Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

vignetta del giorno

 

Area personale

 

 

 Un asterisco: tempo perso

  

**  2 asterischi  : Ok Chewing gum

*** asterischi : si comincia a ragionare 

****  4 astrischi : Da non perdere 

*****  5 asterischi : SUPER!!!

 

blog in inglese

immagine

IL MIO BLOG

IN INGLESE

(più o meno...)

 

Tag

 

Ultime visite al Blog

ormaliberajigendaisukeossimoraQuartoProvvisorioje_est_un_autreexiettoalf.cosmoscassetta2anakyn1woodenshipOneloneswordsmanbubriskamerizeta21atapo
 

Ultimi commenti

Sento odor di fiction
Inviato da: jigendaisuke
il 22/04/2024 alle 18:35
 
Preferisco la Parigi del commissario Maigret.
Inviato da: jigendaisuke
il 17/04/2024 alle 19:00
 
Diciamo che ne avevo sentito certamente parlare ma dopo la...
Inviato da: ossimora
il 16/04/2024 alle 12:58
 
Ma dai! Non conoscevi i fatti di Acca Larentia?? Li conosco...
Inviato da: jigendaisuke
il 15/04/2024 alle 19:36
 
Direi proprio di si
Inviato da: ossimora
il 15/04/2024 alle 11:12
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 319
 

 

 
 
     Blog counter

    Registra il tuo sito nei motori di ricerca

     Blog Directory

Migliori Siti

 

 

 

     Libertarian Political Blogs Blogs - BlogCatalog Blog Directory

 

 

 
« smc ed imugià »

marco d'eramo

Post n°1856 pubblicato il 17 Dicembre 2011 da ossimora
 


Non se ne può più del della sufficienza con cui i commentatori di tutte le sponde declinano i termini «populismo» e «populista».


Cominciamo col dire che nessuno definisce se stesso populista: è un epiteto che ti affibbiano i tuoi nemici politici

(un po' come nessuno si autodefinisce terrorista, ma è chiamato così solo dagli avversari o quando è stato sconfitto: algerini, vietnamiti e fondatori dello stato d'Israele non furono ricordati come terroristi perché le loro guerre le vinsero).

In secondo luogo, populista ha non solo lo stesso significato, ma anche lo stesso etimo di demagogico, termine che non a caso fu coniato nell'antichità dalle fazioni aristocratiche e senatoriali in spregio alla plebe.


In effetti i nostri opinionisti ostentano nel pronunciare la vituperata parola un ludibrio venato di degnazione, neanche fossero tutti elencati nell'almanacco di Gotha, marchesi di Carabas timorosi d'infettarsi a contatto con il volgo (da cui la parola volgare).

Però farebbero bene costoro a rileggersi quello straordinario libretto che il grande storico Jules Michelet scrisse due anni prima del maremoto rivoluzionario che avrebbe scosso l'Europa nel 1848, e che appunto s'intitolava Le peuple di cui intonava un romantico peana.

Ma nel 2011 un Michelet subirebbe ostracismo immediato. Oggi essere bollati come populisti significa dannarsi all'inferno politico. 
Il problema è che i cantori del capitale (come un tempo i giullari dell'aristocrazia) tendono a tacciare di populista qualunque aspirazione popolare. Vuoi la sanità per tutti? Sei proprio un populista (soprattutto negli Stati uniti).

Vuoi la tua pensione indicizzata sull'inflazione? Ma che razza di populista! Vuoi poter mandare i tuoi figli all'università senza svenarti? Lo sapevo che sotto sotto eri un populista!
Quando ti appiccicano quest'etichetta addosso non riesci più a staccartela, hai voglia a dire che tu stai esprimendo solo sacrosante aspirazioni popolari. E il marchio è tanto più efficace e indelebile che ci sono davvero dei populisti demagogici e strumentali, per cui tu non vieni semplicemente distorto, vieni appiattito su qualcosa che esiste davvero. È vero che la Lega è cinica e demagogica, ma non ha torto quando dice che il nuovo trattato europeo è scritto in tedesco. 
Il problema è sempre lo stesso. Non è perché Hitler mangiava che io devo morire d'inedia.
Più in generale, è una lunga storia quella dei populismi del XX secolo che - non a caso - sono fioriti quando le aspirazioni popolari sono state disattese, anzi represse. Non per errore i nazismi e i fascismi nascevano da socialismi deviati, dirottati su linguaggi nazionalisti.
Ma non sempre ha prevalso il «vade retro vulgus!».

Vi è stata un'epoca in cui il populismo era di sinistra, anche negli Stati uniti, prima che Ronald Reagan inaugurasse la grande stagione delpopulismo di destra.
Ecco cosa scriveva due mesi fa non un pericoloso estremista, ma l'ex ministro del lavoro di un presidente moderato come Bill Clinton, Robert Reich, in un articolo tradotto sul manifesto: «Nei primi decenni del XX secolo i democratici non ebbero difficoltà ad abbracciare ilpopulismo economico.

Accusavano le grandi concentrazioni industriali di soffocare l'economia e avvelenare la democrazia.

Nella campagna del 1912 Woodrow Wilson promise di guidare 'una crociata contro i poteri che ci hanno governato ... hanno limitato il nostro sviluppo... hanno determinato le nostre vite ... ci hanno infilato una camicia di forza a loro piacimento'.

La lotta per spaccare i trusts sarebbe stata, nelle parole di Wilson, niente meno che 'una seconda lotta di liberazione'. Wilson fu all'altezza delle sue parole: firmò il Clayton Antitrust Act (che non solo rafforzò le leggi antitrust ma esentò i sindacati dalla loro applicazione), varò la Federal Trade Commission per sradicare "pratiche e azioni scorrette nel commercio" e creò la prima tassa nazionale sui redditi. Anni dopo Franklin D.

Roosevelt attaccò il potere finanziario e delle corporations dando ai lavoratori il diritto di sindacalizzarsi, la settimana di 40 ore, il sussidio di disoccupazione e la Social Security (la mutua). Non solo, ma istituì un'alta aliquota di tassazione sui ricchi Non stupisce che Wall street e la grande impresa lo attaccassero.

Nella campagna del 1936 Roosevelt mise in guardia contro i 'monarchici dell'economia' che avevano ridotto l'intera società al proprio servizio: "Le ore che uomini e donne lavoravano, i salari che ricevevano, le condizioni del loro lavoro ... tutto era sfuggito al controllo del popolo ed era imposto da questa nuova dittatura industriale". In gioco, tuonava Roosevelt, era niente meno che "la sopravvivenza della democrazia". Disse al popolo americano che la finanza e la grande industria erano determinati a scalzarlo: "Mai prima d'ora in tutta la nostra storia, queste forze sono state così unite contro un candidato come oggi. Sono unanimi e concordi nell'odiarmi e io accolgo volentieri il loro odio"».
A ragione questo linguaggio sarebbe oggi definito «populista».

Ma quanto ci piacerebbe sentirlo di nuovo da un leader della (cosiddetta) sinistra! 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenta il Post:
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963