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« Messaggio #326Messaggio #328 »

ingborg

Post n°327 pubblicato il 31 Gennaio 2006 da ossimora
 

DONNE

 

Ingeborg Bachmann

 

Non è morire, è insorgere
la parola
.

Senza comprensione
per lo sfruttamento
porre fine a questo sfruttamento.

 Venga la rivoluzione.

Venga, che venga dunque.
Io dubito. Ma venga
la rivoluzione.

 Anche del mio cuore.

Nata a Klagenfurt in Carinzia, Ingeborg Bachmann, vi rimane fino al 1945, anno in cui inizia gli studi (dapprima filosofia e giurisprudenza, successivamente filosofia e psicologia) ad Innsbruck, che prosegue a Graz e successivamente a Vienna.
Nel 1949 la rivista viennese Lynkeus pubblica alcune sue poesie.
Nel 1950 si laurea con una tesi intitolata Die kritische Aufnahme der Existentialphilosophie Martin Heideggers. Tra il 1950 e il 1951 soggiorna a Parigi e Londra. Al ritorno è invitata da Hans Werner Richter, insieme a Paul Celan ed Ilse Aichinger, al 10° Congresso del Gruppo 47, che nel 1953 le assegnerà un premio per la raccolta di poesie Die gestundete Zeit.
A partire da quest'anno vive per lo più in Italia, a Roma e Napoli. Nel 1956 pubblica il secondo volume di liriche, Anrufung des Großen Bären, per cui ottiene il premio letterario della città di Brema. Due anni più tardi viene trasmesso per la prima volta il radiodramma Der gute Gott von Manhattan, che le frutterà l'«Hörspielpreis der Kriegsblinden».
Il discorso di ringraziamento pronunciato in quella circostanza (Die Wahreit ist dem Menschen zumutbar) è un'importante testimonianza della consapevolezza critica che la Bachmann ha del ruolo dello scrittore e dell'artista nella società contemporanea, nonché un'analisi del linguaggio che si muove nella medesima direzione dei precedenti studi su Musil e Wittgenstein.
Nella stessa prospettiva devono inquadrarsi anche le lezioni che la Bachmann tiene a Francoforte, dove occupa la cattedra di Poetica, nel semestre invernale 1959/60. Nel 1961 pubblica la raccolta di racconti Das dreißigste Jahr, che ottiene numerosi premi e riconoscimenti.
Dell'opera in prosa della Bachmann fanno parte anche un secondo volume di racconti (Simultan, 1972) e il romanzo Malina (1971), primo di un ciclo che avrebbe dovuto intitolarsi Todesarten.
Questo progetto, di cui ci rimangono altri due frammenti (Der Fall Franza e Requiem für Fanny Goldmann) rimane incompiuto per la tragica morte della scrittrice, scomparsa il 17 ottobre 1973 a Roma in seguito ad un incendio.
Amica e compagna di Hans Werner Henze, per cui ha anche scritto libretti d'opera, e di Max Frisch, vicina a Nelly Sachs, Hans Magnus Enzensberger e Witold Gombrowicz, traduttrice di Anna Achmatova e Giuseppe Ungaretti, impegnata in battaglie femministe e contro la guerra del Vietnam, collaboratrice della Televisione bavarese e della rivista «Botteghe oscure», Ingeborg Bachmann attraversa con il suo "disperato sforzo intorno all'indicibile" la seconda metà del Novecento europeo.

 

 
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Rispondi al commento:
ossimora
ossimora il 31/01/06 alle 17:59 via WEB
Io mi meraviglio molto che siano così poco conosciute queste scrittrici,la bachmann in particolare (di cui amo tantissimo le poesie)!!KIss Miti!!!
 
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