione. Far iscrivere tutti ai corsi di danza,nuoto,judo…etc etc … concedere urbi et orbi  una bella vacanza alle Maldive o in Sardegna, così quando racconteranno le loro esperienze in classe si sentiranno tutti uguali,proprio tutti anche chi vive in sette persone con un reddito di 900 euro in un monolocale,il grembiule sarà uguale !

Riempirsi la bocca di  luoghi comuni da bar  e di populismo da due soldi costa poco e visto l’andazzo  sembra anche  rendere bene .

 
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ossimora
ossimora il 10/07/08 alle 19:16 via WEB
Fulvio Abbate È di qualche giorno fa la proposta parlamentare di reintrodurre l’obbligo del grembiule nelle scuole. Materne, elementari, medie, e forse perfino nei licei. Ovviamente si tratta di un’idea straordinaria scintillata nell’ambito del centro-destra. Silvio Berlusconi non si è ancora espresso sull’argomento, ma, conoscendo l’estro dell’uomo, non dubitiamo che possa essere favorevole alla cosa, se non altro dal punto di vista coreografico, anzi, come quando, nel pieno della costruzione di una spettacolo, c’è da affrontare la scelta dei costumi: più evidenti sono, e meglio è. Per il bene appunto dello spettacolo. In ogni caso, il ministro della pubblica istruzione, la signora Mariastella Gelmini, ha dato un parere altrettanto convinto, adesione immediata: intervistata da Sky News 24 assentiva sorridente, rimembrando con un certo compiacimento i suoi anni scolastici, quando anche lei lo indossava. In realtà, il ministro, più che di grembiule ha parlato di “divisa”, che ovviamente è ben altro, molto di più, e lo stesso hanno fatto, accrescendo la propria convinzione d’ordine e d’autorità, se non di restaurazione, alcuni altri signori che fanno riferimento all’ala destra, nel senso di An, del governo. Personalmente, nei giorni scorsi anch’io mi sono trovato a riflettere pubblicamente su questo imperdibile tema, ed è accaduto proprio a Sky News 24, nella stessa trasmissione dove la signora Gelmini manifestava la propria soddisfazione al pensiero di un nuovo corso scolastico che prenda le prime mosse proprio dal grembiule, di più, dalla divisa. Se ne parlo a mente fredda dipende da una certa rabbia che, a cose fatte ho provato in primo luogo verso me stesso, nel senso che, pensando a un irrilevante dettaglio tecnico, ho dichiarato generosamente di “non essere pregiudizialmente contrario”. Nel mio candore, mettendo da parte ogni sentimento giacobino, pensavo infatti che all’opportunità del grembiule in senso assai “tecnico”, come “strumento di lavoro”, in grado di far “risparmiare l’usura degli abiti” e soprattutto il “consumo dell’acqua” per le mille lavatrici cui sono inchiodate le persone che hanno figli e devono quindi occuparsi delle faccende di casa. In breve, pensavo a uno sconto di pena familiare, nulla di più. Se tu però, come hanno fatto le signore e i signori del governo, mi parli di “divisa”, e lo fai addirittura con un certo orgoglio che mostra un’indole gagliarda, accennando un istante dopo allo “spirito d’appartenenza d’istituto”, dunque immaginando una soluzione obbligatoria che valga anche per gli istituti superiori, a quel punto non mi inquieto, non sto più, anzi, vengo colto dal dubbio che si possa, uniformologicamente parlando, accennare a una nota di nostalgia per il fascismo che nel suo bisogno di militarizzazione prescriveva che i cittadini, fin dalla più tenera età, dovessero portare addosso un’uniforme, nell’ordine: da figli della lupa a balilla, da balilla moschettiere ad avanguardista, così come piccole italiane e giovani italiane... Insomma, comincio seriamente a pensare che questi signori e queste signore che hanno in Silvio Berlusconi il loro saldo punto di riferimento politico e culturale stiano facendo sul serio, stiano davvero immaginando, dettaglio dopo dettaglio, calzino dopo calzino, tacco basso dopo tacco basso, tribunale dopo tribunale, decreto legge, per poi ritornare alla divisa, che dettaglio non è affatto, immaginando di mettere in atto un processo di restaurazione in senso autoritario, perché così va fatto, perché così è giusto. Perchè, come direbbe l’uomo d’ordine che va sempre più per la maggiore, è davvero il caso di farla finita con le licenze che hanno avuto inizio insieme alla spallata del Sessantotto, la nuova linea parla chiaro: ordine disciplina e gerarchia. Non sarà proprio fascismo, ma il linguaggio, il succo è lo stesso. E c’è poco da riderci sopra.
 
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